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TESTO La mia anima esulta nel mio Dio (224)

don Remigio Menegatti   Parrocchia di Illasi

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III Domenica di Avvento (Anno B) - Gaudete (11/12/2005)

Vangelo: Gv 1,6-8.19-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,6-8.19-28

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto:

Rendete diritta la via del Signore,

come disse il profeta Isaia».

24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Is 61,1-2.10-11), in continuità con le domeniche precedenti, torna sulla figura e il ruolo del Messia: consacrato da Dio e mandato a portare l'annuncio della salvezza a chi più ne ha bisogno. La gioia e l'esultanza del Messia esprimono la sua piena disponibilità a vivere il compito assegnato, sicuro di poter confidare nella fedeltà di Dio. Infatti, come la terra fa germogliare e mature i frutti, così Dio fa spuntare e crescere la giustizia perché i poveri possano nutrirsi di questo dono.

Il vangelo (Mc Gv 1,6-8.19-28) mostra l'attuazione della promessa: il Battista spiega che non è lui il Cristo, il Messia atteso. Lui è solo voce che avverte il popolo della liberazione e della salvezza, e invita a prepararsi per accoglierla. Il Messia ha un compito ben superiore a quello del Battista: dona lo Spirito e non solo un gesto penitenziale com'è il battesimo nell'acqua Giordano.

Lc 1,46-50.53-54
L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.

D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia

si stende su quelli che lo temono.

Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia.

Questa domenica come risposta alla prima lettura non usiamo un salmo vero e proprio, bensì il cantico evangelico che esprime la gioia di Maria, che comunica la sua risposta positiva all'angelo Gabriele.

Nel vangelo infatti ci sono dei racconti dove emergono delle parole importanti, che nel tempo sono state usate come preghiera anche dai discepoli di Gesù "di generazione in generazione".

Le parole che troviamo sulla bocca di Maria sono già eco di altre, altrettanto importanti: si tratta di Isaia. Anche la Vergine di Nazaret, Madre di Dio, sulla scia del grande profeta, magnifica il Signore, lo loda e lo esalta perché le sue promesse si stanno attuando pienamente e proprio anche grazie alla sua risposta generosa.

Un commento per ragazzi

Se noi assistiamo alla corsa ciclistica in televisione riusciamo a seguire tutte le fasi della gara, e distinguiamo bene – aiutati dai sottotitoli che appaiono sullo schermo - i vari gruppetti dei fuggitivi, il grosso del gruppo, gli eventuali ritardatari. Vediamo riportati anche i distacchi riproposti in sovrimpressione.

Se seguiamo la gara dalla strada guardiamo passare tutti i concorrenti, ma non sempre risulta chiaro lo sviluppo della corsa. Se poi siamo in prossimità del traguardo sul lungo violone dell'arrivo, scorgiamo in lontananza i primi, e non appare subito chiaro chi sia in testa.

Succede poi che nelle ultime centinaia di metri alcuni si spostino improvvisamente, lasciando il posto ad altri, normalmente della stessa squadra. Si tratta del "treno" dei gregari che sta tirando la volata al velocista. Se la strategia funziona, sono più d'uno in fila, e quello immediatamente davanti al campione si stacca per ultimo. Visto dal traguardo appare quello con maggiori possibilità di vittoria. Invece di solito arriva solamente tra i primi.

È un po' quello che accade a Giovanni: sul "violone del traguardo" di questa grande gara –autentica sfida tra il bene e il male - che è la storia di salvezza appare il Battista, così che molti rischiano di confonderlo per il sicuro vincitore della corsa: il Messia. Giovanni è il gregario più vicino al campione; poco prima del traguardo si sposta e lascia strada al Messia.

Noi che leggiamo la storia della salvezza come gli spettatori comodamente seduti in poltrona, davanti al televisore.

Conosciamo nomi e vicende di alcuni dei partecipanti: i vari profeti che lungo i secoli hanno annunciato l'arrivo del Messia, sostenendo la fede del popolo eletto.

Chi incontra Giovanni lungo le rive del Giordano, verso il Mar Morto, è portato a pensare che l'uomo che stanno ascoltando, perché parla di salvezza e invita alla conversione, sia certamente il Messia. È da tempo che sono ai bordi di quella strada che si chiama storia di salvezza, in attesa di veder spuntare finalmente colui che li libera. Attendono uno su cui è sceso lo Spirito, consacrato con l'unzione, mandato da Dio a portare il lieto messaggio della liberazione soprattutto a chi vive una realtà di sofferenza e oppressione. Hanno ben chiare le parole di Isaia, e sperano di poter gioire nel Signore, esultare in Dio, vedendo che la salvezza e la giustizia germogliano con la stessa vitalità con cui fioriscono e maturano i frutti nella loro fertile terra.

Un atteggiamento importante è guardare i fatti con positività, speranza, usando l'ottimismo che aiuta a scoprire i segni positivi e fa aprire gli occhi per accorgesi della loro crescita.

Senza questo stile diventiamo dei brontoloni, pronti a lamentarci di tutto, sempre pessimisti, incapaci di scoprire le novità e il bene che ci circonda.

Maria è modello di chi attende la salvezza, e collabora perché si realizzi. Anche lei come Isaia, come Giovanni, come tanti "poveri di Dio", aspetta il Messia. La sua non è un'attesa passiva, stanca, demotivata. Si mette a servizio di Dio e canta a lui la sua gioia di poter essere anche lei, umile serva, collaboratrice di colui che fa cose grandi perché è potente e santo.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, abbiamo scoperto che tu sei "Padre degli umili e dei poveri", perché tu "chiami tutti gli uomini a condividere la pace e la gioia del tuo regno". Anche noi, a nome di tutti questi uomini ti chiediamo: "donaci cuore puro e generoso, per preparare la via al Salvatore che viene". È il tuo Figlio, che diventa uomo per far diventare noi pure tuoi figli. È il vero campione, e ci coinvolge nella sua vittoria.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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