TESTO Commento su Giovanni 21,15-19
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
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Santi Pietro e Paolo Apostoli (Messa della Vigilia) (29/06/2023)
Vangelo: Gv 21,15-19
15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Di fronte a queste parole di Gesù qualcuno potrebbe osservare che anche altre religioni durano da lunghissimo tempo. Ma in realtà lì si tratta di aree di pensiero molto fluide, senza interpretazioni univoche, certe. Nella Chiesa Cattolica alcune verità essenziali non sono mai mutate. Solo un miracolo può consentire questo.
Voi chi dite che io sia? Beato te Simone perché né la carne né il sangue te lo hanno rivelato ma il Padre mio che è nei cieli. Gesù stesso nello Spirito ci mantiene in tali verità e sulla base di esse ci porta verso la verità tutta intera: altro miracolo che nelle verità essenzialissime vi possa anche essere tendenzialmente un sempre più pieno, vitale, approfondimento. La scoperta sempre nuova dell'amore meraviglioso di Gesù nei vangeli. Del suo concreto discernere divino e umano. Le persone quando entravano in contatto con Gesù respiravano a pieni polmoni, si sentivano capite, aiutate sul loro autentico cammino, non incastrate in una serie di regolette astratte.
La fede è un dono che, quando ricevuto, si imprime nel profondo del cuore. Non è un'emozione, non è un ragionamento. È una verità che illumina la coscienza. Come Pietro quando cammina sulle acque ricevuto il dono della fede possiamo tentennare ma se dicessimo di non credere sentiremmo di rinnegare una verità dentro di noi, anche questo ci mostra che si tratta di una luce eterna che ci è stata donata, non è un credere alla Befana. In questa cultura di logiche astratte non si è aiutati a trovare questo vero luogo del discernimento. Viene una studentessa universitaria ei dice che non può più credere in Gesù: la scienza, l'evoluzionismo, il big bang, dimostrano che Dio è un mito. Io non rispondo subito con ragionamenti ma le domando nella sua coscienza cosa sente, di credere o no? Nel suo caso so che lei ha il dono della fede ma l importante è che ciascuno distingua il vero luogo del discernere, la coscienza spirituale e psicofisica appunto. Lei dunque risponde di credere ed ecco risolto un problema che con i ragionamenti avrebbe deviato e confuso. Invece nella fede la logica poi funziona anche meglio: quelle teorie scientifiche sono addirittura di derivazione profonda cristiana perché la sapienza spirituale biblica ha già nella Genesi intuito che Dio fa le cose con amore, delicatezza, gradualità.
La fede conduce verso l'equilibrio, l'accogliere gli spunti di verità da ovunque vengano ed infatti nella Bibbia troviamo la gradualità dell'evoluzione, l'uomo tratto dal fango ma anche la verità della creazione perché Dio infonde l'anima in quell'essere tratto dal fango. Ecco i conflitti tra cristiani evoluzionisti e cristiani creazionisti sono conflitti tra ragionamenti chiusi in sé, la coscienza che ascolta la luce, la Parola, senza darla per scontata, trova soluzione nuove anche ascoltando con interesse le varie posizioni.
È bello vedere che Maria sembra guidarci proprio in tale direzione. Nella seconda metà dell' ‘800 è stato proclamato il dogma dell'Immacolata e poi è venuto il Vaticano I, con il dogma dell'infallibilità papale. Poi nella seconda metà del ‘900 è stato proclamato il dogma dell'Assunzione e poi è venuto il Vaticano II con la sua comprensione per l'umano.
Anche qui vi sono stati conflitti, tra chi fa riferimento solo al Vaticano I, evidenziando che il cristiano non è del mondo e chi solo al Vaticano II sottolineando la comprensione di ciascun uomo, l'essere nel mondo.
Ma nei vangeli Gesù non parla di entrambe le cose? Maria sembra proprio guidarci si questa via di accogliere tutti gli aspetti della realtà, il contributo di ciascuno: vi diranno eccolo qua, eccolo là, non andateci perché il regno di Dio è in mezzo a voi. Voi chi dite io sia? Ecco la verità e l'ascolto reciproco non una verità chiusa in sé o uno scambio senza attenzione alla verità, alla Parola di Dio. Ecco anche l'uscita dai ragionamenti astratti, chiusi in sé stessi ascoltando lo Spirito che parla nel nostro cuore ma anche attraverso gli altri.