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TESTO Le missioni del Figlio e dello Spirito Santo per la gloria del Padre

diac. Vito Calella

Santissima Trinità (Anno C) (12/06/2022)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 16,12-15

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Oggi abbiamo ascoltato un bel discorso della Sapienza, che viene immaginata come se fosse una donna e si presenta a noi. I personaggi principali sono tre: Jahwéh, lei e noi esseri umani. Jahwé è il generatore di donna Sapienza. Lei esiste prima della creazione dell'universo. É generata da colui che Gesù ci ha insegnato a chiamare “Abbà”, Padre. Il Padre è il generatore: «il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all'origine. Dall'eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra» (Pr 8,22-23). Sapienza si presenta, in profonda comunione con il Padre creatore. Si presenta a noi come un architetto nella creazione dell'universo (amon in ebraico), o come una bambina che gioca nella bellezza di tutto ciò che è creato (amun in ebraico): «io ero con lui come artefice [architetto] ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre» (Pr 8,30-31a).

Lo scopo della Sapienza è la gioia di essere in comunione soprattutto con tutti noi esseri umani: «Pongo le mie delizie tra i figli degli uomini» (Pr 8,31b).

La tradizione ebraica identifica la saggezza con la Torah. Nel libro di Baruch leggiamo: «Egli è il nostro Dio, e nessun altro può essere confrontato con lui. Egli ha scoperto ogni via della sapienza e l'ha data a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo amato. Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini. Essa è il libro dei decreti di Dio e la legge che sussiste in eterno; tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita, quanti l'abbandonano moriranno.» (Bar 3,36-4,1).

Noi cristiani, illuminati dalla predicazione apostolica attestata nei libri del Nuovo Testamento, identifichiamo la Sapienza con le missioni del Figlio e dello Spirito Santo in mezzo a noi.
La missione del Figlio amato del Padre, l'Amante

L'evangelista Giovanni aiuta a identificare Gesù con la Sapienza del libro dei Proverbi, perché all'inizio del suo Vangelo l'unigenito Figlio del Padre, pieno di grazia e di verità, è la Parola creatrice del Padre, è eternamente unito a Lui. Per suo volere si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,1-18). L'apostolo Paolo, scrivendo ai Colossesi, offre un inno che riconosce in Gesù Cristo, morto e risuscitato, quella Sapienza che era con il Padre nella creazione del mondo. Gesù, il Figlio prediletto, «è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono» (Col 1,15-17). Al termine di questo inno a Cristo, Re dell'Universo, riceviamo l'annuncio della riconciliazione che ci dona la vera pace: «per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli» (Col 1,20). La missione del Figlio, l'Amato del Padre, è stata quella di rivelare definitivamente all'umanità chi è Dio: è il Padre eternamente unito al Figlio con la gratuità dell'amore divino chiamato Spirito Santo.

La missione Figlio, l'Amato del Padre, è stata quella di offrire a ciascuno di noi la sua stessa esperienza di comunione vera, rispettosa, feconda, creativa e pacificatrice con il Padre, e lo ha fatto per mezzo della sua morte e risurrezione. Egli è venuto ad annunciare il Regno del Padre, che è la reale possibilità per tutti noi esseri umani di vivere rapporti di rispetto tra noi, rapporti di armonia e cura con tutte le specie della natura, affinché sia possibile sperimentare la pace, capace di superare tutte le guerre, le divisioni, le lotte competitive provocate dall'illusione umana di volersi arrangiare, rifiutando di riconoscere la presenza trasformante, vivificante, consolante, unificante dello Spirito Santo, già disponibile nella coscienza di ogni essere umano.

Se la missione di Gesù, con la sua morte e risurrezione, ci ha già riconciliati con il Padre con la nuova ed eterna alleanza, la missione dello Spirito Santo sta accadendo ora in mezzo a noi e consiste nella realizzazione del Regno di Dio in questo mondo, che consiste nella vittoria della pace, frutto di relazioni di gratuità.

La missione di pace dello Spirito Santo, Amore gratuito del Padre unito al Figlio

L'apostolo Paolo ha sperimentato nella sua vita la forza della pace e della riconciliazione dovuta allo Spirito Santo «riversato gratuitamente nei nostri cuori» (Rm 5,5) grazie alla mediazione dell'evento salvifico della morte e risurrezione di Gesù. La Parola di Dio ci invita a dire “sì” al riconoscimento della presenza divina in noi dell'amore gratuito che unisce eternamente il Padre al Figlio.

Questa è la nostra esperienza di fede, che Paolo chiama "giustificazione": «Giustificati dunque per la fede» in Cristo morto e risuscitato, mediante la nostra riconciliazione con il Padre unito al Figlio, mediante la riconciliazione tra noi esseri umani e mediante la nostra riconciliazione con tutti i creazione dell'opera, affidata alle nostre cure, «siamo in pace con Dio» (Rm 5,1). La missione dello Spirito Santo nel mondo è la fonte della speranza che non ci delude, nonostante le tribolazioni che affrontiamo nella vita quotidiana, a causa dell'egoismo di chi ancora preferisce camminare senza Dio, rifiutando di riconoscere questa meravigliosa eredità del gratuità dell'amore divino già presente nelle profondità del mondo interiore della sua coscienza.

Per rafforzare la nostra fede nell'azione dello Spirito Santo nella nostra vita personale, affinché la gratuità prevalga in tutte le nostre relazioni, abbiamo tre opzioni importanti che dipendono dalla nostra libertà di scelta.

La prima opzione è accogliere con gioia il dono della Verità in tutto ciò che Gesù ha detto e fatto nella tua vita.

Gesù non ha lasciato nulla di scritto, perché si è fidato dell'azione dello Spirito Santo, che avrebbe ispirato e illuminato la predicazione apostolica e gli scrittori dei libri del Nuovo Testamento. Lo abbiamo ascoltato nel vangelo di oggi, attraverso la quinta promessa dello Spirito Santo, che troviamo nella versione di Giovanni. Lo Spirito Santo ci si presenta come «lo Spirito della verità, che ci guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito [dal Filho] e ci annuncerà le cose future» (Gv 16,13).

La seconda opzione è centrare la nostra vita sull'Eucaristia, perché nel pane e nel vino trasformati nel corpo e nel sangue di Gesù, troviamo tutta la forza liberatrice della morte e risurrezione di Gesù per la nostra vita di oggi. Ecco perché la Chiesa cattolica propone saggiamente la solennità del Corpo e del Sangue di Gesù subito dopo la solennità della Santissima Trinità. L'Eucaristia è il sacramento che dà senso a tutti gli altri sacramenti, che ci aiutano a vivere autenticamente la nostra missione di discepoli missionari della Santissima Trinità in tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana.

La terza opzione è il nostro sguardo sui poveri, sui più sofferenti, perché la stessa presenza viva e vera di Cristo nell'Eucaristia si compie attraverso il nostro incontro con Cristo nella carne dei poveri.

Le parole del Salmo 8 fanno riflettere: «[O Padre, unito al Figlio nello Spirito Santo], che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne curi? Davvero l'hai fatto poco meno di un Dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi» (Sal 8,5-7). Non dimentichiamo che al momento della nostra morte saremo valutati sul rispetto che abbiamo avuto per la dignità umana di ogni essere umano che incontriamo sul cammino della nostra vita: «Ogni volta che hai dato da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, hai vestito gli ignudi, ospitato il viandante, visitato il malato e il carcerato, incontrato il povero sofferente, lo hai fatto a me» (Mt 25,31-46).

Allora vedremo regnare la pace grazie alla consegna della nostra libertà all'azione dello Spirito Santo in noi e alla nostra fede in Cristo morto e risuscitato.

Allora potremo dire: gloria al Padre unito al Figlio nello Spirito Santo, eternamente. Gloria al Padre unito all'umanità e alla creazione per Cristo, con Cristo e in Cristo. Gloria per la nostra fede in Cristo, gloria per la carità verso tutti i santi, gloria per la speranza che ci risponde nei cieli e per il nostro amore nello Spirito Santo. Non dimentichiamo mai che la gloria di Dio è un uomo vivente.

 

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