TESTO Commento su Matteo 6,1-6.16-18
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
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Mercoledì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (21/06/2023)
Vangelo: Mt 6,1-6.16-18
Il cammino cristiano, la vera crescita di ogni persona, non è fatta di cose esteriori che gli altri debbano per forza riconoscere. Anche se certo è bello che agli altri arrivi il nostro amore, crescendo nella sequela di Cristo si sta attenti a questo, che gli altri si sentano capiti, amati, che ci sentano vicini ai loro bisogni integrali. Ma la radice profonda, quella dalla quale scaturiscono le cose che poi si vedono, ma possono anche non essere capite, possono subire persecuzioni, ecco la radice profonda quella dove viviamo il nostro rapporto profondo con Dio e con gli altri è il cuore. Una persona può essere immatura, avere debolezze psicologiche che confondono i suoi atteggiamenti, insipienze dovute al bisogno di crescere, può vivere incomprensioni trovandosi in situazioni difficili esterne, ma se il suo cuore è unito a Dio, alla grazia che Dio gli ha donato, se il suo cuore cerca di essere unito a questa grazia, quella persona sta salvando il mondo e sta camminando con passo spedito verso la pienezza della vita. Per questo Gesù dice molti degli ultimi saranno prima e molti dei primi ultimi. Non è una minaccia è semplicemente far capire che non sono le apparenze che contano, ciò che conta è il cuore. Questo è un punto molto liberante perché per esempio la vita così non è un fare cose: una persona può essere per tanti motivi molto stanca, vorrebbe pregare ma non ne ha la forza, deve riposare ma siccome il suo cuore voleva pregare veramente per Dio è come se avesse pregato. Un'altra persona e in un cammino più graduale, non fa tante cose che magari un'altra sta già vivendo ma per quanto può questa persona in cammino più graduale cerca di rispondere alla grazia di Dio: ecco quello che conta, il cuore. Su questa strada vediamo che in un mondo dominato apparentemente dai potenti che decidono tutto per tutti gli altri invece chi fa anche la storia è Dio e chi collabora al suo piano sono i piccoli, magari anche un ateo, che cercano di accogliere la luce che lui gli infonde.