TESTO L'Immacolata: la bellezza rivela il mistero
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Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2005)
Vangelo: Lc 1,26-38
In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
L'8 dicembre, la Chiesa celebra la festa di Maria Immacolata, a cavallo tra la II° e la II° domenica di Avvento.
L'Avvento è stato definito da Paolo VI nella Marialis Cultus come "il tempo mariano per eccellenza di tutto l'anno liturgico,... tempo particolarmente adatto per il culto alla madre del Signore..". Questa solennità si colloca come "radicale preparazione alla venuta del Signore e felice esordio della Chiesa senza macchia e senza ruga." (MC nn. 3-4)
Ma chi è Maria? Anzitutto una donna, anche a Gesù è piaciuto molte volte chiamare così sua Madre, a Cana, sotto la Croce... Ma Maria è una donna veramente speciale. Tutte le Miss Mondo e Miss Universo della storia sono come stelle che si accendono per un attimo fugace, ma che subito dopo sono scordate. Ma, di generazione in generazione, Maria è chiamata beata, perché grandi cose ha compiuto in lei il Signore che ha guardato l'umiltà della sua serva. Infatti, Maria non si è presentata a nessun concorso di bellezza, anzi se ne stava nascosta in un piccolo villaggio di Israele, usciva come tutte le ragazze del suo tempo solo per andare alla Sinagoga o al pozzo al centro della piazza del paese per prendere l'acqua. Ma la sua bellezza non è rimasta nascosta agli occhi di Dio che guarda al cuore. Su di lei ha posato il suo sguardo è l'ha scelta come Madre del Figlio suo.
Maria è, dopo Gesù, il capolavoro della creazione, quella che più perfettamente di qualsiasi altra creatura reca in sè l'impronta e l'immagine del Creatore.
Così Efraim, il Siro la descrive: "Tu e tua Madre siete gli unici che sotto ogni aspetto siete interamente belli, poiché in te, o Signore, non c'è alcuna macchia, e nessuna macchia è nella Madre tua". Una celebre frase di Dostoevskij asserisce: "La Bellezza salverà il mondo". Per Evdokimov, teologo ortodosso, che raccoglie questa sfida, "salverà il mondo quella Bellezza redenta che sorge dallo Spirito", prima tra tutte Maria.
In Maria abbiamo allora l'anticipazione perfetta e totale di ciò che tutta l'umanità è chiamata a vivere. Ella anticipa il progetto di Dio, cioè la partecipazione del genere umano alla pienezza della vita di Dio. Chi, inoltre, dà a Gesù la forza di resistere sulla Croce? Maria. Egli, guardando la Madre ai piedi della croce vede in lei tutta la bellezza dell'umanità salvata e questo da a Gesù la forza di resistere sulla Croce e di abbandonarsi fino in fondo al progetto del Padre che vuole la salvezza di tutti gli uomini.
Nelle parole che l'angelo dice a Maria: "Ti saluto piena di grazia" in ebraico Kecharitoméne, ossia colei che è stata graziata, ci ritroviamo tutti. Tutti infatti siamo stati graziati da Gesù sulla Croce. Tutti siamo peccatori, tutti condannati e nello stesso tempo tutti siamo stati graziati, cioè liberati dal peccato. La pienezza di grazia di Maria non è però liberazione dal peccato, in quanto lei è l'Immacolata concezione, creatura preservata dal peccato originale, quindi "graziata" in quanto preservata.
Il Papa, al Parlamento italiano, ha chiesto la riduzione della pena per i carcerati. Gesù non solo ci ha ridotto la pena, ma donando la sua vita ha già pagato il prezzo del riscatto e ci ha liberati per sempre.
A questo progetto di grazia, manca un solo tassello. Senza di esso il progetto non si può soggettivamente compiere. Questo tassello è la più piccola delle parole: il nostro "Sì". Maria al saluto dell'Angelo: "Ti saluto, tu che sei stata graziata", risponde con il suo: "Eccomi, sono la Serva del Signore". Ella anticipa quel sì che ciascun uomo deve a Dio, affinché si compia il suo regno in noi.
Maria, misterioso crocevia della storia, diventa culla del divino, nel suo grembo terreno e femminile di Maria, Dio pianta la sua tenda e si fa l'Emmanuele, il Dio con noi. Prende la nostra carne, la nostra storia, impara la lingua di Maria, ha i suoi tratti. Il tocco di Dio rende superbamente perfetta questa donna di Galilea, tanto da essere la Madre di Dio. Madre di Dio pur essendo creatura. Dio avrebbe potuto stupirci con gli effetti speciali della sua divinità, invece per farsi uomo sceglie la strada normale di ciascun uomo, viene concepito dallo Spirito nel grembo di una donna.
Ma com'è Maria? Moltissimi pittori lungo questi duemila anni hanno cercato di immortalare il suo volto, ma anche le migliori opere artistiche non sono riuscite ad esprimere la bellezza di Maria. Nel 1864 allorché Bernardette Soubirous, la veggente di Lourdes, si trovò dinanzi alla statua della Madonna scolpita in marmo di Carrara per essere collocata nella grotta, ne fu profondamente delusa: "Non è fatta come doveva essere!" "Maria è molto più bella!" La sua bellezza non può essere rappresentata dal migliore artista, è una bellezza tutta interiore, perché la abita "tutta la grazia del Cielo", tutta la bellezza del Creatore, tanto che anche il suo aspetto fisico ne rimane trasfigurato. E' significativa l'esperienza fatta da Bulgakov a Dresda davanti alla Madonna Sistina di Raffaello prima della sua conversione. Nel 1898 quando si è trovato per la prima volta dinanzi a quella tela ebbe un'impressione sconvolgente, da lui stesso descritta con queste parole: "Là, gli occhi della Regina dei cieli che sale al cielo con il suo divin Figlio mi hanno guardato. C'era in quegli occhi una forza infinita di purezza e d'immolazione volontaria... Ho perso i sensi, la testa mi girava; dai miei occhi scendevano lacrime dolci e amare insieme, che fecero liquefare il ghiaccio del mio cuore; era come se un nodo vitale si sciogliesse improvvisamente. Non era un turbamento estetico; no, era un incontro, una nuova conoscenza, un miracolo. Chiamavo questa contemplazione una preghiera, allora ero marxista..."
Giovanni Paolo II, un uomo innamorato di Maria e che le ha dedicato l'anno 2002-2003 dà di lei alcune pennellate: Maria, "sguardo ricco di adorante stupore... sguardo interrogativo, come nell'episodio dello smarrimento nel tempio di Gesù; sguardo penetrante, capace di leggere nell'intimo di Gesù, come a Cana..., sguardo addolorato, soprattutto sotto la croce...; sguardo radioso, nel mattino di Pasqua... e sguardo ardente per l'effusione dello Spirito nel giorno di Pentecoste. Maria vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua Parola" (RVM, 10-11). Quando si conosce Maria, un po' tutti ci si innamora di lei!
I prediletti di Maria
Portare delle rose ai piedi della statua di Maria, quale segno di affetto filiale, è una tipica tradizione messicana. Mentre questa scena si svolge sotto i nostri occhi, dal fondo della chiesa si ode un canto sempre più forte e vicino che attira l'attenzione dei pellegrini. È la voce di Carlito, un anziano barbone vestito di stracci che si fa avanti, lungo la navata centrale, con le braccia levate e il rosario, unica sua ricchezza, in mano: "Madrecita mia cúbreme con tu manto, no te olvides de mi que soy tu hijo." (cara mammina mia, coprimi col tuo manto, non dimenticarti di me che sono tuo figlio). Con queste parole piene di fiducia e tenerezza e con la semplicità di un bimbo che ha bisogno di tutto, questo povero si rivolge alla Madre, Colei che tutti accoglie e nella cui casa c'è posto per ciascuno.
Giunto davanti all'altare Carlito si ferma di fronte all'immagine di Maria che troneggia sul presbiterio e, incurante di chi gli sta attorno, tira fuori dalla tasca della sua camicia un'immagine della stessa Madonna, la leva in alto verso la statua e continua le sue preghiere a voce alta. I suoi occhi sono pieni di luce, il volto è sereno, la sua voce pacata.
Ogni giorno Carlito inizia e conclude la sua giornata in questo modo, mentre trascorre tutto il resto del tempo a chiedere l'elemosina lungo la strada, parlando di "Mamita Maria" a quanti gli si avvicinano.
Ogni giorno la prima moneta che riceve in elemosina la offre con gratitudine a Maria che mai lascia vuota la sua mano e che, quotidianamente, quale Madre premurosa, si prende cura del suo Carlito!
Maria Madre di Dio e Madre di ciascun uomo, con lei vogliamo cantare il magnificat dei poveri, il magnificat dei popoli.
MAGNIFICAT JEANS
Il mio cuore è ubriaco di gioia per il Signore,
il mio corpo vibra alla venuta del Liberatore,
perché si è indignato per l'oppressione
di questa sua piccola creatura.
Da oggi tutti esclameranno "Beata te",
perché in me Dio fa vivere
qualcosa di grande
- sia scritto sui muri il Suo nome! -
e la sua solidale compassione non deluderà
mai quanti sperano in Lui.
Si è rimboccato le maniche con ira
ed ha smontato il pensiero unico dei plutocrati.
Ha rovesciato le loro poltrone girevoli,
ai loro scrittoi ha messo gli esclusi.
Ha ridistribuito cibo sano e in abbondanza a chi aveva fame,
ha mandato gli ipernutriti a sudarsi il pane.
E' venuto in soccorso del popolo della Terra
ricordandosi che cos'è la vera religione,
come aveva sognato all'inizio per i suoi figli
di tutte le generazioni, per sempre.
(Nigrizia n. 6 2001)
Buona settimana.