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TESTO Chi è Dio? Trinità d'Amore! E noi battezzati in questo Amore

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

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Battesimo del Signore (Anno C) (09/01/2022)

Vangelo: Lc 3,15-16.21-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,15-16.21-22

In quel tempo, 15poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Al battesimo di Gesù al Giordano avviene una grande manifestazione di Dio. A volte ci chiediamo: ‘ Chi è Dio? Com'è Dio?' Dice il Vangelo di Giovanni: “Dio nessuno l'ha mai visto, il Figlio suo unigenito ce lo ha rivelato”. Dio si rivela, si fa conoscere. Al battesimo di Gesù avviene questa grande epifania, questa manifestazione di Dio amore, di Dio trinità, di Dio‘comunione unica e intensa'. E mentre Gesù viene battezzato da Giovanni scende su di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba. In quel momento il Padre fa udire la sua voce e dichiara: “Tu sei il Figlio mio amato, in te ho posto il mio compiacimento”. Al Giordano in quel momento c'è la rivelazione della Trinità, si manifesta il Padre, scende lo Spirito Santo e c'è Gesù di Nazareth, Figlio di Dio, figlio del Padre. Gesù, Figlio di Dio, riceve il battesimo e sta in preghiera: la preghiera, questa vera comunione di Dio Trinità, comunione d'amore, di luce, di grazia.

Noi possiamo accogliere questa rivelazione e adorare la Trinità santa, sentire rivolto e riversato sull'umanità e su tutti noi l'amore infinito di Dio. Possiamo anche sottolineare la dichiarazione di Giovanni Battista: “Io vi battezzo con acqua, ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di sciogliere i legacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Il fuoco: questa forza interiore che brucia tutto, lo Spirito Santo che invade tutta l'anima, trasformandola. Nella festa del battesimo di Gesù possiamo specchiare anche il battesimo di ciascuno di noi. Noi siamo stati battezzati col segno dell'acqua e con le parole sante, nel nome della Trinità; siamo stati battezzati in quel fuoco di amore che è lo Spirito Santo Dio.

Col battesimo Gesù inizia la sua missione. Anche ciascuno di noi col battesimo accoglie il dono di Dio per una missione: quella di continuare l'opera di Gesù, di portare al mondo la parola di Dio, di far conoscere l'amore del Padre, di essere strumenti di salvezza terrena ed eterna per tanti fratelli. Papa Francesco a questo proposito si esprime così: “Nel momento in cui Gesù, battezzato da Giovanni, esce dalle acque del fiume Giordano, la voce di Dio Padre si fa sentire dall'alto. E nello stesso tempo lo Spirito Santo, in forma di colomba, si posa su Gesù, che dà pubblicamente avvio alla sua missione di salvezza; missione caratterizzata da uno stile, lo stile del servo umile e mite, munito solo della forza della verità, come aveva profetizzato Isaia: «Non griderà, né alzerà il tono, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità». Servo umile e mite. Questo lo stile di Gesù, e anche lo stile missionario dei discepoli di Cristo: annunciare il Vangelo con mitezza e fermezza, senza gridare, senza sgridare qualcuno, ma con mitezza e fermezza, senza arroganza o imposizione. La vera missione non è mai proselitismo ma attrazione a Cristo. Ma come? Come si fa questa attrazione a Cristo? Con la propria testimonianza, a partire dalla forte unione con Lui nella preghiera, nell'adorazione e nella carità concreta, che è servizio a Gesù presente nel più piccolo dei fratelli.

Ad imitazione di Gesù, pastore buono e misericordioso, e animati dalla sua grazia, siamo chiamati a fare della nostra vita una testimonianza gioiosa che illumina il cammino, che porta speranza e amore. Questa festa ci fa riscoprire il dono e la bellezza di essere un popolo di battezzati, cioè di peccatori - tutti lo siamo - di peccatori salvati dalla grazia di Cristo, inseriti realmente, per opera dello Spirito Santo, nella relazione filiale di Gesù, cioè in Gesù, uniti al Padre, accolti nel seno della madre Chiesa, resi capaci di una fraternità che non conosce confini e barriere. Vogliamo conservare una coscienza sempre viva e riconoscente del nostro Battesimo e percorrere con fedeltà il cammino inaugurato da questo Sacramento della nostra rinascita. E sempre umiltà, mitezza e fermezza”. Noi siamo battezzati ora, ora siamo chiamati a viere il nostro battesimo: figli di Dio, fratelli di tutti, nella purificazione dal male, operosi nella grazia, nell'amore. Col battesimo è stata messo nel nostro cuore il seme della presenza di Dio. Non una magia, non una rito scaramantico, ma un seme. Va coltivato, il seme, per poter crescere e per portare frutto. Col battesimo siamo diventati cristiani. Col battesimo ci è tolto il peccato originale, la fragilità che tutti portiamo nel cuore, la macchia che ci impedisce di essere liberi. Cristo ci libera da questa fragilità: diventiamo capaci di amare. Ecco cosa è successo il giorno del nostro battesimo, anche se non ce ne siamo accorti, anche se eravamo troppo piccoli. Ora siamo cresciuti, ora siamo consapevoli. Come diceva sant'Ireneo: cristiano, diventa ciò che sei.

 

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