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TESTO Commento su Giovanni 20,19-23

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Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (28/05/2023)

Vangelo: Gv 20,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,19-23

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Buongiorno ragazzi e buona solennità di Pentecoste! Ho detto solennità perché questo termine sottolinea che la festa che stiamo celebrando è una festa importante, una festa grandissima! Possiamo dire che è la festa- dono che ci viene fatta dopo la solennità della Pasqua.

Il termine Pentecoste, infatti, deriva dal greco e significa 50, proprio perché questa solennità si festeggia esattamente 50 giorni dopo la Pasqua.

Il Vangelo di oggi, anche se breve, ci aiuta a capire bene il significato di questa Festa!

Il brano inizia così: “La sera di quel giorno, il primo della settimana...”

Ma secondo voi di quale giorno sta parlando l'evangelista Giovanni?
Bravissimi: proprio così, del giorno di Pasqua!

È il giorno dopo il sabato e dagli ebrei viene chiamato: primo giorno della settimana. Per loro la settimana si conclude con il sabato che è il giorno del riposo. Tutti voi ricordate che per sei giorni il Signore Dio creò il cielo e la terra e tutto il creato, ma il settimo giorno (il sabato) cessò ogni lavoro e destinò quel giorno al riposo e insegnò all'uomo a fare la stessa cosa, in modo che quel giorno fosse dedicato solo ad amare Dio e ad amare le persone che ci sono accanto.

Per noi cristiani questo giorno di riposo è diventato il giorno che chiamiamo Domenica. Questa parola esprime bene il suo significato: infatti Domenica vuol dire “Giorno del Signore”, giorno dedicato al Signore, all'amore verso di lui e verso le persone che ci sono vicine. È il giorno in cui Gesù vivo incontra i discepoli nel cenacolo, sta in mezzo a loro, proprio come ogni Domenica sta in mezzo a noi nella celebrazione eucaristica e dona a loro, come a noi, lo stesso saluto: PACE A VOI!

Quel saluto, quel dono di Pace è davvero bello perché non è un semplice augurio, ma un vero dono di gioia, di amicizia, di perdono, di speranza, di vita.

È come se con la sua resurrezione Gesù facesse nuove tutte le cose e ri-animasse le persone.

È proprio così... se ci pensate, quando succede un malinteso con un amico, tutto diventa brutto anche intorno a noi, ma quando con questo amico ricomincia l'amicizia, allora tutto è più bello, gioioso, nuovo!

Dando il saluto di Pace, Gesù mostra le mani forate e il fianco squarciato per far capire ai discepoli, e a noi, che non è un fantasma, che non è una visione, ma che è realmente qui, adesso, con loro e con noi. E' vivo, è davvero il Signore risorto da morte! Nel suo corpo ci sono ancora i segni, le ferite della sua passione, sono segni che servono a noi, servono a ricordarci il suo amore che è per sempre.

Sono quei “segni” di amore che ci devono aiutare, nei momenti difficili, a capire che il Signore non ci abbandona mai, che il suo amore per noi è fedele, è per sempre.

Proprio così ragazzi: l'amore vero lascia sempre dei segni. Io sono certa che se voi guardate attentamente nel volto dei vostri genitori, nelle loro mani, nella loro voce, vedete i segni del loro amore per voi. Sono segni di cui dovete far tesoro e non dimenticare mai.

Ai discepoli, quei segni di amore scaldano il cuore! Vedere il loro maestro vivo non solo li riempie di gioia, ma li rianima, cioè li libera dalla paura, dal tormento, dall'angoscia. È come se anche loro tornassero a vivere. Erano davvero tanto spaventati e tristi!

Ogni domenica si rinnova anche per noi questo incontro di gioia, di amicizia, di amore con Gesù. Magari può anche capitare che veniamo in chiesa scoraggiati, tristi, ma se ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio, del suo Vangelo, possiamo incontrarlo, capire e conoscere meglio il suo amore. Quello che ascoltiamo non è un semplice racconto capitato millenni fa, ma è ciò che il Signore dice a noi, a me e a te, oggi, in questo giorno. E noi come credenti ci fidiamo che quella parola lì sarà una luce per vivere in modo migliore la nostra settimana, in famiglia, a scuola, in oratorio, nello sport.
Non è bello tutto questo?

Il Vangelo prosegue e ci dice che Gesù per la seconda volta ripete ai discepoli: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”

Ecco, Gesù ama così tanto i suoi discepoli da fidarsi di loro totalmente! Eppure proprio loro l'hanno abbandonato nel momento della sua passione e morte di croce.

Il risorto si fida e chiede loro di continuare la sua opera nel mondo: il Regno che Gesù ha inaugurato con le sue parole, con le sue azioni, con la sua morte di croce, ora deve continuare a crescere, perché ogni persona possa conoscere l'amore del Signore.

Invia i discepoli, ma oggi quella sua parola è rivolta a noi, perciò invia anche noi a essere testimoni della sua resurrezione, della SUA pace, del suo perdono, della sua misericordia, del suo aiuto, del suo conforto!

È una missione importante, non semplice da compiere, Gesù lo sa e per questo “soffia” su di loro il suo Spirito, quello Spirito, dono del Padre, che si è posato su di lui il giorno del battesimo nel Giordano e lo ha aiutato a compiere la sua missione.

È quello Spirito che già era presente nella creazione del mondo e ancora è presente in questa nuova ri-creazione.

Quello Spirito donato ai discepoli è lo stesso che viene oggi donato a noi, è lo stesso Spirito che ci è stato dato nel giorno del battesimo per renderci figli di Dio, e ci viene ancora dato nella cresima per renderci capaci di essere testimoni del Signore.

Sto già vedendo che qualcuno dice: ma io sono ancora giovane queste cose non mi riguardano.
Vi posso assicurare che non è così!

Il Signore ha bisogno di noi, di tutti noi, non guarda l'età e non guarda neppure se siamo bravi, meno bravi, o se abbiamo tante capacità.

Al Signore interessa che noi diciamo “sì” con generosità, che ci fidiamo di ciò che ci chiede sapendo e credendo che non ci farà mai mancare il suo aiuto e il suo sostegno che ci vengono proprio attraverso il dono dello Spirito Santo di Dio.

Avete ascoltato la preghiera che abbiamo proclamato insieme, prima del Vangelo? È una preghiera rivolta proprio allo Spirito Santo una invocazione perché venga su di noi e ci aiuti ad essere e a realizzare quanto il Padre e Gesù ci chiedono: essere nel mondo segni del suo amore che sanno perdonare!

Proviamo, all'inizio di ogni giornata, a invocare lo Spirito Santo perché ci doni la luce per vedere i bisogni dei fratelli, perché ci doni il calore per amare gli altri e sostenerli, che ci doni la forza per essere sempre capaci di vincere il male con il bene.
Buona Pentecoste!
Commento a cura di Piera Cori

 

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