TESTO La vita ha senso solo se si ama
don Roberto Rossi Parrocchia Regina Pacis
V Domenica di Pasqua (Anno C) (15/05/2022)
Vangelo: Gv 13,31-35
31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
La gioia più grande che sperimentiamo nella vita è quella di sentirsi amati e di poter amare. Annalena Tonelli, questa martire della carità, dice: “La vita ha senso solo se si ama. Nulla ha senso fuori dell'amore. La mia vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la morte e tante volte sono stata per anni nel mezzo della guerra”. La guerra è la tragedia e la sofferenza anche di questi nostri giorni. Dice Annalena: “Ho sperimentato nella carne dei miei, nella mia carne la cattiveria dell'uomo, la sua perversità, la sua crudeltà, la sua iniquità e ne sono uscita con una convinzione incrollabile che ciò che conta è solo amare. Se anche Dio non ci fosse, solo l'amore ha un senso, solo l'amore libera l'uomo da tutto ciò che lo rende schiavo, in particolare solo l'amore fa respirare, crescere, fiorire, solo l'amore fa sì che noi non abbiamo più paura di nulla, che noi rischiamo la vita per i nostri amici, che noi: tutto crediamo, tutto sopportiamo, tutto speriamo ed è allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta. Ed è allora che la nostra vita diventa bellezza, grazia, benedizione”.
Il Vangelo oggi ci riporta qualche espressione di quel lungo e profondo dialogo che Gesù ha intessuto con i suoi nell'ultima cena, cioè nel momento più santo, quasi a dare il vero testamento della sua vita di Figlio di Dio, fatto uomo, salvatore. Dice: “Il Figlio dell'uomo è stato glorificato”, in quel momento della passione è stato glorificato, “Dio è stato glorificato in lui e Dio lo ha glorificato da parte sua e lo glorifica da subito”: siamo a poche ore dalla sua passione, morte e risurrezione e il Padre glorifica il Figlio e il Figlio dà gloria al Padre. Nella Trinità non si vive per sé ma per l'altro. L'amore è la gloria, la vita, la luce. Poi Gesù dice: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri... Come Io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. E ripete ancora: “Tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. L'amore di Dio: “Io in loro e tu in me, prega Gesù, perché siano perfetti, siano consumati nell'unità”. Di fronte a questo comandamento nuovo, a questo comandamento di Gesù,”questo è il mio comandamento”, sentiamo il bisogno di essere umili, riconoscendo le tante mancanze di amore che abbiamo. Non ci si può illudere di vivere nell'amore, perché si ripetono le parole di Gesù, perché le sappiamo a memoria, perché sono belle, perché ci fanno sentire a posto. Occorre invece chiedere perdono, riconoscere, pentirci e convertirci per le tante mancanze di amore che viviamo nelle nostre famiglie, nella relazione gli uni verso gli altri, nella vita di coppia, nel rapporto genitori e figli, figli e genitori, nel rapporto con gli anziani e i malati.
E' necessario riconoscere le nostre mancanze di amore nella comunità cristiana, in parrocchia, nel proprio gruppo... A volte non solo non c'è amore ma si finisce per creare tanta sofferenza negli altri, con il rischio di sentirci a posto, in coscienza davanti a Dio. Davanti a Dio potrei rischiare di illudermi. Posso sentirmi sereno solo se sono a posto con le persone, col prossimo, perché questa è una cosa molto concreta. E a volte ci può essere la tentazione, la mancanza di amore nel voler primeggiare, imporre, giudicare, sparlare, criticare, mormorare, vivere la relazione con gli altri secondo i pregiudizi che ci siamo fatti... A volte ci sono persone che sono bloccate e rovinate dai pregiudizi degli altri. Ma soprattutto è importante vedere i tanti atti di amore, di amore sincero e vero, che vivono le persone non solo nelle grandi cose, ma anche nelle azioni più semplici e ordinarie. È bello vedere tutte le parole, i gesti, le azioni, i sacrifici di amore che si vivono nelle famiglie.
Una coppia nel 50º di matrimonio mi ha detto: “Abbiamo cercato di volerci bene, non ci siamo mai detti: fatti in là”. Un'altra coppia afferma: “Il segreto dei nostri lunghi anni di matrimonio è che ci siamo sempre rubati i sacrifici”, cioè hanno fatto tutto il possibile per aiutare l'altro, senza farlo vedere. Pensiamo come è importante e bello esprimere nella vita di famiglia le parole buone, comprensive, incoraggianti, poi la tenerezza, il sorriso, l'unità, l'impegno, i sacrifici vissuti con amore. È importante non lasciarsi sopraffare dalle tensioni e dal nervosismo. Anche nella comunità cristiana. E' una cosa santa la premura vicendevole, la stima, “gareggiate nello stimarvi a vicenda”, che “l'altro cresca e io diminuisca...” Il Signore rende feconda l'umiltà, la carità, la bontà. Di qualcuno si sente dire: “è una bella persona, buona con tutti, non l'ho mai sentito dire una parola non buona verso qualcuno”. E' bello nelle nostre comunità cristiane rendersi simpatici, costruire esperienze e comunità gioiose e attraenti, dove si va volentieri, si sta bene insieme, ci si aiuta, ci si capisce. “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli”.