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TESTO Una Bellezza possibile

don Mario Simula   ufficio catechistico diocesi di Sassari

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II Domenica di Quaresima (Anno C) (13/03/2022)

Vangelo: Lc 9,28-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,28-36

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Gesù chiama Pietro, Giacomo e Giovanni e fa loro una proposta inattesa: “Salite con me sul monte. Ho da farvi fare un'esperienza particolare. Un'esperienza che non appartiene a questo mondo, ma può appartenere a noi!”.
I tre amici di Gesù si sentono incuriositi e privilegiati per la proposta del Maestro.
Non esitano un istante. Aderiscono con entusiasmo alla prospettiva che si apre davanti a loro.
Salgono insieme con Gesù sul monte. In silenzio. I tre non osano porre domande.
Gesù stesso evita di parlare, come se, nelle sue intenzioni, volesse preparare i discepoli a ciò che li attende. E niente più del silenzio prepara agli incontri decisivi con Dio. Soprattutto quando il silenzio non è soltanto umano, ma è carico di attesa e di sorpresa.
Sul monte Tabor avviene l'inimmaginabile.
Gesù l'amico, il compagno di strada e di peregrinazioni, l'uomo della Parola e dei fatti di bontà donati a tutti a piene mani, si trasforma davanti agli occhi esterrefatti di Pietro, Giacomo e Giovanni.
Diventa un mare di luce che lo avvolge. Le sue vesti brillano di un bianco chiarissimo e accecante.
Il suo Volto è quello del Figlio di Dio, dell'inconoscibile, del misterioso.
Gli amici di Gesù si prostrano a terra in adorazione, presi dal sonno, da una grande paura e da un più grande desiderio di contemplazione. Pietro è talmente affascinato che, nel timore, non sa cosa dire.
Riesce soltanto a fare una proposta:”Facciamo tre capanne: una per te, Gesù, una per Mosè e una per Elia”.
Anche Mosè ed Elia entrano pienamente alla scena. Mosè per rappresentare la Legge antica, Elia per tenere desta la memoria dei profeti che sempre avevano parlato come testimoni di Dio.
Ciò che lascia più perplessi i tre apostoli è la presenza della Nube, simbolo di Dio.
Li avvolge. Li ricopre. Sta per annunciare dal cuore la sua “bella notizia”.
Dalla nube si fa sentire una voce che dice: “Questi è il mio Figlio. L'Amatissimo. Ascoltatelo”.
In una frase è descritto il secondo passaggio della Quaresima. Non esiste cammino di conversione che non si fondi sull'ascolto del Figlio, delle sue parole, dei gesti di amore che compie.
Quaresima è tempo di ascolto. E' tempo di docilità del cuore che si lascia istruire da Dio. E' tempo di umile adesione al Signore che ci fa entrare nel suo racconto per renderci protagonisti di una vita sconvolgente.
Tra sonno, paura e fascino, i tre amici di Gesù vivono una vicenda umana e spirituale che li colloca, ormai, su un sentiero che non è fatto di sola contemplazione, ma entra nel vivo della vicenda di Gesù.
Quando tutti e tre “si risvegliano” dal fulgore di una bellezza tremenda e soave, si guardano attorno e vedono soltanto Gesù come erano abituati a vederlo ogni giorno, per le strade, a colloquio con tutti, soprattutto con gli ultimi della terra.
Ormai davanti al loro sguardo c'è il Maestro che va “dritto e senza indugi” verso l'altro monte, quello decisivo per la nostra salvezza: il monte del cranio. Su quell'altura sarà issata la croce alla quale lo appenderanno, malfattore crocifisso. L'Amore trova la somma realizzazione. La rivelazione della Pasqua inizia a colorare il terribile buio della croce.
E' la vittoria piena della bellezza. Quella alla quale siamo chiamati per grazia.
Lo sai che sul Tabor ci sei anche tu come discepolo che impara il soffrire e il morire per amore?
Lo sai che sul Calvario ci sei anche tu che impari dal suo Amore, Gesù, a dare la vita e, quindi a risorgere? Chi non vuole perdere la propria vita per amore del Signore definitivamente, e forse tragicamente, la sciuperà. Chi invece vuole essere di Cristo sa bene che perdere la vita diffondendola per amore, la troverà.
Nessuno di noi che abbia una fede viva e che voglia prepararsi alla Pasqua può sottrarsi al cammino fino alla sommità insieme con Gesù.
Forse proverà paura. Forse tradirà come Giuda. Forse dimenticherà i connotati meravigliosi del Signore come Pietro che, a parole, promette, e di fatto rinnega. Forse conoscerà gli smarrimenti della fragilità, dei ripensamenti e del confronto con gli altri, come può capitare a noi. Noi possiamo dichiarare ogni giorno il nostro amore. Non è certo che ogni giorno l'amore per il Signore sovrasti ogni tentazione e ogni altra lusinga mondana.
D'altra parte cosa è avvenuto ad Abramo quando accoglie il patto di amore con Dio, fatto tutto di fiducia, di abbandono, di sicurezza oltre ogni possibile ragionevolezza. Noi lo sappiamo e riconosciamo in lui il nostro padre nella fede.
Anche l'apostolo Paolo ricorda ai cristiani di Filippi e ai cristiani di sempre di non comportarci da nemici della croce di Cristo. Lo dice piangendo come una madre e un padre che devono prendere atto dell'infedeltà di un figlio.
Le cose della terra possono richiamarci col loro incanto persuasivo e traditore.
Non corrisponderanno mai alla nostra vocazione. La nostra cittadinanza è nei cieli.
Viviamo in attesa gioiosa e meravigliosa del Signore Gesù Cristo, nostro Salvatore. Egli viene per trasfigurare il nostro corpo e conformarlo al suo corpo glorioso, bellissimo e splendente.
Ciascuno di noi, vivendo il mistero della trasfigurazione, della bellezza di un cuore nuovo, della bellezza che ci fa rassomigliare a Dio, diventa gioia e corona di Gesù e di ogni altro fratello e sorella nella fede.
In una famiglia di concittadini di Dio che accoglie la bellezza di Dio scolpita nei nostri volti.

Gesù, mio Amore cercato e sempre desiderato, anche nei giorni bui di smarrimento. Vorrei essere sempre per Te gioia e corona. Tu mi conosci fino in fondo al cuore. In quei cunicoli che nascondo le fragilità e le infedeltà per le quali provo vergogna.
Gesù, mi trovo sul monte Tabor a contemplarti, con l'animo sorpreso, felice e impaurito.
Eppure desidero restare qui, accanto a te, rannicchiato nella mia tenda per cercare di vederti almeno di sfuggita.
Sono un frammento nel mondo, eppure Tu mi hai chiamato per condividere il Tuo splendore.
Sei il mondo meraviglioso che le tue mani hanno chiamato all'esistenza. Sei i molti uomini e donne di buona volontà che ti cercano e, senza saperlo, vogliono restare con Te.
Gesù, io ti rivedrò. Non posso rimanere a lungo senza incrociare il tuo sguardo e il tuo splendore.
Troppo grande è in me la nostalgia insaziabile della tua Bellezza.
Gesù ti rivedrò nel monte più a sud nella Città santa, appeso ad una croce, come uno degli innumerevoli malfattori che per spregio vengono condannati a pendere dal Legno.
Gesù. ti rivedrò, senza scandalizzarmi. Col capo ricurvo, come i veri colpevoli, e ti chiederò che il tuo sangue coli, goccia dopo goccia, sui miei capelli e sul mio volto e lavandomi mi trasformi nel tuo Corpo glorioso di Luce, splendente a tal punto, che mi mancano le parole per raccontarlo.
Gesù ti rivedrò risorto, sembianza di tutti coloro che la cattiveria ha reso vittime.
Gesù ti rivedrò per sempre nella tua Gloria, quando nessuno e niente mi potrà separare più da Te e sarò una sola cosa con Te e Tu sarai lo specchio di tutto: di ogni dolore e di ogni bellezza.
Gesù, ti rivedrò, senza che debba aspettare tanto. Non voglio aspettare. Muoio dal desiderio di sapere di Te, della tua gioia, delle promesse che si realizzano in Te. Novità assoluta e sempre e solo desiderata, fino al giorno nel quale ti contempleremo come sei, Bellezza intramontabile, sole senza fine. Futuro di ogni passato sofferente e che tu redimi con la bellezza possibile del tuo amore.

Don Mario Simula

 

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