TESTO Dalla strada al Cuore
don Mario Simula ufficio catechistico diocesi di Sassari
Ascensione del Signore (Anno C) (29/05/2022)
Vangelo: Lc 24,46-53
46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Quando si familiarizza con una Presenza amata, proviamo una profonda sicurezza e una gioia che supera ogni sentimento puramente umano. Anche il solo pensiero che possa abbandonarci ci rattrista e ci sconforta.
Gesù, il Maestro, l'Amico mite e umile, il Samaritano delle nostre esistenze, ricolmo di tenerezza e di dolcezza, ci lascerà soli. Chissà quante volte i dodici si sono detti: “Come faremo!”, dal momento nel quale Gesù rivela il suo ritorno al Padre.
Gesù è docilissimo al progetto di Dio. Come aveva detto, convoca i suoi amici e davanti a loro si stacca dalla terra e va verso il cielo. Gli apostoli rimangono estasiati e rattristati.
Non hanno il coraggio di abbandonare quel luogo del distacco.
Saranno due personaggi vestiti di bianco riportarli alla realtà, virtù di chi crede.
Due cose comprendono gli Undici. La prima è che il Vangelo corre nel mondo attraverso la loro parola resa forte dallo Spirito Santo. Per il discepolo, non è vocazione starsene al chiuso. Il discepolo è destinato al mondo. A tutte le periferie del mondo. Ferite e stanche.
La chiesa è l'ospedale da campo sempre accogliente e aperto. E' accanto. E' come ogni samaritano che ami l'uomo, vicino alla sofferenza della gente della quale sente, per familiarità e consuetudine, l'odore e l'acre puzza delle piaghe fisiche e morali.
Gesù sta per tornare al Padre e ci chiede di immergerci nel mondo, di essere nel mondo, di non distinguerci da ogni altra persona che soffre, piange e gioisce.
Le nostre strade sono quelle polverose delle persone che fuggono dalla schiavitù, dalla persecuzione, dalla miseria per trovare una dignità umana. Sono le strade di coloro che si sono allontanati dalla soglia della famiglia di Dio perché hanno sperimentato soltanto l'indifferenza o le imposizioni.
L'Ascensione al cielo di Gesù significa, per i discepoli, restare sulla terra col pensiero fisso al Padre “con un cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Professando la nostra speranza senza vacillare”.
Noi siamo chiamati ad essere presenza nei secoli e nel tempo di Gesù, nostra gioia e nostra ricchezza.
Tenerissimo e dolce fratello, compagno di viaggio.
Gesù ci domanda di non chiuderci, ma di aprire tutte le porte per raccontare la sua risurrezione e fare in modo che tutti la sperimentino, attraverso la nostra testimonianza.
Purtroppo le nostre comunità e noi stessi, siamo molto lontani dal Risorto. Siamo ricurvi sulla nostra pesantezza. Ci fidiamo delle nostre risorse vecchie e insignificanti.
L'ascensione ci domanda di portare Gesù al mondo. Ci chiede di dare a tutti la sua pace e la sua benedizione.
L'ascensione di Gesù non è un abbandono. Ci chiede di sperimentare una grande gioia e una lode incessante perché il Maestro è andato a prepararci il posto e a prepararlo ad ogni uomo e donna della terra.
Nel frattempo ci dona la soave ricchezza dello Spirito Santo: Consolatore perfetto, dolcissimo Ospite dell'anima, dolcissimo Sollievo. Forza e coraggio. Purificazione e amore.
Sarà lo Spirito a lavare in noi ciò che è sporcizia, a curare ciò che è malato, a ravvivare l'amore del cuore intiepidito, a superare le arsure dei nostri scoraggiamenti, a far saltare le porte blindate delle nostre chiusure per aprirci alla realtà del mondo smarrito e stanco.
Guardiamo pure il cielo che accoglie Gesù risorto.
Sentiamo, però, i piedi bruciare e la terra invitarci con i suoi tracciati scoscesi ad un cammino instancabile.
I sentieri che ci indica Gesù sono assiepati di dolore e di desideri. Di paure e di anelito alla gioia e alla pace del cuore e dei corpi.
Con l'Ascensione Gesù passa dalle strade al cuore. Mette dentro di noi la sua dimora. Rimane con noi sempre, fino al suo ritorno nella gloria.
Gesù non è un fuggitivo, uno che abbandona il campo, uno che si accontenta delle abitudini ormai senza senso.
E' un viandante con noi. È un viandante in noi. E' un viandante per noi e per la creatura smarrita.
Io sono la sua voce, la sua speranza, il suo amore instancabile. Sono la sua Presenza.
Mi chiedo se tutti la vedono o se vanno a cercarla altrove, dove non trovano Gesù, ma la loro disperazione e le loro lotte. Sarò Gesù nel mondo. Lo vedrò in ogni persona che mi cerca. Lo sentirò anche quando sembra perso dietro le nubi. Lui è il Presente.
Gesù, tu non scappi. Tu ci sei. Mi chiedi soltanto di non cercarti fuori di me, ma nella profondità del mio cuore. Lì hai posto la tua stuoia, con una terra dura e un cuscino di pietra.
Tu sei quel vecchio buttato in una casa, cosiddetta, di accoglienza. Tu sei ogni bambino profanato e sfiorito. Tu sei ogni madre che gronda lacrime senza speranza alcuna. Tu sei ogni madre che avrebbe voluto stringere, allattare e amare un figlio mai venuto. Tu sei nei cuori tristi. In quelli avviliti. In quelli che nutrono soltanto pensieri di morte. In quelli che, per stordimento, si abbandonano all'inutilità di una vita vuota.
A questo mondo tu mi mandi. Mandi me prete, pane per ogni fame. Mandi tanti laici che ti cercano ogni giorno e io non riesco a nutrire con la tua parola. Sono sbandati. Annaspano. Pregano invano per trovare la tua casa e la famiglia che la abita.
Gesù, aiutami a non chiudere dall'interno la stanza profumata col il tuo amore, con l'ebbrezza dello Spirito Santi che mandi perché resti accano, con, dentro di noi. Dentro di me. Prete senza fuoco. Prete che ama i funerali e non la vita.
Gesù, tu ritorni al Padre per prepararmi un posto. Nel frattempo ci sei. Piangi, ridi e gioisci, canti alleluia e nenie di dolore per non farmi sentire solo e buttato temerariamente nella mischia di un mondo ostile.
Gesù, stringimi al tuo petto oppure permettimi di ripiegarmi sul tuo cuore oppure dammi il tuo respiro e i tuoi palpiti visto che hai scelto di vivere in me.
Gesù, visitami ogni giorno, resta presente ogni attimo, amami ad ogni sussulto. Amico. Fratello. Maestro.