TESTO Annunciamo senza timore al mondo: Cristo è risorto!
Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno A) (08/04/2023)
Vangelo: Mc 16,1-8
1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Una storia di salvezza tutta protesa verso questa notte che è la più importante di tutto l'anno liturgico.
A me piace ripercorrerle tutte queste letture perché ci offrono un cuore grato che ci accompagna in questo tempo di Pasqua.
Solo alla luce della Risurrezione questi brani che hanno una forte valenza teologica diventano chiari.
Luce questa che rischiara questa notte e che anche in momenti complessi della storia come quelli che stiamo vivendo a livello globale e a livello personale ci offre un vero e proprio senso.
Il Vangelo ci parla di donne che vanno al sepolcro portando dietro di sé aromi e balsami perché abitate dall'idea di trovarsi un morto.
Donne che muovono primi passi fra il chiaro ed oscuro di una notte che non sembra finire e di un'alba che si staglia all'orizzonte.
Donne che vivono la loro tristezza.
Tutto sembra finito. Non resta che piangere e pregare sulla tomba di un cadavere.
Questa è l'esperienza di chi non vive la fede. La tristezza in questi casi prende il sopravvento e diventa angoscia.
La fede però è un dono che ci viene consegnata in maniera immeritata.
La scena cambia in maniera repentina.
Davanti a queste donne dal volto triste e vestite di nero abbiamo un terremoto che sconquassa, angeli di vesti candide e guardie impaurite.
Una scena forte accompagnata tuttavia da un invito particolare: non abbiate paura.
Frase questa che troviamo disseminata tante volte nella Scrittura che dovrebbe acquietare tutti coloro che dipingono le realtà della fede in tinte apocalittiche.
Non abbiate paura perché il Signore è risorto dicono gli angeli alle donne.
Non abbiate paura è l'espressione che dovrebbe accompagnarci questa sera e in questa ottava di Pasqua.
In questi tempi segnati da violenza e da timori l'invito degli angeli assume tutta la forza.
Gesù è risorto ma per accompagnarci fino alla fine.
Dove lo incontriamo?
Lo incontriamo laddove lo abbiamo incontrato la prima volta. La Galilea era il luogo dove tutto ebbe inizio e là gli apostoli sono indirizzati.
Lo abbiamo perso? Riandiamo con il nostro cuore e con la nostra mente laddove abbiamo avuto esperienza di lui.
La nostra Galilea, quindi, può essere la nostra famiglia, il nostro ambiente di lavoro oppure la nostra comunità.
Tempo di Pasqua è questo riandare laddove la nostra fede l'abbiamo persa.
Non spaventiamoci Gesù stesso si fa trovare ancor prima che noi lo cerchiamo.
Colpisce come il Cristo riprenda da quegli stessi che lo hanno tradito.
Non abbiate paura perché Gesù stesso ci conosce e sa tutte le nostre infedeltà e i nostri dubbi.
Le donne vanno piene di tristezza ormai con un orizzonte limitato, ma si sono lasciati plasmare dalle meraviglie di cui sono state testimoni.
Non è momento per stare fermi è ora di annunciare al mondo che un'altra strada è possibile.
Queste donne decise vanno dai fratelli piene di stupore e Gesù stesso si fa vicino a loro.
La Pasqua ci conduca veramente ad annunciare senza paura e timori la bellezza della Risurrezione a un mondo abitato dall'angoscia e dall'egoismo.
Che bello ridirci ogni anno che sono state le donne le prime annunciatrici.
A chi addita la fede cristiana di maschilismo la risposta del Vangelo smonta anche questa visione.
La donna è importante nella dimensione dell'annuncio.
La Pasqua diventa la dimostrazione evidente dell'importanza delle donne nella Chiesa.
La Madonna ci ha aiutato nell'attesa in questo Sabato che ha preceduto la notte e al termine canteremo del Regina Caeli proprio per esultare con Lei nella gioia della Risurrezione del Figlio e l'icona di questa sera ci mette in evidenza la centralità del ruolo femminile.
In un mondo che ci addita di maschilismo e pone la donna poi al servizio del mercato con sempre più nuove forme di sfruttamento, come la maternità surrogata, il Vangelo ci viene in aiuto.
Uomini e donne senza distinzioni ci conducono a contemplare il Cristo Risorto.
Diventa quindi questa una festa in cui mentre siamo presi dallo stupore per un dono così grande dove la morte è vinta abbiamo anche un cuore grato per un volto femminile della Chiesa che la Pasqua ci ricorda.
Il Signore è risorto annunciamolo al mondo è presente con le ferite della Passione per ricordarci che mentre viviamo le nostre Passioni queste sono chiamate alla gloria.