TESTO Prepararsi, lottare, farsi portare
don Giacomo Falco Brini Predicatelo sui tetti - blog personale
I Domenica di Quaresima (Anno C) (06/03/2022)
Vangelo: Lc 4,1-13
1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».
5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».
9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
affinché essi ti custodiscano;
11e anche:
Essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Mi sembra che dal vangelo di domenica scorsa sia uscito un salutare monito per tutti quelli che vogliono essere discepoli del Signore: attenzione a trascurare la vita interiore. Infatti, si può camminare nella vita totalmente ciechi su quanto accade nel proprio cuore, perché oltremodo occupati a scoprire ed evidenziare il male negli altri, cioè al di fuori di sé. È il pericolo sempre incombente dell'ipocrisia. Lì Gesù ci ha offerto un primo criterio generale di discernimento per vagliare il cuore, ma è soprattutto nel brano evangelico di oggi che si offrono al discepolo dei criteri fondamentali per essere ben preparati come il proprio maestro (Lc 6,40). Infatti la vita, per noi cristiani, è sostanzialmente preparazione e lotta contro il male. Gesù spinto dallo Spirito nel deserto per essere sottoposto alla prova dopo 40 giorni di “allenamento”, è un'icona della faticosa storia che ciascuno deve assumere nella prospettiva di ciò che la vita ci riserva da compiere. Notate bene: è lo Spirito che spinge verso il deserto. È lo Spirito che spinge alla sobrietà della vita, cioè sgombrare la nostra esistenza da ciò che impedisce di lottare contro il male. Chi vuole lasciarsi guidare dallo Spirito ha già qui un criterio per verificare la sincerità delle sue intenzioni: non si evita, ma si affronta la fatica del cammino spirituale, senza lamentarsene.
Cosa fa lo spirito del male per distogliere il Signore e il suo discepolo dalla propria strada? Osserviamo le potenti suggestioni messe in campo per far cambiare l'interpretazione da dare alla nostra vita. Nella 1a tentazione è come se il diavolo dicesse: “la vita è nel pane materiale. Se dunque agguanti il benessere economico sei a posto: sarai felice, perché se non ti manca il pane non ti manca nulla”. Nella 2a tentazione è come se il diavolo dicesse ancora: “la vita è avere/godere del potere e della gloria umani che io do a chi voglio, ovvero solo a chi è disposto ad adorarmi come suo Dio”. La 3a tentazione, la più sottile, nel vangelo di Luca è significativamente invertita nella sequenza rispetto al racconto che ne fa Matteo. Qui è come se il diavolo dicesse: “la vita è nel saper stare al vertice. La realizzazione personale, cioè prestigio e successo, è ciò che dà la vita all'uomo, anche se al prezzo di manipolare gli altri e le cose sacre a proprio vantaggio, pur di raggiungere l'obiettivo”. Notate come il testo evidenzi l'ambiente religioso in cui il diavolo colloca Gesù (il tempio di Gerusalemme), e come lo spinga a compiere un miracolo per autopromuoversi, lasciando tutti a bocca aperta (Lc 4,9-11).
Come combatte Gesù contro queste tentazioni? Ribatte alle proposte dicendo sempre “sta scritto”. Il che significa che i suoi occhi sono sempre sulla parola di Dio, che la forza nella sua debolezza è nella parola di Dio, che suo scudo difensivo è obbedire alla parola di Dio, che la sua fiducia è tutta nella parola di Dio. Alla luce di questo vangelo, il tempo di quaresima in cui siamo entrati si configura come un forte appello a recuperare un ascolto serio e appassionato della parola del Signore che vive nella bibbia. Perché la sorgente della vita per noi è Dio: non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (Dt 8,3). Inoltre, siccome anche il diavolo conosce le scritture, è evidente che questo ascolto personale deve farsi comunitario per non cadere nelle sue trappole. Infatti, mentre satana manipola la parola di Dio per certificare, mascherare e rendere più attrattiva la tentazione, per il discepolo invece la parola di Dio è l'arma per smascherare le sue trame e superare le sue suggestioni. Tuttavia, per portare avanti questo combattimento, dovrà sempre avere come riferimento il discernimento della chiesa. Da soli non si vince il demonio. Perché l'ascolto della parola di Dio non risulti sterile nella lotta contro il male, il riferimento ecclesiale è importantissimo. Fratelli, sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura va soggetta a privata spiegazione (2Pt 1,20).
Il tempo quaresimale che stiamo vivendo è inserito in una crisi epocale che sta facendo tremare i fondamenti dell'esistenza. Dopo la grande pandemia, una guerra a noi molto vicina oggi minaccia la stabilità e la sicurezza della stessa vita sul pianeta. Ma al discepolo di Cristo questi grandi prove che si abbattono sulla terra non sono ignote. Tutta la storia è per i cristiani un concentrato di vicende in cui si alternano le luci e le ombre dell'uomo nella lotta del bene con il male, sempre da attualizzare. La storia insegna che il male si annida sempre nella tentazione adamitica-primordiale di camminare nella scelta di un altro progetto rispetto a quello indicato da Dio. Quand'anche l'uomo progettasse un bene per sé ma senza coinvolgere Dio, alla fine si rende strumento del male. La vittoria di Gesù sulle tentazioni è allora il superamento della possibilità di un (falso) progetto alternativo di vita e salvezza che gli si offriva. La sua fedeltà al progetto di Dio, che non fa evitare, ma implica la croce, ci assicura che se lottiamo anche noi su questa strada, alla lunga beneficeremo della sua vittoria: nessuno può attraversare il mare del proprio secolo se non è portato dalla croce di Cristo (S.Agostino).