PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Giovanni 4,5-42

don Michele Cerutti

II domenica di Quaresima (Anno A) (05/03/2023)

Vangelo: Gv 4,5-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 4,5-42

5Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.

31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Questa notte una bimba di 10 anni piange la morte del padre, un 15enne qualche giorno fa si è avvicinato a un Vescovo e ha chiesto: Mi dia un motivo per vivere?
Un uomo in punto di morte con le lacrime agli occhi ha chiesto perdono dei suoi peccati.
Un'amica anziana conosciuta in ospedale sta combattendo la sua ultima battaglia in un hospice e i suoi parenti si alternano per tenerle compagnia.
Un vicino di casa con moglie parkinsoniana offre tutti i suoi servizi di cura e assistenza.
Sullo sfondo i terremoti, le guerre, le devastazioni e coloro che scappano da tutto questo vanno incontro alla morte in mare.
Quanti volti e storie in questi giorni ho visto e ascoltato e la pagina evangelica è la sintesi perfetta.
Una donna che incontra Gesù e gradualmente smonta pregiudizi e paure, un Maestro che l'aspetta vicino a un pozzo e basta una semplice richiesta: “Dammi da bere”. Inizia così un dialogo dove la storia di questa samaritana viene alla luce.
In mezzo ci sono io come cristiano e poi come prete che davanti al dolore del mondo, mi è chiesto di essere vicino ai pozzi che il Signore mi indica per attendere gli uomini e le donne che chiedono un senso al loro soffrire.
Lo stile lo offre Gesù.
Questa pagina evangelica è per tutti, per voi, ma penso prima di tutto per me.
Che stile ho? Quello del giudicante? Quello di chi pone sugli altri i fardelli pesanti e non ne solleva neanche uno?
Gesù mostra tutta la sua delicatezza, non giudica questa donna che si avvicina al pozzo nell'ora più calda per non sottoporsi al linciaggio del pettegolezzo di chi si sente a posto con la coscienza e critica tutto e tutti dall'alto della presunta perfezione.
Una pagina evangelica che mette bene in evidenza lo stile a cui siamo chiamati quello di aiutare il fratello e la sorella nel bisogno a fare emergere le proprie difficoltà per poi ritrovare la giusta strada nella consapevolezza che ognuno ha bisogno dell'altro per rimanere nella carreggiata.
Quante volte confesso e portando sulle mie spalle, come un asino, i peccati comprendo che quel vostro vuotare il sacco comporta un cambiamento di rotta anche nella mia vita.
La confessione davanti a un sacerdote aiuta anche il ministro della penitenza a fare luce sulla propria esistenza e se sapeste quante volte questo essere dispensatore della misericordia mi ha fatto bene.
La samaritana dialoga nell'ora più calda del giorno, mentre Nicodemo aveva scelto la notte anche lui per sfuggire dagli sguardi indiscreti, ma quella volta dei suoi compagni farisei.
Il Signore ci attende ad ogni ora del giorno ci chiede soltanto di saperlo vedere e riuscire nello stesso tempo ad aprire il nostro cuore mettendo a nudo tutte le nostre preoccupazioni.
Il demonio, che la scorsa settimana abbiamo visto tentare Gesù nel deserto al termine del lungo periodo di digiuno o che nel giardino dell'Eden stuzzica Adamo ed Eva e li invita a cibarsi del frutto, non fa altro che invitarci a tenere dentro tutto di noi e a nasconderci. Adamo ed Eva sul momento si nascondono effettivamente. Il peccato è il nascondiglio a cui l'uomo tenta di fuggire da Dio trovandosi però poi in difficoltà.
La samaritana aprendosi vince tutte le sue paure e non solo ora può andare da quegli stessi del villaggio che l'additavano come prostituta e ha potuto testimoniare la bellezza di quell'incontro.
Il cristiano è chiamato a fare quello che quella donna ha compiuto ovvero annunciare un incontro, non una dottrina, non una filosofia, non una morale.
Nessuno è escluso da questo abbraccio e ancora una volta Gesù sorprende tutti parla con una donna e con una samaritana. Figura reietta dalla cultura ebraica del tempo.
Oggi forse Gesù ci sorprenderebbe se parlasse con un omosessuale, un nomade, un islamico.
Come i discepoli siamo chiamati a fare un salto di visuale perché la salvezza è di tutti.
Concludo con un'espressione che nell'Ufficio delle Letture mi ha colpito di Sant'Asterio di Amasea:
Non è giusto considerare gli uomini come dannati e senza speranza, e che non dobbiamo trascurare coloro che si trovano nei pericoli, né essere pigri nel portare loro il nostro aiuto, ma che il nostro dovere ricondurre sulla retta via coloro che da essa si sono allontanati e che si sono smarriti. Dobbiamo rallegrarci del loro ritorno e ricongiungerli alla moltitudine di quanti vivono bene e nella pietà.
Quanta verità in poche righe e dovrebbe costituire il perno e il centro del nostro agire.
Aiutaci Signore a scoprire la Tua presenza in ogni momento e per ogni fratello rendici capaci di piegarci su di lui.

 

Ricerca avanzata  (55827 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: