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TESTO Diversi, ma uniti per edificare il regno

don Michele Cerutti

XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (18/06/2023)

Vangelo: Mt 9,36-10,8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù, 36vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. 37Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! 38Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

1Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.

5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

Sono due gli aspetti che vorrei affrontare in questa omelia e sottoporre alla vostra attenzione.
La prima, la traggo, dall'icona che il Vangelo ci offre sui primi apostoli.
Nei primi secoli della cristianità c'era chi sosteneva che la Chiesa doveva essere costituita da solo quelli perfetti e senza macchia.
Una tale visione si diffonde anche oggi. Siamo inorriditi degli scandali nella Chiesa e non posso dire che si abbia torto.
Tuttavia, teniamo in considerazione che, come ci presenta la lettura di questa domenica, abbiamo un elenco di apostoli che non hanno sicuramente il pedigree per essere perfetti.
Se guardiamo ai loro curricula dovremmo dire che, come selezionatore del personale, Gesù è un disastro.
Nessuno uguale all'altro e non solo con provenienze veramente difficili da accettare.
Matteo, un pubblicano, raccoglie le imposte per l'occupante e quasi tutti nella sua categoria, facevano la cresta tenendosi in mano qualcosa per loro.
Simone lo zelota, all'opposto, odiava i romani e chi apparteneva alla categoria degli zeloti si contraddistingueva perché portava delle armi proprio per cercare di difendersi dai coloni.
Andrea, l'entusiasta che segue Gesù chiama Pietro il fratello un pescatore analfabeta.
Bartolomeo, il sospettoso, che, al colloquio di selezione sarebbe stato spedito a casa, con la sua domanda su Gesù: Può venire qualcosa di buono da Nazareth?
I due fratelli Boanerghes, figli del fuoco, Giacomo e Giovanni, due che sono noti per la loro ingenuità. Una volta chiedono a Gesù di vendicarsi sui samaritani, un'altra volta chiedono un posto importante nel Regno.
Giuda Iscariota, di cui Gesù aveva compreso i movimenti per compiere il tradimento.
Un panorama difficile quello che si troverà davanti il Maestro.
Diversi certo, ma accomunati tutti da Gesù e che con l'effusione dello Spirito sono chiamati a diffondere il Vangelo fino agli estremi confini della terra.
Gesù non cerca l'uniformità, ma aiutato dallo Spirito Santo crea le condizioni per questa.
La Chiesa va alla ricerca dell'unità nella diversità.
Questo non vuole giustificare chi crea scandalo all'interno della realtà ecclesiale, ma nello stesso tempo non possiamo pensare che ognuno sia formato con uno stampino standard e che il peccato si inserisce da per tutto.
Lo sappiamo e a volte lo diciamo tra di noi forse ripetercelo diventa doveroso.
Molti di questi moriranno martiri e testimonieranno il Vangelo fino all'effusione del sangue.
Ci saranno cadute nel percorso, quasi tutti al momento della Passione scapperanno, troveranno, tuttavia, con l'aiuto dello Spirito la forza di testimoniare coraggiosamente il Vangelo.
Il secondo aspetto lo traggo da una espressione che mi ha colpito in particolare.
“Rivolgetevi piuttosto alle pecore sperdute di Israele”.
I discepoli inviati prima a evangelizzare il mondo ebraico. Il compito primo è dare ai pii israeliti, il giusto volto del Padre.
Sembra di un'attualità stringente questa espressione.
Anche a noi Gesù ci chiede oggi di occuparci delle pecore sperdute del nuovo Israele.
Pensiamo sempre a zone da evangelizzare che possono essere la Cina e il mondo islamico, l'Africa o qualche realtà aborigena dell'Oceania.
Siamo arrivati al punto che il luogo da evangelizzare è la nostra Europa.
La disaffezione religiosa e il tramonto di valori dalla vita, alla famiglia, alla solidarietà caratterizzano la nostra società.
Siamo chiamati a guardare a ciò che sta intorno a noi e pronti alle sollecitazioni di Gesù a rivolgerci alle pecore sperdute del nuovo Israele.
Con lo sguardo di Gesù pieno di compassione per il suo gregge sparso nel cuore della cristianità come il nostro Occidente preghiamo perché la vigna del Signore non abbia a spegnersi e più uomini e donne possano trovare posto per aiutare a edificare il Regno e nulla vada perduto.

 

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