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TESTO Commento su Luca 10,38-42

don Giampaolo Centofanti   Commento al Vangelo

S. Marta (29/07/2023)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Ci incoraggia la storia di questa santa, Marta, che ha dovuto percorrere il proprio graduale cammino di crescita.

In questo episodio è già una persona buona ma vive il bene più con le proprie, in realtà inesistenti, forze che appoggiandosi a Dio. Dunque vede e vive ogni cosa dal proprio limitato punto di vista. Giudica persino Gesù che non corregge la sorella, si agita sentendo su di lei tutti i pesi delle situazioni, non aiutata da nessuno. Gesù la aiuta con comprensione e amore sulla via della crescita mostrandole che ognuno ha la propria chiamata da Dio, aiutandola a guardare le cose nella fede, dal punto di vista di Dio. E così può cominciare a comprendere che mentre lei era chiamata a fare servizio Marta era chiamata ad accogliere Gesù e tutte e due le cose erano buone perché era giusto sia preparare da mangiare a Gesù sia accoglierlo. Questo attaccamento ai propri programmi nevrotizza perché sono cose precarie mentre la fiducia nel lasciarsi portare da Dio ci porta in una vita sempre più serena e gioiosa che non ci sarà tolta perché lì è Dio che guida verso la vita piena ogni persona. Questa storia di Marta fa riflettere sulla vita delle comunità varie. Quando si cresce nella fede si vedono e si vedono le cose in modo nuovo, si è disposti a lasciarsi portare oltre i propri sguardi, Quando invece si vive il bene in proprio non si esce da se stessi le teste diventano mille e scollegate. È la storia della torre di Babele. Quegli uomini volevano fare cose buone con le proprie forze ma la confusione delle lingue mostra quello che andiamo meditando in questo brano.

 

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