TESTO Commento su Matteo 20,20-28
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
S. Giacomo apostolo (25/07/2023)
Vangelo: Mt 20,20-28
20Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. 21Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». 22Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». 23Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
24Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. 25Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. 26Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore 27e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. 28Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Il cammino della grazia porta ad appoggiarsi a Dio e a superare il ripiegarsi sull'io ma spesso è un cammino graduale. Qui vediamo gli apostoli aver maturato la fede nella risurrezione di Gesù dopo la sua condanna e morte, la fedeltà anche nel seguirlo in tutto ciò eppure al tempo stesso ancora cercare posizioni di preminenza, vantaggi di corto respiro. Davvero senza la grazia l'uomo non può nulla e questo atteggiamento di tali grandi santi ci incoraggia: anche loro sono passati per queste tappe. E allora comprendiamo quanto è decisivo sempre più invocare la grazia, senza la quale non possiamo nulla. Per cui tra l'altro non possiamo giudicare il cuore di nessuno.