TESTO Commento su Ger 38,4-6.8-10; Sal 39; Eb 12,1-4; Lc 12,49-53
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XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (14/08/2022)
Vangelo: Lc 12,49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Le letture di oggi rispecchiano la situazione storica che stiamo vivendo e al primo esame suscitano sconforto e timore
Geremia vive in un momento molto difficile per Gerusalemme con gli assedianti alle porte e con lo spettro della fame e cerca di condurre il popolo innanzitutto e poi anche i comandanti a decisioni ragionevoli per conservare il bene più prezioso: la vita propria e del proprio paese .
L'orgoglio dei capi (politici e religiosi) nega le parole del profeta fino a condurlo alla morte anche contro il volere del re che ammette egli stesso “di non avere alcun potere su di voi”
Gesù poi sembra rincarare la dose con parole veramente di fuoco annunciando divisione e lotta persino tra fratelli, tra padre e figlio, tra madre e figlia e non nasconde la sua angoscia per il Battesimo di sangue che lo aspetta ( sempre fomentato dall'orgoglio dei capi che hanno potere anche sul dominatore romano)
Il rispetto legalistico del pensiero corrente, gli interessi di parte, la cieca obbedienza alle regole formali, l'attaccamento al passato(...chi mette mano all'aratro e si volta indietro non è degno di me.....) la paura di dover cambiare abitudini e tradizioni ci spingono ad emarginare se non addirittura eliminare chi ci indica una strada nuova, anticonformista e fuori dalle regole del “così si è sempre fatto” o magari anche del “ Dio lo ha detto!?!?”
Questi comportamenti spesso hanno creato tragedie e confinato Dio nel passato come se fosse un idolo di pietra e non uno Spirito di vita che come tale cammina nella storia in cambiamento!
La divisione e il fuoco di cui ci parla Gesù non sono distruttori ma creatori di nuova vita nella scelta dell'amore e non della sterile consuetudine .
La speranza sembra tragicamente assente da un simile quadro ma........
La speranza e l'aiuto arrivano da chi e dove non ti aspetti, da chi ha il coraggio di sfidare le regole e di uscire dal proprio ruolo, a rischio per se stesso, per portare aiuto a chi soffre!
Ebed-Mèlec(l'Etiope!) “ uscì dalla reggia e disse al re....”
La speranza e l'aiuto arriva da un personaggio non certo di potere e forse neanche ben visto dai “notabili” e forse anche dal popolo: un servo! Etiope! Chiuso nella reggia!
Egli con gli occhi del cuore vede l'ingiustizia fatta al profeta che con verità e fiducia in Dio annuncia la salvezza e si espone per salvarlo osando con il re senza preoccuparsi delle conseguenze per se stesso, “esce dalla reggia” dove era protetto e aveva un ruolo ben prefissato dalle consuetudini e opera ciò che il cuore, lo Spirito, gli suggerisce!
A volte il nostro orgoglio o la consuetudine o la paura del giudizio “dei nostri” l'ideologismo, la cultura corrente, la paura di perdere la nostra posizione ci impediscono di vedere con gli occhi del cuore le ingiustizie e di accorgerci che là dove meno ce lo spettiamo c'è la speranza e da chi meno consideriamo c'è l'aiuto.
La paura di rischiare di perdere le nostre sicurezze ci impedisce di agire per la giustizia e per il bene trincerandoci magari dietro alla famosa frase: “cosa posso fare io da solo?”
Ebed sapeva che da solo non avrebbe potuto fare molto ma osa chiedere aiuto a chi può ed infatti il re dice “prendi con te tre uomini..”
Spesso per quieto vivere, per non contrastare i “nostri”, per non andare controcorrente rinunciamo a decisioni che la nostra coscienza o meglio lo Spirito ci suggeriscono nel profondo del nostro cuore .
Se seguiamo la voce dello Spirito ci può capitare di non essere capiti dai nostri stessi familiari, di trovarci di fronte a rotture dolorose e a giudizi feroci, di dover scegliere tra il bene che la nostra coscienza ci suggerisce e la relazione prestabilita per convenzione umana o magari anche ad affetti che però non sanno superare il perbenismo.
Questa è la divisione che ci prospetta e ci chiede Gesù per essere veramente suoi discepoli!
La scelta spesso è tra chi non ha bisogno di noi e chi anche se estraneo al nostro cerchio ha bisogno di ciò che in quel momento possiamo fare noi!
Se seguiamo la voce delle convenzioni avremo forse una quiete esterna e formale ma una lacerazione profonda tra il nostro essere interiore e il nostro apparire!!
E non possiamo trincerarci dietro la preoccupazione “ cosa posso fare io da solo...”
ma abbandonando l'orgoglio possiamo cercare aiuto da chi può più di noi rendendoci disponibili per il poco o il tanto che possiamo fare in prima persona
Questo è forse il fuoco di cui parla Gesù!
Domande di Revisione di Vita
- Quante occasioni di fare il bene, anche piccolo, abbiamo perso pensando di non essere in grado di influire?
- Quanto ci limitano nelle nostre scelte di vita le consuetudini, i “legami familiari”, la paura del giudizio, la potenziale disapprovazione dei “nostri”?
- Riusciamo a dare fiducia agli uomini e alle donne che incontriamo senza farci condizionare dal loro aspetto o dalla loro etnia o dalla loro posizione sociale?
Marinella Gualchi di Torino