TESTO La dimora di Dio nella nostra anima attraverso il dono della Parola custodita
VI Domenica di Pasqua (Anno C) (22/05/2022)
Vangelo: Gv 14,23-29
23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Santa Caterina de Siena, nel “Dialogo della Divina Provvidenza”, spiega che il Padre unito al Figlio nello Spirito Santo trova la sua dimora nelle nostre facoltà dell'anima che sono la memoria, l'intelligenza e la volontà.
Perciò diventiamo davvero immagine e somiglianza di Dio nella nostra vita terrena, fino al giorno in cui vivremo eternamente in piena comunione in Dio, dopo la nostra morte fisica, insieme a tutti coloro che hanno creduto.
Lo zaino del "ricordo" della nostra filiazione con il Padre grazie al dono della Parola
La facoltà della memoria è la nostra capacità umana di «custodire» nella mente i fatti significativi della nostra vita passata, a partire dal nostro concepimento nel grembo materno fino al momento presente.
La memoria è come uno zaino che ci portiamo sulle spalle e al suo interno custodiamo il bagaglio di tutti i ricordi belli e brutti degli eventi della nostra storia personale.
Questi fatti, positivi o negativi possono essere il risultato della nostra libertà di scegliere i percorsi che si manifestano nella nostra quotidianità oppure possono anche essere eventi che non dipendono dalla nostra libertà di scelta, ma hanno condizionato la nostra identità umana e cristiana nel bene e nel male, perché ne siamo stati coinvolti involontariamente, essendoci stati donati o imposti.
In ogni momento della nostra vita, il bagaglio di ciò che riusciamo a conservare nella nostra memoria ci aiuta ad esercitare con saggezza la nostra libertà di scegliere tra le possibilità che si presentano davanti a noi, di fronte al futuro del nostro vivere.
La vera «pace», che ci rende persone piene di gioia, si realizza quando l'insieme degli eventi della memoria della nostra vita ci ci aiuta a ricordare che siamo figli amati del Padre Creatore.
Possiamo sperimentare la vera pace, «che non è di questo mondo» (Gv 14,22b), solo quando, guardando a ciò che abbiamo vissuto finora, possiamo percepire che siamo stati costantemente accompagnati, abbracciati dall'amore misericordioso e fedele del Padre. Il Padre ci ama così come siamo, qui e ora, e la sua gioia è la nostra gioia nel sentire la nostra vera dignità di figli, amati da Lui ieri, oggi e sempre.
Tra tutti gli eventi che hanno avuto luogo nella storia della nostra vita, vale davvero la pena ricordare tutte le opportunità che ci sono state offerte, fin dall'infanzia, per ascoltare, pregare la Parola di Dio ed essere evangelizzati.
Riavviviamo in noi il ricordo della testimonianza gioiosa e autentica dei cristiani, tra i quali ci sono anche i membri della nostra famiglia!
Ripensiamo al dono della nostra comunità cristiana con i suoi ministri ordinati, vescovi con i loro presbiteri e diaconi, i suoi catechisti e tutte le proposte pastorali che ci sono state finora offerte per ascoltare, meditare e imparare a custodire la Parola di Dio!
Richiamiamo alla memoria la celebrazione del nostro Battesimo, della Cresima, della prima Eucaristia, del sacramento della Riconciliazione, la celebrazione domenicale del Giorno del Signore, specialmente la celebrazione della Santa Messa!
Ringraziamo per i percorsi catechetici, per i corsi biblici, per gli incontri di preghiera in piccole fraternità riunite attorno alla Parola di Dio!
Per noi cristiani sono "ricordi" molto importanti che portiamo nello zaino della nostra memoria, perché la nostra fedeltà a questi eventi ci ha insegnato a custodire nel cuore e nella mente la grande ricchezza della Parola di Dio, ci ha fatto sperimentare la tenerezza del Padre, ci ha fatto conoscere e amare Gesù Cristo.
Il fulcro di Cristo Signore custodito dalla nostra intelligenza
La facoltà dell'intelligenza è la nostra capacità di conoscere e amare Gesù Cristo, riconoscendo che la sua morte e risurrezione è l'evento più importante nell'intera storia dell'umanità e anche nella nostra storia personale, perché solo Gesù Cristo è il nostro vero Redentore, colui che ha il potere di riscattarci da tutti i fallimenti della nostra vita, ha il potere di trasformare tutti gli eventi negativi che ci hanno ferito e hanno frantumato la nostra autostima in opportunità per una nuova vita, una nuova nascita.
Arriva un momento in cui la nostra intelligenza ci fa capire che Gesù ha il potere di trasformare i segni di morte nella nostra società (guerre, ingiustizie, mancanza di rispetto per la natura), in opportunità per nuove esperienze di riconciliazione, di recupero della dignità perduta, di relazioni più rispettore verso tutte le creature del nostro meraviglioso pianeta.
La vera «pace», che ci rende persone piene di gioia, avviene quando la nostra intelligenza ci porta a custodire il nome di Gesù Cristo mettendolo al centro di tutti i nostri pensieri affinché Egli ispiri ogni nostra azione.
«Gesù Cristo è la nostra pace» (Ef 2,14) quando riconosciamo liberamente che «Lui è il Signore» della nostra vita, «Gesù Cristo è il Signore» della storia dell'umanità e dell'intero universo in cui esistiamo. Questo è il segno che custodiamo davvero nel nostro cuore e nella nostra mente la grande ricchezza della Parola di Dio: la nostra fede, perché abbiamo scelto Gesù Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza, come fulcro centrale di tutto la nostra vita e siamo spinti a fare del nostro corpo un “seminatore” dell'amore gratuito che unisce il Padre e il Figlio attraverso la facoltà della nostra volontà.
Il piede, la mano, l'orecchio dello Spirito Santo accanto al piede, la mano e l'orecchio della nostra volontà
La facoltà della volontà è la nostra capacità di amare liberamente, riuscendo a vivere una vita morale che va al di là del principio egoistico del potere che ci spinge a competere con gli altri, a puntare all'autorealizzazione con le nostre sole forze umane e a cercare la vanagloria. Possiamo andare oltre il piacere che ci spinge a soddisfare i nostri desideri personali usando e abusando degli altri. Possiamo superare la paura che ci fa difendere i nostri beni materiali, il nostro denaro, le nostre sicurezze, e ci fa considerare gli altri come potenziali nemici dei nostri interessi.
La vera «pace», che ci rende uomini pieni di gioia, avviene quando scopriamo in noi la presenza gratuita dello Spirito Santo, nostro vero consolatore, avvocato, difensore, santificatore.
Lo Spirito Santo, inviato in noi dal Padre, attraverso il Figlio morto e risuscitato, è come se fosse parte integrante dei nostri piedi, delle nostre mani, delle nostre orecchie. Facciamo in modo che il nostro agire sia uguale a quello degli apostoli che praticarono la sinodalità al Concilio di Gerusalemme e scrissero quella lettera per tutte le comunità cristiane, frutto di un edificante discernimento comunitario. Essi si presentarono agli altri fratelli e sorelle in Cristo come «Noi e lo Spirito Santo» (At 15,28). .
Un piede, una mano, un orecchio rappresentano la nostra buona volontà d'azione nel nome di Cristo, ma coscienti di agire insieme al piede, alla mano e all'orecchio dello Spirito Santo.
In questo modo saranno superati tutti i conflitti e le divisioni in nome dell'unità nella carità.
La Parola di Dio del Vangelo di questa domenica ci faccia entrare in questo grande mistero della dimora della Santissima Trinità nel tempio vivo del nostro corpo, a partire dalla nostra scelta di «custodire la Parola di Dio», che è del Padre, è la verità definitiva, rivelata con la venuta del Figlio, verità confermata nell'Eucaristia, che diviene sapienza insegnata, per essere praticata, con la luce e con l'azione dello Spirito Santo, il nostro sicuro Paraclito.
Dimora di Dio con i nostri corpi diventiamo la Gerusalemme celeste scesa dal cielo
Condividendo tra noi la nostra libera scelta di lasciare che il Padre, unito al Figlio nello Spirito Santo, si prenda cura della nostra memoria, intelligenza e volontà, diventeremo in questo mondo pietre vive della Gerusalemme celeste, continuità dell'antico popolo di Israele, rappresentato attraverso le porte della visione dell'Apocalisse, ora fondata sulle mura dei dodici apostoli, la cui predicazione costituisce il punto di riferimento della nostra fede.