TESTO Commento su Giovanni 14,15-16.23-26
Santissima Trinità (Anno C) (12/06/2022)
Vangelo: Gv 14,15-16.23-26
«12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
La festa della Santissima trinità, è anche la festa della dimensione comunitaria della Chiesa.
Personalmente ho cominciato a frequentare la Chiesa, anche perché vi ho trovato una dimensione comunitaria. Non penso che siamo fatti per vivere soli e purtroppo oggi sono sempre di più quelli che si ritrovano soli e magari anche anziani.
Noi festeggiamo la Trinità, perché è cosi che Dio si rivela nella storia della salvezza. Forse lo ha fatto per presentarci un modello da seguire, per vivere bene.
Prima il Signore si presenta a Mosè dicendo: “Io sono colui che sono”. Vale a dire l'unico Dio esistente veramente. Poi Gesù ce ne parla come di un Padre, tant'è vero che l'unica preghiera che ci insegna è quella del Padre nostro.
Lo stesso Padre ci parla di Gesù due volte dicendo:”Questi è mio figlio”.
Gesù dice che non ci lascerà orfani, ma tornerà da noi, sarà sempre con noi, insieme al Padre che è in lui. In più ci promette lo Spirito Santo.
Da questo viene fuori il credo nella Trinità, che ci rivela un Dio unico ma in tre persone, che creano questo mondo sognando di potersi relazionare con noi. Noi siamo il frutto dell'amore di Dio.
In effetti, dire che Dio è amore e che è solo, sarebbe un controsenso. Ma ciò che mi ha sempre stupito è il modo nel quale queste tre persone della Trinità si relazionano tra di loro. Il Padre non dice:”Il capo sono io e si fa come dico io.” Dice:”Ascoltate mio figlio”.
Il figlio non dice:”Il capo mi ha dato pieni poteri quindi ubbidite a me”. Punta solo a rivelarci il Padre.
Anche lo Spirito non parla di se. Viene solo per ricordarci tutto quello che Gesù ha detto del Padre.
In altre parole, nessuno parla di se, nessuno dice “Io”. E' come se gareggiassero nello stimarsi a vicenda, dicendo sempre:”Gli altri sono più importanti di me”. Questo è amore. E lo stesso atteggiamento ce l'hanno anche nei nostri confronti. Infatti sono solidali e presenti con Gesù fino alla Passione, per rivelarci quando ci vogliono bene.
Questo lo chiamo il Modello Trinitario. Se anche io riesco a considerare gli altri più importanti di me, e a servirli, cosciente del fatto che senza di loro non sarei in grado di sopravvivere, e quindi sono veramente importanti, allora sono in grado di creare comunità, fraternità, e di vivere anche io in comunione con la Trinità.
Da quando sono entrato nella chiesa, non sono mai più stato solo. Penso che Dio ci ha creati per essere come lui, non single, ma comunità di fratelli. Per questo è importante impegnarci, con l'aiuto di Dio, a creare comunione e comunità e a mantenerle.
Buona domenica.