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TESTO Commento su Is 45,6.21-22

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Mercoledì della III settimana di Avvento (14/12/2005)

Brano biblico: Is 45,6.21-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Io sono il Signore e non ce n'è alcun altro [...]. Dio giusto e salvatore non c'è fuori di me. Volgetevi a me e sarete salvi.

Come vivere questa Parola?

Il Natale viene con la vera notizia che conta: Dio si fa uomo per sollevarci. Ma proprio per poter vivere e godere di questa notizia è importante prendere le distanze da tanto chiasso pubblicitario di un "natale" declassato a festa dei doni; e chi più ne compera più è bravo. Che poi sia il Figlio di Dio, proprio lui a farsi bambino è un fatto che sfuma nella leggenda. Ci è di grande aiuto la parabola del profeta Isaia sull'unicità di un Dio "in cui solo è potenza e grandezza" tale da poter salvare l'uomo, sua creatura. "Lo Spirito del Signore riem-pie l'universo" afferma il libro della Sapienza. "Solo nel Signore si trovano vittoria e potenza" dice pure Isaia. E ancora: "Del suo splendore e maestà risplende l'universo" leggiamo nel libro delle Cronache. Non si finirebbe più di citare ciò che, nella Bibbia è detto di questo Dio, che i cieli e la terra non riescono a contenere, la cui onnipotenza sconvolge e salva chi si volge a lui con cuore sincero. Ecco, vivere la Parola, oggi, vuol proprio dire dilatare il cuore e la mente a quello che la Sacra Scrittura e lo stesso creato ci dicono di un Dio immensamente grande, magnifico nella sua potenza. Sì, Natale è sempre anche commozione e tenerezza davanti a un Bambino posto in una mangiatoia da Maria e Giuseppe. Ma quanto questa commozione si fa più profonda e questa tenerezza si fa mite caldo stupito amore, appena afferriamo qualcosa del mistero di un Dio che è Dio e non uomo eppure accetta di farsi limite d'uomo per nostro amore, perché ci vuole salvi.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proprio su questo mi soffermerò chiedendo allo Spirito Santo di gestire in me un deciso movimento interiore: quello di volgere lo sguardo dagli idoli fabbricati dall'ipermercato proprio per natale (una congerie di cose da acquistare per avere pseudosicurezze) e volgerlo decisamente al Signore grande e immenso nella sua potenza ma che, in questa sua grandezza vestita dell'umiliazione di Betlemme, viene a salvarmi.

Signore della gloria, educami, lungo i giorni di Avvento e poi sempre, ad avere un'idea grande di Te e a non banalizzare mai il mio rapporto con te, pur approfondendo e intensificando nel mio cuore tutta la fiducia e la confidenza.

La voce di un Padre della Chiesa

Cristo è disceso dai cieli: andategli incontro! Cristo è qui sulla terra: siatene fieri! Celebriamo la nostra festa: la venuta di Dio fra gli uomini, che ci consentirà di raggiungere Dio o, per dir meglio, di ritornare a lui, dopo aver deposto l'uomo vecchio ed esserci rivestiti del nuovo. Non manifestiamo, però, la nostra esultanza come si suol fare nelle pubbliche festività, ma in maniera conforme a Dio; non con criteri umani, ma in modo soprannaturale!
Gregorio di Nazianzo

 

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