TESTO Evangelizzatori ed evangelizzati
II domenica dopo la Dedicazione (Anno C) (30/10/2022)
Vangelo: Mt 22,1-14
1Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
In questo mese di ottobre siamo passati dalle guglie del Duomo per condurci nelle praterie delle periferie del mondo per giungere in questa ultima domenica a confermarci nella nostra vocazione di evangelizzatori e di evangelizzati.
Tutta la storia della salvezza è una grande preparazione alla Cena a cui Gesù ci invita.
Il mondo ancora non lo sa, ma tutti sono invitati al banchetto di nozze dell'Agnello (Ap 19,9). Per accedervi occorre solo l'abito nuziale della fede che viene dall'ascolto della sua Parola (cfr. Rm 10,17): la Chiesa lo confeziona su misura con il candore di un tessuto lavato nel Sangue dell'Agnello (cfr. Ap 7,14). Non dovremmo avere nemmeno un attimo di riposo sapendo che ancora non tutti hanno ricevuto l'invito alla Cena o che altri lo hanno dimenticato o smarrito nei sentieri contorti della vita degli uomini. Per questo ho detto che “sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione” (Evangelii gaudium, n. 27): perché tutti possano sedersi alla Cena del sacrificio dell'Agnello e vivere di Lui. (Papa Francesco, Desiderio desideravi).
Questo brano evangelico ci rimanda ancora alla dimensione missionaria e di una Chiesa in uscita che ha come vocazione la chiamata di tutti i popoli a questo appuntamento.
Siamo inviati anche noi a coinvolgere le genti e non possiamo avere paura del rifiuto.
Coloro che nella parabola sono mandati a presentare gli inviti al banchetto di nozze si scontrano con coloro che non accettano e mettono davanti tanti motivi per declinare.
Il Signore non si stanca e allora estende la partecipazione a coloro che vivono nei crocicchi delle strade.
Ci chiama ancora e ci esorta a non aver paura nel proseguire il nostro impegno di missionari.
Nessuno è escluso e non vi sono meriti particolari da vantare per prendere parte a questo banchetto.
Un ladrone all'ultimo della sua esistenza davanti all'innocente crocifisso si dimostra subito attratto dalla proposta.
Se guardiamo ai testimoni che tra pochi giorni contempleremo nella loro comunione, nella solennità dei Santi, l'aver accettato questo invito senza porre condizioni li ha resi degni di prender parte alla gloria di Dio.
Non dovremo scandalizzarci se ad aprire le porte di questa sala potremo trovare uomini e donne che la Storia ha condannato, ma questi hanno lavato le loro vesti con il sangue sparso dall'Agnello.
Troveremo prostitute, pubblicani ci assicura il Signore perché non hanno vantato nulla per meritarselo e anzi si sono riconosciuti peccatori.
Quanti esempi possiamo prendere di conversioni vere e autentiche da chi ha vissuto vite dissolute e lontane.
Jacques Fesch condannato a morte che trasformerà la sua cella carceraria in un luogo di preghiera e andrà incontro alla pena capitale con il vero pentimento del cuore.
Santi come Paolo che hanno perseguitato cristiani e hanno abbracciato la fede in Cristo. Santi come Agostino o Charles de Foucauld che dopo vite dissolute hanno compreso dove stava la Verità.
Donne come Simone Weil o Madeline Delbrel che dopo aver militato nel materialismo ateo hanno trovato la Luce.
Questi hanno ricevuto un annuncio di salvezza. Jacques Fesch ha avuto la vicinanza del cappellano del carcere. Agostino è stato sostenuto dalla preghiera della mamma Monica.
Charles de Foucauld è stato attratto da amici credenti.
Simone Weil a Solesme rimane estasiata dalla dolcezza del canto gregoriano.
Madeline Delbrel la sua conversione avvenne dopo che un carissimo amico che lei frequentava da tempo, Jean Maydieu, decise di farsi religioso ed entrò nell'Ordine dei Domenicani. Questa decisione aveva provocato in Madeleine una profonda crisi: aveva cominciato ad interrogarsi sul senso profondo dell'esistenza. Il positivismo le sembrò la risposta meno adatta alla sua inquietudine: lasciava aperti troppi interrogativi. Cominciò a pregare fino all'incontro con Dio.
Le strategie che il Signore adatta sono diverse. Da un lato ha bisogno di noi come strumenti e dall'altro vuole cuore aperti all'annuncio.
Questo brano si pone a conclusione del mese missionario e successiva alla domenica di preghiera mondiale per le missioni e ci esorta ancora a proseguire e a non stancarci fino a quando tutti non abbiano ricevuto l'invito a partecipare alla Cena, ovvero al banchetto messianico dove ceneremo insieme con Lui.