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TESTO Commento su Luca 13,10-17

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/10/2005)

Vangelo: Lc 13,10-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

La donna [...] era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.

Come vivere questa Parola?

Gesù non dice alla donna: sei guarita, ma sei libera. È più forte e più espressivo quello che il Signore vuol dirmi con questa pagina di vangelo. Si trattava infatti di liberare questa donna da un'infermità che da diciotto anni l'affliggeva. E il capo della sinagoga, aggrappato ad una concezione legalistica della fede, è addirittura "sdegnato" perché ciò avviene in giorno di "sabato". Ma Gesù è lì a far risplendere il senso vero del "sabato" che è dare gloria a Dio dilatando il cuore agli imperativi della carità.

Sì, il sabato non è fatto per paralizzare l'uomo, ma per liberarlo; non è fatto per impedire all'uomo di compiere il bene, ma per aiutarlo a contemplare Dio che non smette mai di agire per il bene dell'uomo.

Le prescrizioni della Legge (quella che riguardava il sabato e altre, oggi) hanno la loro importanza, ma le persone sono più importanti di esse. Certo, questo non significa che per ogni stravaganza possiamo sentirci autorizzati a disattendere le norme. Esse vanno osservate, purché sia osservato il primato della carità che è cammino di liberazione delle persone, mai soffocamento, né di negligenza, circa le loro vitali esigenze. E tutto torni a lode di Dio.

Oggi, chiederò allo Spirito Santo di saper ben discernere, lungo i miei giorni, tutto ciò di cui ho bisogno per la-ciarmi liberare: libero da tutto quell'egoismo che mi paralizza e m'impedisce d'essere "imitatore di Dio" e "camminare nella carità".

Che io diventi in te, una persona libera, Signore, e perciò capace per mezzo tuo di "proclamare ai prigionieri la liberazione".

La voce di uno studioso contemporaneo

Il nostro Dio è un Dio che veglia e non che sorveglia. Si sorveglia infatti in nome della legge, mentre si veglia in nome della tenerezza.
Jacques Leclerc

 

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