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TESTO "State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie"

padre Antonio Rungi

III Domenica di Avvento (Anno B) - Gaudete (11/12/2005)

Vangelo: Gv 1,6-8.19-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto:

Rendete diritta la via del Signore,

come disse il profeta Isaia».

24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

"State sempre lieti, pregate incessantemente,
in ogni cosa rendete grazie"

Anche in questa Terza Domenica di Avvento, la Parola di Dio ci ripropone la figura di Giovanni Battista, come modello di riferimento per prepararci al Natale e per riconoscere in Gesù Cristo il Salvatore del mondo.

La Parola di Dio di oggi accenta, infatti, questo aspetto: Cristo è il Messia atteso ed Egli è in mezzo a noi sempre. La freschezza e la bellezza del testo giovanneo che è il Vangelo di questa Domenica ci fa assaporare il gusto di essere dalla parte di Dio, come lo fu il Precursore, con la stessa sincerità di intenti e sentimenti, senza mistificazione alcuna, ma nella certezza di sapere fino in fondo quelli che si è davvero. Leggiamo con particolare attenzione il brano, che ci offre vari motivi di riflessione: "Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: "Chi sei tu?". Egli confessò e non negò, e confessò: "Io non sono il Cristo". Allora gli chiesero: "Che cosa dunque? Sei Elia?". Rispose: "Non lo sono". "Sei tu il profeta?". Rispose: "No". Gli dissero dunque: "Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?" Rispose: "Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia". Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo interrogarono e gli dissero: "Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?". Giovanni rispose loro: "Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo".

Giovanni Battista non ha alcun interesse di sostituirsi a Colui che è il Bene per eccellenza, al vero Signore della storia e dell'universo. Anzi, proprio mediante il suo ministero ed il suo apostolato, guida i fedeli alla verità tutta intera che potranno trovare in Gesù Cristo ed in lui soltanto. Esempio di rettitudine morale ed intellettuale, nonché di santità e di testimonianza certa della vera bontà.

Su questo modello di vita vorremo anche noi strutturare il cammino verso il Cristo, impegnandoci a vivere nella logica del Vangelo della carità, della verità e della giustizia, secondo quanto leggiamo nel testo del Profeta Isaia di questa terza domenica di Avvento, che fa' chiaro riferimento alla persona del Messia, atteso dai popoli e da Israele in particolare: "Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di misericordia del Signore. Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli. Poiché come la terra produce la vegetazione e come un giardino fa germogliare i semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutti i popoli".

Vorremmo pure fare nostre le parole che ascoltiamo oggi dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi "Fratelli, state sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.

Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo!".

Il Natale a cui ci stiamo preparando e al quale mancano pochi giorni dovrebbe arrecare al nostro spirito e alla nostra persona tanta gioia, serenità interiore, nonostante forse le tante sofferenze e contrarietà della vita. Questo stile gioioso di vivere deve oltrepassare il tempo natalizio ed estendersi a tutta la vita. Non è cosa facile essere nella gioia e nella letizia evangelica, ma chi si lascia condurre dalla volontà di Dio, che si manifesta evidente in tutte le situazioni della vita, non può non essere una persona gioiosa. Il Bambino Gesù che viene a condividere con noi le gioie e le sofferenze della vita terrena, ci prepara ad una vita di gioia di gran lunga superiore a quella che ci è riservata, nonostante tutto, in questo mondo. Tale gioia si costruisce giorno per giorno nel sapere astenersi dal farsi del male e dal fare il male agli altri. C'è chi trova gusto a far soffrire gli altri e c'è chi trova gusto a far soffrire se stesso. La fede nel Verbo Incarnato è fede nella vita e per la vita. Questa lettura positiva del Natale ce la rende di immediata fruibilità Giovanni Battista, quell'uomo mandato da Dio che rese testimonianza alla luce fino al martirio, perché tutti credessero per mezzo di Lui.

Il fascino del Natale sta in questa gioia grande di incrociare Cristo continuamente nella nostra vita, mediante un fede adulta e matura, che non teme nulla e nessuno.

 

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