TESTO Là dove il vento scompiglia i pensieri
don Angelo Casati Sulla soglia
Pentecoste (05/06/2022)
Vangelo: Gv 14,15-20
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».
Che questa di Pentecoste sia festa di dirottamenti, e che ci porti fuori dai luoghi comuni, dai pensieri comuni, dalle visioni comuni, a dimostrarlo basterebbe una domanda, magari fatta a bruciapelo: "Di che cosa è piena la terra? Questa nostra terra?" A sollevarsi - immagino - sarebbe un coro di voci per dire che la terra, la nostra, è terra ottenebrata da troppe nefandezze, come dice la parola, da cose di cui non si dovrebbe parlare. Ma a scompigliare i pensieri viene la liturgia con quel responsorio che abbiamo pregato nel salmo, in netta controtendenza, cesura assoluta. Lo abbiamo pregato, non so quanto convinti: "Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra". Scompiglia i pensieri l'aggettivo "piena", non un rimasuglio di Spirito: piena! E a scompigliarli anche la parola "terra", non qualche isola di privilegio, la terra! Al cuore, perdonate, mi è tornata la foto di in amico che, su una striscia di terra che si inoltra nel mar ligure, ha scoperto, tempo fa, quasi all'estremità, una panchina e si è sorpreso alle parole che vi erano scritte. Eccole: "Qui è dove il vento scompiglia i pensieri". Bellissime.
Direte che evocarle in questo contesto è un azzardo; ma la parola "spirito" non allude forse al vento? Ho sorriso, pensando alla pentecoste come a una panchina dove il vento scompiglia i pensieri. Un primo pensiero che il vento scompiglia è quello di legare lo Spirito a un giorno solo, quello della Pentecoste: è mai possibile legare il vento? Il vento è da prima. Non è forse vero che era accaduto cinquanta giorni prima? Gesù si era manifestato agli apostoli, buoni ultimi, entrando per porte chiuse, dicendo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi". Detto questo, soffiò e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo". Una pentecoste, diremmo, in anticipo. Quante pentecosti sulla terra. E a stupirmi, a scompigliare i pensieri, è che ci siano momenti in cui quasi con maggiore evidenza è segnalata la presenza dello Spirito. Oserei dire che sono momenti soglia, soglia per un inizio, o, se volete, per una ripresa, per una svolta nella vita, per un nuovo inizio. A partire dall'"in principio dell'in principio" della creazione, quando, nella pagina, viene evocata la presenza misteriosa dello spirito: "La terra" è scritto "era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio - il vento di Dio, l'alito di Dio - aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu".
Così nella prima pagina: il grembo del mondo e lo Spirito che aleggia. Ma poi in quante altre pagine della Bibbia rintracciamo lo spirito che veglia gli inizi. Ne sfioro una del Primo Testamento: si tratta di Davide, scelto come re, giovanissimo, anche lui ad un inizio. Accantonati i fratelli maggiori, rimaneva il piccolo, guardiano di greggi. Per ordine di Samuele il padre "lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: "Àlzati e ungilo: è lui!". Samuele prese il corno dell'olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi" (1Sam 16,12-13). Lo Spirito irruppe, da quel giorno in poi. Davide era a un inizio. Trasvolo e giungo a una pagina di vangelo. Ricordate, una ragazzina, con i sogni di adolescente che le chiacchieravano dentro, di nome Maria: le viene chiesto che il suo corpo sia grembo a Dio. Turbata: "Ma come?". Un inizio, e che inizio! Ebbene pentecoste in anticipo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio". Presa da fretta, la ragazzina sale per sentieri di monte alla casa di Elisabetta, anche lei scompigliata nei pensieri: avanti negli anni, creduta sterile, con un bimbo di sei mesi in grembo. E fu pentecoste sull'uscio di casa. Sta scritto: "Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo". Piena, nell'inizio.
Sorpasso pagine e pagine del Secondo Testamento. E vengo a una pagina che evoca una strada. La strada è polverosa, scende da Gerusalemme verso Gaza. Nel caldo afoso di un mezzogiorno, Filippo, viene convocato, proprio lì, per voce di angelo. Sente il rumore di un carro da viaggio che si avvicina, sul carro un eunuco legge un passo di Isaia. Siamo agli inizi dell'avventura del vangelo ed ecco affacciarsi lo spirito degli inizi. E' scritto: "Disse allora lo Spirito a Filippo: "Va' avanti, e raggiungi quel carro". Sul carro si raccontarono e Filippo raccontò di Gesù e fu battesimo in una pozza d'acqua lungo la strada. Il testo annota: "Quando furono usciti dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l'eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino. Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarea". Le nuove strade, le strade dello Spirito. Voi forse vi chiederete perché ho evocato pagine dove si accenna a un inizio, pagine dove lo Spirito scompiglia i pensieri. Forse perché sento nell'aria, nonostante tutto, un bisogno: bisogno di un terra, che alluda a una nuova creazione; bisogno di donne e di uomini non sedotti da protagonismi, da pensieri di parte, ma da passione sincera per la casa comune; bisogno di ragazze e di ragazzi che diano voce e forma ai loro trasalimenti; bisogno di donne e di uomini che si dissocino da coloro che dicono che sarà sempre così; bisogno di donne e uomini che non si lascino confinare in una lingua sola, ma sappiano capire e onorare lingue altre, pensieri altri, visioni altre; bisogno di donne e di uomini che all'urlo sostituiscano il sottovoce dello Spirito; bisogno nella chiesa di donne e uomini che escano dai cenacoli e stiano in avvistamento su strade.
Quante sono le strade e quanti sono gli inizi. Mi perdo a pensarli. E invoco con voi oggi lo Spirito, perché sia con noi, a suggerire, a fecondare, a sostenere ogni ora e ogni strada che ha sapore e brivido di inizio.