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TESTO Immacolata, compagna del nostro cammino

don Michele Cerutti

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2022)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Chi ama fare belle camminate in montagna per raggiungere vette e ammirare panorami mozzafiato piace anche essere in compagnia.
Anche noi in questo tempo forte è come se percorressimo un cammino per raggiungere un punto molto alto e ammirare uno spettacolo che sorprende da sempre gli uomini e le donne di ogni tempo: l'evento del Natale.
Anche noi ci facciamo accompagnare da chi le strade dell'attesa le conosce bene e questa compagnia è Maria.
La invochiamo con un titolo caro alla tradizione e suggellato dalla Chiesa come dogma: Immacolata Concezione.
1854 Pio XI adempie a una promessa che ritornato dall'esilio di Gaeta avrebbe promulgato questa verità di fede.
Da sempre Maria è stata invocata come la senza macchia, ma si riteneva necessaria nella tempesta materialista che andava diffondendosi, un richiamo forte per tutti i cristiani.
Lasciamo parlare Pio IX: “Quando incominciai a pubblicare il decreto dogmatico, sentivo la mia voce impotente a farsi udire alla immensa moltitudine che si pigiava nella Basilica Vaticana; ma quando giunsi alla formula della definizione, Iddio dette al suo Vicario tal forza e tanta soprannaturale vigoria che ne risuonò tutta la Basilica. Ed io fui tanto impressionato da tal soccorso divino che fui costretto a sospendere un istante la parola per dare libero sfogo alle mie lagrime. Inoltre, mentre Dio proclamava il dogma per bocca del suo Vicario, Dio stesso dette al mio spirito un conoscimento sì chiaro e sì largo della incomparabile purezza della santissima Vergine, che inabissato nella profondità di questa conoscenza, cui nessun linguaggio potrebbe descrivere, l'anima mia restò inondata di delizie inenarrabili, di delizie che non sono terrene, né potrebbero provarsi che in cielo”.
Ma come conciliare questa verità di fede con quanto dice Paolo ai Romani, capitolo 5 e versetto 12, per cui tutti gli uomini hanno ereditato il peccato originale.
Ci viene in aiuto Duns Scoto. Egli diceva in parole povere: se uno soccorre una persona che ha avuto un incidente per strada perché è andata a cozzare contro un masso lo chiamiamo suo salvatore.
Se uno vede arrivare una carrozza e va a rimuovere il masso dalla strada perché non si sfracelli andandole addosso lo chiamiamo ugualmente salvatore.
Ecco il Signore con la Madonna si è comportato nel secondo modo.
Il Signore, in virtù dei meriti della sua passione, l'ha pre redenta, o anche l'ha redenta in maniera singolare ed eccezionale perché doveva diventare madre di Colui che è tre volte Santo.
Ma a noi uomini e donne del 2022 cosa dice questo dogma?
Maria è la prima e pienamente redenta e devono guardare a Lei i cristiani come al perfetto modello di quella vita pura e immacolata a cui sono chiamati, con l'aiuto della grazia del Signore. La “tutta Santa” continua ad essere nella Chiesa, come attesta la costante esperienza dei Santi, la guida sicura che conduce alle vette della perfezione evangelica e ricorda costantemente a tutti i battezzati, la perfezione della santità, la chiamata alla santità.
Maria non è solo un richiamo universale; è rifugio e speranza per quanti avvertono sulla loro esistenza il peso del peccato, che è solitudine, smarrimento, perdizione. Ecco come poeti pagani e maledetti, da Villon a Lorenzo il Magnifico, da Goethe a Verlaine, Rimbaud, Wilde, D'Annunzio si rivolgono a Maria e la invocano.
Passando in rassegna questi personaggi mi sono soffermato su questo scrittore: K. HUYSMANS (1848-1907), che ha trascinato quasi tutta la sua vita tra esperienze nefaste, attrazione per il satanismo, smarrimento e vuoto. Dopo la pubblicazione del suo famoso romanzo À rebour (Controcorrente, Alla deriva), Barbey d'Aurevilly gli ripetè quanto aveva scritto a Baudelaire a proposito dei Fleurs du mal: dopo un libro del genere «non le resta che la bocca di una pistola o i piedi della croce». Huysmans scelse i piedi della croce: lo spettacolo di una "messa nera", cui aveva preso parte, e i vari riti satanici lo avevano sconvolto nel profondo. Convertito, rimase fedele agli impegni cristiani e morì santamente. Nel romanzo La cathédrale il protagonista Durtal così prega la Madonna:
Ah, Vergine santa, santa Vergine, abbiate pietà delle anime che si trascinano tanto pietosamente quando non sono più attaccate alle vostre vesti. Abbiate pietà delle anime indolenzite per le quali ogni sforzo è una sofferenza. Abbiate pietà delle anime che nulla riesce a sgravare e che sono afflitte da tutto! Abbiate pietà delle anime senza tetto e senza focolare, delle anime vagabonde, incapaci di trovarsi insieme. Abbiate pietà delle anime deboli e affrante.
Abbiate pietà di tutte le anime come la mia. Abbiate pietà di me!.

 

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