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TESTO Pentecoste, festa della Parola e della conversione del cuore

diac. Vito Calella

Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (05/06/2022)

Vangelo: Gv 14,15-16.23-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-16.23-26

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

La festa di Pentecoste veniva celebrata dagli ebrei cinquanta giorni dopo la Pasqua per ricordare l'alleanza di Dio con il popolo d'Israele, realizzata sulla base delle tavole dei dieci comandamenti, ricevute da Mosè sul monte Sinai.

Gli antichi rabbini, ricordando il dono dei dieci comandamenti sul monte Sinai, avvenuto in mezzo alla tempesta con vento e lampi di fuoco, dicevano che ogni parola che usciva dalla bocca di Dio si divideva in settanta lingue, e il numero "settanta" corrisponde a tutte le nazioni del mondo. Era un modo per ringraziare Dio perché molti pagani si stavano convertendo al giudaismo e stavano imparando a obbedire alla Legge di Jahwh, basata sull'alleanza dei dieci comandamenti. Nella città di Gerusalemme, in occasione di quella festa ebraica, giunsero persone da tutte le nazioni dell'Impero Romano, tutte ricordate da Luca nel suo libro di "Atti degli Apostoli". Ma ora gli apostoli annunciano la nuova legge dell'amore di Dio «effuso gratuitamente nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5), grazie alla venuta del Figlio del Padre, morto e risuscitato per la salvezza dell'intera umanità, e non più solo per il popolo eletto d'Israele.

La Pentecoste è la festa della Parola di Dio che ci annuncia Cristo «Signore».

La festa d Pentecoste è quindi il giorno della riconoscenza per l'azione ispirante dello Spirito Santo nel cuore e nella mente degli autori sacri, chiamati dal Padre a ricordare e scrivere tutto ció che Gesù aveva detto e fatto.

Per noi cristiani Gesù è la Parola definitiva che ci rivela in pienezza il mistero del Padre unito al Figlio nello Spirito Santo e la nuova ed eterna alleanza con tutta l'umanità, che ci rende tutti figli amati dell'unico «“Abbà”, Padre» (Rm 8,15).

Ma Gesù non ci ha lasciato nessuna testimonianza scritta di suo pugno, perché confidava nella missione dello Spirito Santo.

Custodiamo questa fiducia incondizionata di Gesù nell'azione dello Spirito Santo, alla luce del Vangelo: «Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26).

Ringraziamo il Signore per il dono gratuito dello Spirito Santo che «rimane con noi per sempre» (Gv 14,23b), dirige, generazione dopo generazione, l'annuncio missionario della parola di Dio a tutti i popoli, fa in modo che essa sia custodita nel cuore e nella mente di tutte le genti affinché venga il giorno in cui tutti riconoscano che «Gesù Cristo è il Signore» (cf. Rm 10,8-9). L'apostolo Paolo scrive ai Corinzi: «Nessuno può dire: “Gesù Cristo è il Signore”, se non è guidado dallo Spirito Santo»» (1Cor 12,3).

Riconoscere Gesù Cristo come «Signore» della nostra vita e della storia dell'umanità significa centralizzare tutta la nostra esistenza nel mistero pasquale, compartecipando della sua morte e risurrezione, grazie alla preziosissima eredità della presenza divina dello Spirito Santo nel tempio della nostra corporeità vivente. Abbiamo ascoltato: «Se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria» (Rm 8,17).

Invochiamo oggi lo Spirito Santo per poter conoscere e amare Gesù, osservare le sue parole, sentire in noi quanto siamo amati dal Padre unito al Figlio, che, grazie all'eredità divina dello Spirito Santo, vengono a fare dimora nelle profondità della nostra coscienza.

Invochiamo lo Spirito Santo per poter far conoscere e amare Gesù a chi ci passa accanto, sentendoci tutti missionari del cammino della Parola, destinata a tutti i cuori.

È bello rendersi conto che la Parola di Dio viene annunciata in tutte le lingue del mondo e che una moltitudine di persone si sta convertendo, accogliendo Gesù Cristo come centro di tutta la sua esistenza.

Ma non basta essere custodi e annunciatori della Parola, con l'ausilio dello Spirito Santo.

É necessario dar testimonianza della conversione del nostro cuore e di una vita rinnovata e vittoriosa sulle forze divisive del nostro egoismo.
Pentecoste è la festa della conversione del cuore.

La Parola di Dio, custodita nel nostro cuore e nella nostra mente, per essere annunciata e accolta dagli altri, è stata performante, incisiva, rivoluzionaria nella nostra vita personale realizando a più riprese autentiche conversioni del nostro cuore nella dura lotta interiore tra una vita secondo lo Spirito e una vita secondo i desideri egoistici della nostra fragile condizione umana, strutturalmente orientata alla salvaguardia di se stessi.

L'esortazione di Dio, per mezzo dell'apostolo Paolo, ci proietta nella sfida di fare dela nostra corporeità vivente uno strumento di irradiazione della gratuità dell'amore divino, di fronte alla tendenza di cercare di soddisfare primariamente e unicamente i nostri interessi personali.

É una lotta costante e la festa di Pentecoste è la celebrazione di tutte le volte in cui abbiamo potuto sperimentare le svolte vitali della conversione del nostro cuore mediante la resa della nostra libertà all'agire libero dello Spirito Santo in noi.

Abbiamo ascoltato Dio che ci parla per mezzo dell'apostolo Paolo: «Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi» (Rm 8,8-11).

Invochiamo oggi lo Spirito Santo per poter dar testimonianza al mondo che, dove ci sono cristiani consegnati all'azione dello Spirito Santo, non avvengono guerre, divisioni, ingiustizie.

Invochiamo oggi lo Spirito Santo per dar testimonianza al mondo che l'idolatria del denaro e dell'Io non appartengono al vero credente, unificato e centralizzato in Cristo Gesù morto e risuscitato.

Il mondo oggi ha tanto bisogno di segnali concreti di pace e di giustizia, di rispetto dell'altro sia nella relazione intersoggettiva tra esseri umani, sia nella relazione umana con tutta la meravigliosa opera della natura.

Rinnoviamo allora la nostra fiducia nell'eredità divina dello Spirito Santo già presente e agente in noi implorando: «Manda il tuo Spirito Signore, a rinnovare la terra!».

 

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