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TESTO La luce è venuta nel mondo

don Michele Cerutti

III domenica dopo Pentecoste (Anno A) (18/06/2023)

Vangelo: Gv 3,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Pensiamo a una bella giornata in montagna, al mare o in campagna. Tutto è predisposto bene perché nulla possa mancare. A fare da cornice il tempo soleggiato.
L'armonia sembra perfetta, ma irrompe sulla scena colui che divide e invidioso di quella pace che si respira vuole creare scompiglio.
Quello che ci viene offerto nel testo di Genesi proclamato nella prima lettura è l'inizio di una storia che voleva cominciare senza nuvole, felice e gioiosa senza stonature.
Purtroppo il divisore vuole creare confusione insinuando sospetto e inoculando veleno.
Quella giornata meravigliosa si tinge di scuro e quella pace originaria va perduta.
Nell'intenzione di chi ha predisposto il tutto si vuole riportare all'ordine ogni cosa.
Prima si chiede la collaborazione di tutti coloro che sono invitati alla festa, ma questi sembrano fuggire e nascondersi.
Tuttavia, quel progetto originario lo si vuole ristabilire riportando il sereno.
Ecco Dio che ha voluto la festa della creazione nel suo splendore originario e anche davanti al tentativo di distogliere l'uomo da tutto questo, da parte del demonio, Egli continua con insistenza e tenacia a riportare il tutto al suo inizio.
Il prosieguo della Storia la conosciamo i patriarchi e i profeti sono pedagogici all'invio del Figlio.
Noi abbiamo sempre tante domande che rivolgiamo a Dio e Dio invece ha una sola domanda che rivolge a noi: Adamo dove sei?
Tutta la storia della salvezza è la ricerca disperata di Dio dell'uomo e alla luce di quella domanda comprendiamo quello che il Creatore compie in ricerca della sua creatura.
Davanti al rifiuto degli inviati, Dio manda il Figlio perché l'umanità ricominci a far festa.
“La luce venne nel mondo, ma i suoi non lo hanno accolta” ci dice l'evangelista Giovanni nel prologo e sempre il discepolo amato in questo dialogo con il Nicodemo afferma: “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie”.
Tuttavia, Gesù inviato dal Padre con la sua morte e risurrezione sconfigge definitivamente il peccato.
La luce è ritornata nel mondo sconvolto dal peccato e sta alla nostra libertà accettare o rifiutare e continuare a vivere nelle tenebre.
Nel nostro cammino ci vengono in aiuto uomini e donne che ci rimandano a questa fonte che è Gesù.
Con la loro vita i santi ci indirizzano a quella luce vera.
Chi sono i santi? chiese una volta un catechista ai suoi allievi e un bambino affascinato dalle vetrate della cattedrale rispose: sono coloro che fanno filtrare la luce.
Nella vita di Sant'Antonio di Padova vediamo la forza proprio di essere filtro della luce.
La forza di questo grande campione della fede sta nell'essere stato predicatore instancabile e uomo della riconciliazione, nel confessionale, ma anche nella vita feriale.
Convinto come era che tutti siamo chiamati a parlare quindi secondo quanto ci è dato dallo Spirito Santo, e supplichiamo umilmente che ci infonda la sua grazia per realizzare di nuovo il giorno di Pentecoste nella perfezione dei cinque sensi e nell'osservanza del decalogo. Preghiamolo che ci ricolmi di un potente spirito di contrizione e che accenda in noi le lingue di fuoco per la professione della fede, perché, ardenti e illuminati negli splendori dei santi, meritiamo di vedere Dio uno e trino.
Su tutto lo dice bene lo stesso Santo: La vita del cristiano, si svolge sulla terra come si spiega maestoso l'arcobaleno da un punto all'altro del cielo. Sono vari i colori dell'iride, ma il rosso fuoco e il ceruleo vi predominano. Similmente la vita del buon cristiano si colora di virtù che si fondono avvolte e rischiarate dalla sfavillante fiamma dell'amore di Dio e dell'amore del prossimo. L'amore deve accompagnarsi a tutte le virtù, poiché, nota sant'Antonio con immagine domestica, "com'è povera e disadorna la mensa senza il pane, così le virtù senza l'amore".
Facciamo memoria di queste figure non per celebrarne glorie passate, ma per mostrare attraverso questi giganti, su cui ci appoggiamo, la grandezza e la profondità dell'amore di Dio, che nonostante tutti i nostri errori ci vuole ancora a Lui.

 

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