TESTO Ricominciamo!
don Alberto Brignoli Amici di Pongo
III Domenica di Pasqua (Anno C) (01/05/2022)
Vangelo: Gv 21,1-19
1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Pronti? Via! Si riparte! Questa è la sensazione che stiamo avendo nei primi due giorni di questi ultimi due mesi. 1° Aprile 2022: graduale allentamento di alcune misure restrittive e del venire meno dell'obbligo del Super Green Pass; 1° Maggio 2022: graduale abbandono delle certificazioni verdi e dell'obbligo di mascherina al chiuso, seppure con una certa gradualità. Ci sarà qualcosa anche il 1° Giugno 2022? Può darsi: al di là di tutto, e al di là delle date che di volta in volta ci vengono indicate, si ha la sensazione che ci sia un progressivo e crescente desiderio di tornare alla normalità, di tornare alla vita di prima, di volersi lasciare alle spalle un periodo buio che dura da ormai troppo tempo, anche se in realtà si lascia un periodo buio per addentrarci in un periodo oscuro, o quanto meno nebuloso. Non mi riferisco, ovviamente, solo al superamento della pandemia (che peraltro pare essersi attenuata, ma a buon conto tutt'altro che superata); è evidente che il pensiero va all'assurda guerra a cui stiamo assistendo nel cuore del nostro continente europeo, e anche all'economia che fatica a riprendersi (per usare un eufemismo) proprio a causa delle due calamità precedentemente citate. Insomma, possiamo anche avere tutto il desiderio e la buona volontà di questo mondo nel cercare di tornare alla vita di prima, ma...non è che stiamo ottenendo grandi risultati! Come mai?
Eh...bisognerebbe chiederlo ai “magnifici sette” che quella mattina si ritrovarono sulle rive del mare di Tiberiade dopo aver passato una notte di pesca nella quale non hanno preso neppure un'alga impigliata nella rete... Anch'essi volevano provare a ripartire, dopo la debacle di quei giorni di Pasqua, durante i quali non avevano avuto grandi motivi per festeggiare, anzi: avevano assistito (la maggior parte di essi a distanza) al funerale del loro capo, del loro Maestro, sul quale avevano investito ben tre anni della loro vita e che era stato eliminato da un inciucio tra l'invidia dei capi religiosi e il timore dei capi politici, proprio nel momento in cui sembrava che stesse portando a compimento il proprio progetto del Regno di Dio. E invece...tutto è finito miseramente, per di più con degli strascichi non del tutto chiari, in quanto il suo corpo è sparito pochi giorni dopo la sua sepoltura, qualcuno dichiara di averlo visto vivo, diversi testimoniano di aver ricevuto da lui l'incarico di recarsi in Galilea per incontrarlo nuovamente, nella speranza di poter ricominciare da capo... Cosa che questi sette hanno fatto: stando ai loro nomi e alla loro attività lavorativa, abbiamo buone probabilità di pensare che fossero tutti Galilei, pescatori di professione. E proprio per questo, desiderosi di lasciarsi alle spalle dubbi e paure, incertezze e sconfitte del passato, hanno fatto come noi: pronti? Via! Ritorniamo alla vita di prima. Come noi, pure loro senza grandi risultati. E sì che la situazione per ripartire era ideale: tutti pescatori, perfettamente attrezzati, con un leader che prende l'iniziativa e che forma una squadra di sette persone (i numeri nella Bibbia non sono mai a caso...siamo nell'ordine della perfezione, della completezza): insomma, avevano anch'essi tra le mani il loro “PNRR”! Entusiasmo quasi alle stelle che però si smorza al termine di una notte in cui non prendono assolutamente nulla: non erano più capaci neppure di fare il loro mestiere.
Era notte, in tutti i sensi. E quindi, forse, era bene aspettare l'alba, il giorno nuovo, quello in cui si presenta sulla riva l'ottavo uomo (ottavo, come il giorno dopo il settimo, quello dopo il sabato, quello che accade “otto giorni dopo” con anche Tommaso presente... quanti riferimenti alla vita nuova!). L'ottavo uomo, che noi ora, a forza di leggere il Vangelo, sappiamo chi è, ma loro non erano capaci di riconoscere, fa domande veramente deprimenti: “Non avete nulla da mangiare?”. Risposta secca e seccata: “No”. E l'ottavo uomo insiste, e dalla domanda deprimente passa alla proposta insensata, che sa quasi di presa in giro: “Gettate la rete”. Chissà cosa avrebbero voluto rispondere in quel momento... dare un consiglio a loro, uomini di Galilea, esperti pescatori, che dopo una notte di fatica inutile si sentono dire così da uno sconosciuto (immaginiamoci una scena del genere con un turista che su una qualsiasi delle migliaia di spiagge della nostra bella Italia fa una proposta di questo tipo a un gruppo di pescatori “incavolati”, da poco rientrati da una notte andata a vuoto...). Eppure, riprovano. Tant'è, non hanno nulla da fare e soprattutto nulla da perdere. E poi, a Simon Pietro una cosa di questo tipo era già capitata, tre anni prima: proprio con il loro Maestro, falegname di Nazareth che non aveva mai visto una barca in vita sua e che gli aveva fatto fare una pesca a dir poco miracolosa dopo una notte in bianco... tentar non nuoce!
E infatti, le cose vanno bene, eccome! Al punto che tutti quanti, a quel punto, capiscono chi è l'ottavo uomo e corrono a riva trascinando a terra una rete stracolma (si ricordano addirittura il numero di pesci...). Pietro, poi, come suo solito, si fa prendere dall'entusiasmo e si butta in acqua vestito, per raggiungere il Maestro, con l'aiuto del quale, e solo con il suo aiuto, capisce che può ritornare alla normalità della vita. Come? Con tre sacramenti celebrati in un colpo solo: il Battesimo (nelle acque del mare di Galilea), l'Eucarestia (il pane spezzato con Gesù e gli altri discepoli) e la Riconciliazione (quel perdono per il triplice tradimento ottenuto con la triplice dichiarazione di amore per Gesù). Adesso, e solo adesso, è il momento di seguire Gesù, non prima, durante l'ultima cena, quando Pietro voleva andare addirittura in croce con lui! Adesso, e solo adesso, per lui e per i suoi fratelli, è giunto il momento di ripartire, di tornare - rinnovati - alla vita di prima.
Questo dice qualcosa, a noi che vogliamo ritornare alla vita di prima ma ci accorgiamo che per mille motivi facciamo fatica? Sì... ci dice molto. Ci fa capire che non c'è ritorno alla vita di prima se non attraverso un processo fatto di ritorno all'essenzialità delle origini, di comunione tra noi e soprattutto di riconciliazione. E per noi che crediamo, il riferimento al Battesimo, all'Eucaristia e alla Riconciliazione possono diventare un ulteriore motivo di stimolo, in questa ripartenza.
Ripartenza che avviene solo se siamo capaci di ritornare all'essenzialità, a ciò che conta veramente, come dicevamo durante i periodi più bui e che poi abbiamo dimenticato: “Non saremo più quelli di prima, ci concentreremo sulle cose che contano”. Per poi vedere che, anche solo in televisione, i programmi demenziali aumentano, convinti così di poterci annebbiare di nuovo la mente e farci fare quello che essi vogliono.
Ripartenza che avviene solo siamo capaci di fare comunione, di spezzare il nostro pane e i nostri pesci con chi ha più fame di noi: e le occasioni, inutile dirlo, le abbiamo sotto gli occhi quotidianamente, non solo per via di questa guerra.
Ripartenza che avviene solo se accettiamo di percorrere un processo di riconciliazione e di riappacificazione. E per fare quest'ultima cosa, la più difficile, occorre abbandonare il nostro stile radicale e radicalizzante di vivere questo periodo storico. Basta con le contrapposizioni “sì vax - no vax”, “sì mask - no mask”, “sì pass - no pass”! Basta con i talk show del “chi più grida, più vince”! Basta con i post, gli stati, i twitt, i tik tok e le storie e che assolutizzano le nostre idee: ormai tutti sanno come la pensiamo! Tant'è, di gente che vuole avere ragione ne è piena la terra, e non solo!
Puntiamo, invece, a ricreare una società in cui nonostante le differenze e nonostante gli errori commessi da ognuno di noi si riesca ad andare d'accordo guardando all'unico scopo da raggiungere e di cui abbiamo veramente bisogno: essere felici! Perché, in fondo, la gioia e la pace sono gli unici veri doni del Risorto.