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TESTO Vogliamo vivere come Maria

don Michele Cerutti

II domenica dopo Epifania (anno A) (15/01/2023)

Vangelo: Gv 2,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Sembra ci siano dei momenti in cui nella storia dell'umanità o in quella ecclesiale o in quella personale manchi il vino della festa.
Alcuni giorni fa una persona con alle spalle un cammino impegnativo di fede mi confidava nel pianto il suo smarrimento di fronte ai grandi scandali della Chiesa.
Le anfore piene d'acqua sono riempite dalle tante lacrime che i tempi tristi che stiamo vivendo ci fanno versare.
Di fronte agli eventi della storia possiamo essere come fanno gli israeliti nella prima lettura mormoratori e abitati dal chiacchiericcio, tanto denunciato da Papa Francesco: non ci va bene una cosa e allora subito recriminiamo contro uno o contro l'altro, a destra e sinistra, sopra e sotto.
Il nostro comportamento può portarci a non vedere altra soluzione che quello della lamentela.
L'altro atteggiamento che possiamo far emergere ci viene offerta oggi dal brano evangelico.
Un imprevisto durante un banchetto di nozze mette un po' in subbuglio i commensali.
Niente paura è bastato uno sguardo di Maria intenso e profondo per comprendere il momento.
Lo scoraggiamento ha ceduto il passo all'affidamento totale sollecitati dalla Vergine a fare tutto ciò che il figlio indicherà a loro. La festa è proseguita.
Leggendo e rileggendo il brano evangelico di questa domenica con il cuore ho pensato a quell'amico sconvolto, amareggiato e deluso di cui vi ho parlato all'inizio.
Carissimo, i momenti difficili ci sono, la nave è in tempesta anche quella di Pietro, ma siamo abitati da una certezza il timone è affidato a mani sicure.
Il nostro compito è saper guardare a colei che ci segnala colui che ci guida e ci indirizza.
Se guardiamo la storia della Chiesa i momenti difficili non sono mancati, ma l'affidarsi completamente al suo fondatore comporta che i tanti eventi burrascosi che l'hanno travolta hanno ceduto il passo a una ventata nuova.
Non possiamo ripiegarci su noi stessi, ma sapere che quando manca il vino della festa Maria intercede con insistenza presso il Figlio ancor prima che noi stessi ci rivolgiamo a Lei.
La Vergine modello del credente ci offre uno stile quello di non tirarsi indietro mai davanti alle difficoltà.
Ci arrendiamo molto spesso scoraggiati, ma Maria ha compreso bene che nei momenti difficili occorre buttarsi di più in mezzo agli imprevisti.
Lei, che senza preoccupazione alcuna è corsa ad assistere la cugina Elisabetta pur gravida e in attesa di Gesù, lei che nella notte di Natale non si è data pace fino a che non ha trovato un posto per far nascere il Figlio e dopo la visita dei Magi ha dovuto fuggire per risparmiare la vita al bambino, è la donna che conosce la responsabilità che le è stata consegnata.
Maria conosce le difficoltà che dobbiamo vivere proprio lei a cui è stato preannunciato che una spada le trafiggerà l'anima sa benissimo che ancora altre prove sono all'orizzonte.
La Vergine diventa modello anche per noi di cosa voglia dire vivere la fede, non sottraendosi mai agli impegni della vita.
Molte volte può diventare semplice tirarsi indietro e dire non mi riguarda, non è affare mio.
Il rischio è quello di essere cristiani dentro il proprio orticello preoccupati che non ci manchino le cose che ci danno certezza.
Così chiusi nei nostri recinti incapaci di vedere le necessità degli altri.
Qualche giorno fa una persona si lamentava della mancanza di Messe il lunedì perché ce ne sono due, ma in punti più distanti da quella in cui viveva, pur nello stesso comune, mentre altri giorni ve ne sono tre di cui una collocata in maniera comoda.
Quando ho informato della difficoltà in Francia ad assicurare in certe parrocchie la Messa tutti i giorni questa persona affermava il suo disinteresse.
Questo è ahimé il diffondersi dell'indifferenza del cristiano.
Maria ci offre un modello a cui attingere e seguire.
Dobbiamo essere donne e uomini capaci di guardare oltre i nostri limitati orizzonti, che ci fanno vedere non oltre il nostro io, per essere come la Vergine capaci di intercettare i bisogni di chi ci vive accanto.

 

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