TESTO Commento su Matteo 5,13-16
don Giampaolo Centofanti Commento al Vangelo
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Martedì della X settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (13/06/2023)
Vangelo: Mt 5,13-16
Solo Dio può donare alle persone la luce, la fede e solo lui poi aiuta, sostiene, il cammino, affinché non ci si perda. Un cammino di crescita nel quale un grande dono è l'umiltà di mettersi serenamente in discussione, di chiedersi in Dio se si poteva amare meglio, se si può crescere in qualcosa. Ecco un modo, una grazia, sulla via del non perdere sapore. Siamo creature, possiamo sbagliare, abbiamo bisogno di crescere. Il punto non è essere perfetti ma, se Dio dona tale grazia, un punto è cercare di crescere, anche con l'aiuto degli altri, in un cammino anche imparando a prendere il buono delle critiche ricevute senza troppo amore.
Allora è più facile che le persone vedano al di là di tanti limiti un sincero desiderio di amare. Ma quando Gesù parla di luce che risplende davanti agli uomini non fa riferimento a pur buone apparenze esteriori ma all'intimo del cuore di ciascuno. Quando il cuore cerca di essere unito a Dio, di accogliere la luce che ha ricevuto in dono, allora essa risplende nello stesso Spirito, è una grazia che si diffonde. Non si tratta quindi di un far vedere che si fa i bravi, è il mistero della grazia che da ogni persona che ad essa apre il cuore si può diffondere misteriosamente a tutti. Invece il male non si diffonde in tutto l'universo, lo Spirito non si fa canale del male. Qualcuno a causa di una certa cultura circolante teme le maledizioni e cose simili ma chi maledice fa male solo a se stesso. Il male è una chiusura a questa circolazione dello Spirito.