TESTO Solo chi ama risorge
don Antonino Sgrò è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!
III Domenica di Pasqua (Anno C) (01/05/2022)
Vangelo: Gv 21,1-19
1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Era necessario che il Risorto si manifestasse di nuovo, affinché i discepoli potessero risorgere a loro volta ed essere costituiti come comunità evangelizzante. Da soli non ce l'avrebbero fatta: troppo era lo smarrimento della morte; ancora confusa la percezione delle apparizioni. Quando il presente e il futuro non hanno contorni definiti e per questo non ti comunicano pienezza di vita, ciò che puoi fare è rifugiarti nel passato, col rischio tuttavia di vivere da fuggiasco dell'esistenza. Sì, perché la vita è andare avanti, anche un piccolo passo ogni giorno, verso il Padre. Essi invece sono tornati dalla mamma, come un adulto che conosce una involuzione, tenendosi legati al cordone ombelicale delle loro occupazioni passate piuttosto che lanciarsi verso la vita nuova che Gesù aveva già promesso. «Ma quella notte non presero nulla», commenta l'evangelista, ponendo una pietra tombale sul lavoro di questi poveri pescatori, che senza Cristo non possono far altro che trascinare stancamente le loro reti vuote.
Eppure, dopo la notte oscura dell'ennesimo fallimento umano, ecco stagliarsi all'alba la figura di un mendicante, che chiede loro da mangiare. Non mette il dito nella piaga, al massimo aveva concesso a Tommaso di farlo su di sé, ma vuole ristabilire una relazione umana, che quasi sempre si concretizza nella condivisione del cibo. Sarà Lui a fornire l'alimento di questo rapporto rinnovato, invitando a gettare le reti in mare. Perché i discepoli si fidano? Eppure non lo hanno ancora riconosciuto. Probabilmente perché la fede a volte è così: portiamo avanti le pratiche religiose pur non essendo del tutto convinti, forse perché non abbiamo il coraggio di abbandonare completamente, anche se lo abbiamo pensato spesso. Ma è sui nostri desideri poveri che Dio agisce, è persino sui nostri atti di generosità vissuti contro voglia che il Signore costruisce.
Dinanzi all'abbondanza della pesca, il discepolo amato si mostra ancora campione nel riconoscimento amoroso di Gesù, mentre Pietro è il primo nell'intraprendenza dell'azione. Se fino a questo momento aveva gettato le reti in mare, finalmente getta se stesso, avendo prima però stretto «la veste attorno ai fianchi», come Cristo Servo alla lavanda dei piedi. Si spoglia delle presunzioni che lo avevano indotto a peccare, e forse anche del senso di colpa per il triplice rinnegamento che avrebbe potuto paralizzarlo. Adesso il suo nuotare verso il Signore non è insidiato dalla paura di annegare, ma è una corsa verso l'Amato. Commovente lo slancio dell'apostolo, oggi non sempre visibile nei pescatori di uomini: è la generosità che si può riscontrare in chi è animato da uno spirito autenticamente missionario, originato necessariamente da un contatto stretto, fisico con Gesù. Non sappiamo se Pietro toccò Gesù, il cui corpo era pur sempre trasfigurato, ma non possiamo fare a meno di pensare che solo da un contatto ‘corpo a corpo' con Cristo nasce ogni feconda opera di evangelizzazione.
La rete piena di tutte le specie di pesci allora conosciute indica che il successo dell'annuncio è sempre legato all'ascolto della Parola del Signore nell'intimità della preghiera. Con infinita tenerezza di madre, il Risorto fa trovare del pesce arrostito per il loro nutrimento e la loro gioia; questo viene unito a quello appena pescato, perché l'opera di Dio e quella dell'uomo si fondono fino a diventare un tutt'uno nell'amore.
Ed è un dialogo d'amore che Gesù intesse con Pietro. Da un lato ha bisogno dell'amore del discepolo, perché Gesù si nutre dell'amore del Padre e di quello dell'uomo; dall'altro vuole liberare l'apostolo perché torni a raccontare l'amore prima rinnegato. Non è un canto perfettamente riuscito, perché Pietro confessa un amore non ancora agapico, capace di dare la vita: mentre Gesù gli chiede ‘Mi ami?', egli risponde ‘Ti voglio bene'. Questo è vero per ciascuno di noi, convinti di cercare Dio, mentre invece cerchiamo noi stessi persino nella preghiera e nel volto dei fratelli, cerchiamo cioè soddisfazioni per i nostri bisogni, presenze per i nostri vuoti, rischiando di non tendere al Signore solo per puro amore. Non è ancora maturo l'amore di Pietro, tuttavia Gesù non lo disprezza, lo sa accogliere, invitandolo a compiere un percorso che lo porterà a dare la vita. Ciò avverrà nella maturità del discepolo, che non obbedirà più a se stesso, non si darà i ruoli che ha scelto per sé, ma si farà condurre da Dio e dalla vita, esprimendo una docilità che lo renderà autentico seguace di Cristo, e per questo strumento della sua misericordia.