TESTO Commento su Matteo 11,25-30
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
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XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/07/2023)
Vangelo: Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Questo è il segreto di Maria e di Gesù, riconoscersi creature amate da Dio, puntare tutto su Dio. Maria non dice ha guardato all'umiltà della sua serva, non si dà dell'umile da sola, ma alla sua piccolina. Il testo di questo brano odierno non parla di piccoli ma di infanti, che non sanno ancora parlare, completamente bisognosi di tutto, nelle mani dell'amore dei genitori. Questo amore senza condizioni quando per grazia si manifesta dona gradualmente una fiducia profonda in Dio, il desiderio di lasciarsi portare con semplicità e buonsenso dalla sua luce. La persona toccata da tale grazia viene dunque gradualmente liberata da tanti pesi, sensi di colpa, forzature, risposte meccaniche e di qui anche da tante complicazioni, inutili ansie, in ogni aspetto della vita. Piccoli, agili, leggeri, puntando tutto su Maria e su Dio.