TESTO Che cosa dobbiamo fare?
don Roberto Seregni è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!
III Domenica di Avvento (Anno C) - Gaudete (12/12/2021)
Vangelo: Lc 3,10-18
In quel tempo, 10le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
In questi anni di missione in terra peruana, ho avuto la benedizione di conoscere molte persone che si sono lasciate trasformare dalla grazia di Dio. Alcuni vivevano una fede tiepida, altri si alimentavano solo con devozioni popolari mischiati ad antichi culti locali, altri ancora non si erano mai posti il problema della fede. Ho avuto la grazia di accompagnare questi cammini all'incontro con Gesù e ho potuto accorgermi che, nella maggior parte dei casi, hanno perseverato nella fede coloro che hanno vissuto una conversione nel quotidiano, graduale e profonda.
Leggendo il Vangelo di oggi, ripensavo alla delicatezza e alla fantasia con la quale Dio è entrato nella storia di tanti fratelli e sorelle che hanno scoperto la bellezza della fede nella quotidianità. Le folle, i pubblicani e i soldati chiedono al Battista: “Che cosa dobbiamo fare?” Le sue risposte sono scandalosamente semplici e essenziali, ci fanno intuire che è dentro la normalità e la quotidianità che deve prendere forma la conversione della vita per accogliere il Veniente. Il Battista non propone rivoluzioni di vita, ma una vita rivoluzionaria!
Cosa c'è di piú rivoluzionario della fedeltà alle proprie scelte?
Cosa c'è di piú meraviglioso della purezza dell'amore seminato nei solchi della quotidianità?
Cosa c'è di piú disarmante della perseveranza nella prova e della fedeltà alla preghiera nel tempo dell'incertezza?
Che lo Spirito di Cristo infiammi i nostri cuori e ci faccia attenti alla sua Parola.
don Roberto Seregni