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TESTO Il Dio che ama la Vita. Ogni vita.

don Alberto Brignoli   Amici di Pongo

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (30/10/2022)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 19,1-10

In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Anche oggi, nella Liturgia della Parola, abbiamo a che fare con un pubblicano. E che pubblicano! Uno di quelli “D.O.C.G.”, come diciamo del più pregiato dei vini, e aggiungiamoci pure “di qualità, prodotto in regione determinata”! Gesù, infatti, si trova a Gerico, in centro a Gerico, attraversando il cuore di quella che, nella Bibbia, è notoriamente la città “lontana da Dio”, talmente lontana che si trova 250 metri sotto il livello del mare, in una depressione ritenuta “prossima agli inferi”, sulle rive di un mare talmente salato che non può ospitare nessuna forma di vita (e non per niente si chiama “Mar Morto”). E pensare che la Città Santa, Gerusalemme, si trova sull'altura di Sion, a 750 metri di altitudine, e dista da Gerico meno di 40 chilometri: la strada che le collega e che allora si percorreva a piedi non era certo delle più sicure. Ne sapeva qualcosa il malcapitato assalito dai briganti e curato dal buon samaritano. Insomma, se Gesù fosse stato un capo di stato avrebbe visitato Gerico con una buona scorta di soldati al seguito, e non con un manipolo di discepoli scalcinati peggio di lui...

E proprio in questa terribile città, da sempre in difesa, con le sue alte mura, contro gli attacchi del Dio di Israele; in questa città dove non si vede la luce della Parola di Dio, al punto che gli unici malati che Gesù vi guarisce sono tre ciechi: ebbene, in questa città, Gesù incontra “il capo dei pubblicani”, il quale - manco a dirlo - era “ricco”, o meglio “arricchito” da ciò che aveva rubato agli altri, in combutta con i dispotici romani venuti a depredare Israele... non c'è che dire, “il peggio del peggio”, “la feccia delle fecce”.

Eppure, quest'uomo, intrigante e subdolo, capace di sfuggire facilmente a eventuali linciaggi della folla intrufolandosi in mezzo a essa perché “piccolo di statura” (“piccolo, brutto e cattivo”, dicevano i nostri vecchi di certe persone...) ha un nome, Zaccheo, che - ironia della sorte, e possiamo pensare che Luca lo abbia fatto di proposito - significa “puro, innocente”... cosa che suona da presa in giro, certo, ma lui almeno un nome ce l'ha (il ricco epulone no, ricordiamocelo...). E la storia si ripete, a Gerico: perché un nome - Raab - ce l'aveva anche quella prostituta che aiutò Giosuè a entrare in città conquistandola, e per questo fu salvata lei con la sua famiglia, fu integrata nel popolo di Israele, e Matteo la colloca addirittura nella genealogia di Gesù...

Che cosa è capace di fare Dio quando chiama per nome una persona e gli cambia la vita, al di là di ciò che la persona è e fa, e di ciò che la persona è stata e ha fatto! Perché al Dio di Gesù di Nazaret importa ciò che la persona sarà e farà. Il Dio di Gesù di Nazaret guarda avanti, non indietro; il Dio di Gesù di Nazaret coniuga i verbi al futuro, non al passato; il Dio di Gesù di Nazaret, quando pone mano all'aratro, non si volge indietro; il Dio di Gesù di Nazaret usa più spesso la parola “Seguimi” che la parola “Vattene”, e se lo fa, lo fa con satana e con chi ragiona come lui.

E gente che ragiona come satana, l'avversario, ce n'è parecchia, al tempo di Gesù come oggi. Tra di loro, ci mettiamo il fariseo di domenica scorsa, puro e innocente (lui veramente!) ma sprezzante e superbo verso i più deboli, come chi si crede migliore degli altri solo perché compie con i precetti della propria religione; ci mettiamo tutti coloro che mormoravano contro Gesù che entra in casa di Zaccheo...un vizio tipicamente farisaico, visto che Gesù è costretto a smascherare i mormoratori più volte, come nella parabola del figliol prodigo...un vizio mai venuto meno, ogni volta che qualche “benpensante” parla male di chi, nella Chiesa, accoglie gente dal passato e dal presente torbido, spesso purtroppo reso torbido dagli altri; ci mettiamo anche quei due di Gerico (un levita e un sacerdote) che sulla malfamata strada in discesa da Gerusalemme vedono il ferito e guardano oltre... Tutta gente che, ancora oggi, circola tra le nostre strade, nelle nostre città e anche nelle nostre comunità cristiane.

Oggi, questi “avversari” di Gesù hanno molti nomi e molte storie, ma una cosa li accomuna: la mormorazione, che magari scaturisce da una vita santa, pura e pia, ma che di certo tradisce infelicità e disprezzo per la vita. Perché chi - come ci dice il Libro della Sapienza - ama la vita, fa quello che fa Dio.

E il Dio amante della vita che cosa fa? Ha compassione di tutti; chiude un occhio, anzi due, sui nostri peccati; ama tutto ciò che esiste; non prova disgusto per nulla di ciò che ha creato; è indulgente con tutte le cose; corregge a poco a poco coloro che sbagliano e non smette mai di dare loro una possibilità di riscatto.

L'esatto contrario di coloro che, in questi giorni, potrebbero addirittura auto-festeggiarsi, perché si credono santi ancor prima di finire sul calendario.

Ma nella logica di Dio, chi è veramente santo non festeggia la propria perfezione, bensì la presa di coscienza della propria miseria: l'unico modo per far sì che la salvezza di Dio entri nella sua casa, come quel giorno entrò nella casa di Zaccheo di Gerico, ricco e capo dei pubblicani, amato dal Dio che ama la Vita.

 

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