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TESTO Un Dio "occupato" dall'uomo

don Maurizio Prandi

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno C) (19/06/2022)

Vangelo: Lc 9,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,11-17

11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Gesù non vuole rimanere chiuso tra le mura di una chiesa, ma desidera uscire, essere portato là dove le persone vivono. È la prima idea che abbiamo condiviso giovedì sera in piazza, nella celebrazione del Corpus Domini, come ci siamo detti anche tre anni fa: è come il prolungamento della processione che in Basilica abbiamo vissuto al termine della messa del Giovedì Santo quando con i bimbi del catechismo abbiamo accompagnato Gesù, presente nel segno povero del pane, all'altare della reposizione. Gesù e la sua fatica, quel giorno: dal cenacolo all'orto degli Ulivi, dall'orto degli Ulivi alla prigione e al Calvario; immaginavo questo proprio durante la processione: Gesù in ascolto delle fatiche, dell'angoscia di tanti, ma anche della loro vita concreta e delle loro speranze.
Durante la condivisione del vangelo ci hanno colpito i tanti numeri presenti in questo brano:
- i cinquemila = la quantità di persone che appartenevano, secondo gli Atti degli Apostoli alla primitiva comunità cristiana. Credo che Luca voglia dirci che la comunità si costituisce così: attorno all'ascolto dell'annuncio del Regno Dio, nel prendersi cura gli uni degli altri, nel desiderio reciproco di stare, la gente con Gesù e Gesù con loro: che bello questo! Ricordate? Lo dicevamo anche il giorno dell'Ascensione: c'è questo desiderio di Gesù di restare, di entrare in relazione, di vivere la relazione. fateli sedere, fateli sdraiare, perché mandarli a casa? Non abbiate timore di condividere con loro il poco che avete.
- quel poco appunto, cinque pani e due pesci (sette in tutto) che dice una perfezione, perfezione è il poco, perfezione è il quotidiano (il pane), perfezione è la fatica del lavoro (il pesce e alcuni dei discepoli erano pescatori), perfezione è quel poco metterlo nelle mani di Gesù fidandosi di quel Dio a cui Gesù alzando gli occhi sembra quasi (come diceva Diego durante la condivisione), chiedere permesso, attorno e in ascolto di quel poco i discepoli capiscono che Gesù li vuole e ci vuole, costruttori di comunione e di comunità.
- I gruppi di cinquanta = lo dicevamo anche tre anni fa, a gruppi perché si può ascoltare meglio l'altro, perché la relazione conta; a gruppi perché si può ascoltare meglio la fame dell'altro; a gruppi di cinquanta forse perché quello è il numero dell'azione dello Spirito (cinquanta giorni dopo) e me li immagino quei gruppi di persone intenti a scambiarsi ciò che li abitava dopo la predicazione di Gesù, dopo l'annuncio NON della restaurazione del Regno d'Israele (come tutti si sarebbero aspettati dal Messia), ma di come Dio e il suo Regno si siano fatti vicini ad ogni persona.

È una idea quest'ultima che è emersa bene anche dalla condivisione l'altra sera, questo ponte che è Gesù; Gesù, si diceva, ha fatto da ponte, ha avvicinato Dio agli uomini e la condivisione di quel giorno è la logica conseguenza della vicinanza di Dio, una vicinanza che ti fa stare bene e non vorresti più andare via perché hai incontrato un Dio che si occupa di te. Su questo mi veniva in mente che sono molto bravo a riempire la mia agenda di cose e incontri e finisco per dire che sono occupato, ecco: Dio è totalmente occupato dall'uomo e non c'è spazio in lui se non per l'uomo e le sue domande, le sue necessità, i suoi bisogni.

Mi piace anche riprendere quanto il nostro Vescovo durante gli esercizi di Quaresima aveva consegnato all'ambito pastorale di Chiavari e Leivi (e non solo): i discepoli non sono i padroni, i proprietari di questo pane, sono lì come servi, e il loro compito, la loro responsabilità, è semplicemente quella di distribuire, consegnare quel pane, non di indagare se le persone sono degne o no di partecipare a questa mensa. Non c'è nessun requisito particolare o speciale e tutti sono ammessi, nemmeno sono necessarie le abluzioni, i riti di purificazione, perché ciò che rende puri è l'incontro con Gesù!

Infine, le dodici ceste di pane avanzato. È l'ultimo dei numeri che appaiono in questo vangelo. Ci piaceva sottolineare l'altra sera questa sovrabbondanza che è sovrabbondanza del bene che Gesù compie nei confronti di ogni persona. Perché dodici? Dodici è il numero delle tribù che compongono Israele. L'evangelista vuole dire che attraverso la condivisione dei pani si risolve il problema della fame (Centro Studi Biblici). Fintanto che le persone accaparrano per sé, trattengono per sé, c'è l'ingiustizia e c'è la fame, quando quello che si ha non si considera come esclusivamente proprio ma lo si condivide per moltiplicare l'azione creatrice del Padre, si creano sazietà e abbondanza.

 

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