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TESTO Regalità nel servizio all'ospedale

don Michele Cerutti

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XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) - Cristo Re (20/11/2022)

Vangelo: Lc 23,35-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] 35il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Ogni volta che entro nella cappella dell'Ospedale di Bellinzona il mio sguardo viene rapito dal Crocifisso che è posto sul muro senza la Croce.
I vari spostamenti nel corso degli anni, a causa dell'ampliamento della struttura ospedaliera, lo hanno rovinato, ma reso nello stesso tempo familiare agli ammalati che vengono per ricoverarsi, perché le ammaccature del gesso simboleggiano meglio il loro dolore.
Il legno della Croce lo contemplo nelle flebo di metadone di Francesca (seguono nomi di fantasia) del reparto oncologico o di Helmut ospite tedesco che si confida con la presenza di un interprete
Le reliquie della Croce sono sparse qua e là: nel letto di Giovanna che passa le giornate affetta dal tumore al pancreas e porta ancora tanta voglia di vita, nella PEG di Mario che vive l'handicap fisico a causa di anni di tossicodipendenza e vedendo i suoi genitori giorno dopo giorno vicino al figlio morente rivedo la scena del Calvario.
Quanti aneddoti mi rimanda quel crocifisso ogni volta che mi soffermo a guardarlo.
Questo brano evangelico mi aiuta a trovare risposte a tutti i miei interrogativi, davanti a questa sofferenza toccata con mano.
Perché o Dio permetti tutto questo? La risposta è il suo silenzio davanti ai provocatori: Se sei Dio salva te stesso e scendi dalla croce.
Egli sa, che scendendo dalla Croce non compie la sua missione, che consiste nell'offrirsi totalmente per dare un senso pieno alla nostra sofferenza.
Ogni parola e ogni gesto in tutto questo dolore rischia di essere una stonatura molto grossa nel progetto del Padre.
Lo sguardo nella cappella si volge alle feritoie che segnano il corpo di Cristo e allora l'invocazione di Sant'Ignazio di Loyola diventa preghiera: Intra tua vulnera abscunde me.
Solo all'interno delle ferite di Cristo la nostra ricerca di senso assume maggiore spessore.
Accanto al Crocifisso si trova il tabernacolo che ci garantisce la presenza vera di Gesù tutti i giorni fino alla fine del mondo.
Cristo va incontro alla morte non lasciandoci orfani donandoci lo Spirito Santo che rende vivi i sacramenti, che ci offrono la presenza di Gesù stesso nella nostra vita.
Quelle braccia aperte del Crocifisso ci parlano di quella misericordia infinita che fino alla fine il Signore ha donato ai suoi nemici.
Ci ha dato l'Eucaristia nella tappa finale del suo ministero terreno e sappiamo come il suo corpo donato nelle specie del pane e del vino sono il centro e il perno dell'esperienza di fede, ma quello che sorprende è che ci dona il grande insegnamento del perdono, proprio nel momento più alto della sofferenza, canonizzando un ladrone pentito senza troppi giri di parole e senza bisogno di una positio (indicazione biografica richiesta dal Vaticano per proporre la santità di un fedele).
Ogni giorno davanti alla semplicità di un Crocifisso e di un tabernacolo scopro quella regalità di Cristo che debbo poi servire tra i fratelli segnati dalla sofferenza nel mio Ospedale.
Una sovranità quindi veramente diversa da quella che il mondo ci propone fatto di arrivismo e di protagonismo.
Una regalità che diventa invece servizio perché come dice Gesù stesso: Io vengo tra voi, come coLui che serve.
A noi suoi discepoli il compito di rendere visibile questa sovranità di Cristo in tanti piccoli gesti di attenzione nei confronti dei fratelli.
In una rivelazione mistica ad Angela da Foligno Gesù dice: Non ti ho amato per scherzo.

La pagina evangelica nel giorno in cui la Chiesa festeggia Cristo Re ci parla proprio di questo impegno serio di Dio stesso perché nessuno sia escluso dalla salvezza e quelle braccia aperte sulla Croce mettono in evidenza proprio questo amore incondizionato.

 

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