TESTO Commento su At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29
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VI Domenica di Pasqua (Anno C) (22/05/2022)
Vangelo: At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29
23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Questa domenica invitiamo a rileggere il trattato “Adversus haereses” di Sant'Ireneo, vescovo di Lione, nel quale risalta in modo meraviglioso quale sia il cammino della Chiesa nella tradizione viva della fede: “Avendo ricevuto da Gesù e dagli Apostoli messaggio e fede, la chiesa li custodisce con estrema cura, tutta compatta come abitasse in un'unica casa, perché ovunque disseminata. Vi aderisce unanimemente quasi avesse una sola anima e un solo cuore. Li proclama, li insegna e li trasmette all'unisono, come possedesse un'unica bocca. Perché infatti nel mondo diverse siano le lingue, unica e identica e la forza della tradizione. Per cui le chiese fondate in Germania non credono e non trasmettono una dottrina diversa da quelle che si trovano in Spagna o nelle terre dei Celti o in Oriente o in Egitto o in Libia o al centro del mondo. Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l'universo, così la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere alla conoscenza della verità.”
La Chiesa continua il suo viaggio nonostante le difficoltà di comprensione tra i popoli e nella chiesa stessa, oggi la chiesa vive un momento drammatico perché in forma eclatante e visiva abbiamo un popolo contro l'altro, ma ancor di più, chiesa contro chiesa nell'interpretazione che ti giustifichi quello o questo nostro pensar. Quante paure oggi nel cuore delle persone. Paura per il futuro incerto, per il lavoro precario, degli affetti vacillanti e, per il vicino di casa straniero, per il dolore della malattia e il vuoto della solitudine, per la violenza del terrorismo e della delinquenza in città.
L'invito a non avere paura è costantemente presente nella relazione del Signore Gesù con i suoi discepoli. Lo ritroviamo anche all'inizio versetto 1 e alla fine del versetto 27 di questo capitolo 14 del Vangelo di San Giovanni da cui è preso il brano evangelico di questa domenica di tempo pasquale.
In questa domenica vediamo alcuni verbi che ci potranno aiutare nel nostro cammino.
“Verremo a lui” si realizza non solo nell'uomo che cerca Dio, ma Dio stesso per amore si mette alla ricerca di ogni uomo “Adamo dove sei?”... questa ricerca ha reso presente Dio nella storia. la condizione essenziale perché tutto l'amore di Dio si realizzi a concedersi all'amore completamente senza riserve. “Se uno mi ama...” un amore non generico, astratto e neppure solo emotivo. Un amore suscitato dall'essere amati da Lui e per questo capace di fiducia, ti ascolto, di disponibilità, di obbedienza, nella scelta concreta e quotidiana della vita. Maria si è fatta trovare disponibile in quell'amore che si chiama “Eccomi”, Maria è diventata, per opera dello Spirito, dimora di Dio in mezzo agli uomini.
“V'insegnerà ogni cosa...” Nel lungo discorso di addio ai suoi discepoli vedasi - Giovanni 13,31-14,31 - Gesù per ben cinque volte parla del suo non lasciarci soli, della sua nuova presenza nella storia attraverso il dono dello Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome. Questo spirito è chiamato Consolatore. In greco “Paraclito” e cioè colui che sta vicino, che ci difende e ci sostiene. Colui che ci insegnerà ogni cosa e ci ricorderà tutto ciò che il Signore ci ha detto. Per mezzo dello Spirito sarà possibile vivere la relazione essenziale per ogni vero discepolo di Gesù: il rapporto vivo e costante con Lui, il Crocifisso risorto. L'uomo spirituale vive ogni giorno l'indispensabile rapporto con Gesù, per cui Lui diventa il punto di riferimento ultimo della vita, colui dal quale mi faccio misurare e guidare nel modo di pensare, di sentire, agire.
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.” Con queste parole noi dobbiamo costruire, difendere, un impegno che abbracci tutta la nostra esistenza ad agire, in una giustizia di verità e di amore, che possa liberarci da ogni paura, da ogni timore.
Non siamo soli, e il segno della sua presenza è la pace che Gesù dona ai suoi discepoli. Essa è molto diversa da quella che gli uomini si augurano e tentano di realizzare. La pace di Gesù sgorga dalla vittoria sul peccato, sulla mancanza di fiducia in Dio, sulla incapacità ad amare gli altri come fratelli.
Non a caso Giovanni nel suo Vangelo parla di pace solo nel contesto della passione e della resurrezione. Il dono della pace viene annunciato all'inizio della passione E si realizza nell'incontro di Gesù risorto con i discepoli nel Cenacolo. Si tratta di un vero dono che viene solo da Dio, è solo opera di Dio che dona ai discepoli come segno della sua presenza. Ogni discepolo, chiamato oggi a seguire Gesù portando la croce, porta in sé la pace del Crocifisso risorto nella certezza della sua vittoria e nell'attesa della sua venuta definitiva.
DOMANDA
Come singolo, come coppia, come famiglia, come comunità la PACE è mettere in discussione il mio fare o la capacità del mio essere prossimo?
Claudio Righi