TESTO Eucaristia per essere chiesa, carità e missione
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Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (11/06/2023)
Vangelo: Gv 6,51-58
«51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Per addentrarmi nel grande mistero Eucaristico mi faccio aiutare dalla Scrittura che la Liturgia di oggi ci offre.
San Paolo scrive alla comunità di Corinto una lettera corposa in cui rimanda anche alla dimensione della celebrazione e utilizza questa frase: “E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane”. (1 Cor 10,16-17).
L'eucarestia ci consente di essere partecipi di un mistero mediante il quale Cristo continua a vivere realmente in mezzo ai suoi e permane come una presenza viva e perenne nella vita della sua Chiesa.
Ne discende quello che Giovanni Paolo II esprime in uno dei suoi documenti più importanti: “Da oltre mezzo secolo, ogni giorno, da quel 2 novembre 1946 in cui celebrai la mia prima Messa nella cripta di San Leonardo nella cattedrale del Wawel a Cracovia, i miei occhi si sono raccolti sull'ostia e sul calice in cui il tempo e lo spazio si sono in qualche modo ‘contratti' e il dramma del Golgota si è ripresentato al vivo, svelando la sua misteriosa ‘contemporaneità'. Ogni giorno la mia fede ha potuto riconoscere nel pane e nel vino consacrati il divino Viandante che un giorno si mise a fianco dei due discepoli di Emmaus per aprire loro gli occhi alla luce e il cuore alla speranza” (Ecclesia de Eucharistia, n. 59).
Dio mi aiuti ad avere quella stessa tensione del Santo Papa per la celebrazione eucaristica.
Del brano evangelico prendo questa espressione: “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51).
Frase questa che mostra quell'intima compassione che Dio ha per ogni persona.
Quel che ci viene presentato è quel sentimento profondamente umano con l'intenzione salvifica di Dio per ogni uomo, perché raggiunga la vita vera.
Quindi nell'Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Intorno al mistero eucaristico discende il servizio della carità nei confronti del prossimo, e arrivo ad amare, in Dio e con Dio, anche la persona che non gradisco o neanche conosco perché nella comunione favorisco quell'intimo incontro con Dio che mi permette di toccare il sentimento e in questo modo sono invitato a guardare l'altro non più soltanto con i miei occhi e con i miei sentimenti, ma nella prospettiva di Gesù Cristo.
Per questo, le comunità cristiane quando celebrano l'eucaristia, devono prendere sempre più coscienza che il sacrificio di Cristo è per tutti e pertanto l'eucaristia spinge ogni credente in Lui a farsi pane spezzato per gli altri, e dunque ad impegnarsi per un mondo più giusto e fraterno. La vocazione di ciascuno di noi è quella di essere, insieme a Gesù, pane spezzato per la vita del mondo.
Carità sappiamo essere descrizione dell'essenza di Dio. Carità è una dimensione divina che solo Dio Padre può vivere nella sua pienezza, che ci sta davanti, energie per esser pronti a dare ragione della propria speranza (1Pt 3,15) e la Chiesa va alle genti quale sacramento universale di salvezza (cfr. LG 48). L'Eucaristia immette nella carità di Cristo che ha dato se stesso per noi fino al sacrificio di sé; dall'Eucaristia si impara ad essere missionari nel segno della carità, della giustizia, della pace perché non è possibile spezzare l'unico pane senza vivere poi la comune carità. L'Eucaristia ha una profonda carica missionaria anche perché spinge a desiderare e affrettare il giorno nel quale i discepoli di Cristo già uniti nel vincolo dell'unica fede possano godere la gioiosa condivisione di un banchetto nel quale ogni contrasto sarà eliminato. La tensione missionaria dell'Eucaristia spinge anche ad essere sale e luce per i non credenti, gli indifferenti e i lontani, per annunciare loro che Dio non è assente dal mondo e per essi continua a donare il Figlio suo; per questo essa si presenta come "fonte e culmine di tutta l'evangelizzazione" e spinge all'azione missionaria.
Aiutaci Signore a riscoprire queste dimensioni quella ecclesiale e quella caritativa e missionaria per fare in maniera tale che quello che adoriamo nella fede si trasformi in concretezza di vita.