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TESTO Compassione, guida, tenerezza

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (18/07/2021)

Vangelo: Mc 6,30-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,30-34

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.

34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Scrivo questi pensieri dall'Iraq, dove mi trovo per alcuni giorni in mezzo alle popolazioni che sono state perseguitate e cacciate dall'Isis, che hanno subito la persecuzione della fede e che ora, ritornate, cercano di ricostruire le case e la vita. Ogni volta che ho la possibilità di visitare qualche missione in una delle varie parti del mondo, mi viene da pensare con immediatezza all'amore del Signore, al suo progetto di salvezza per ogni uomo, per ogni popolo, per l'intera umanità. Il Vangelo di oggi dice che Gesù, sceso dalla barca, ebbe compassione delle folle, perché erano come pecore senza pastore. E Lui si mette a insegnare e sappiamo con quanto amore si china sui malati, sui poveri, cerca i peccatori, porta a tutti l'amore del Padre. I popoli della terra, le folle di oggi, le persone ovunque si trovano: Gesù vive, prova, sperimenta questa compassione per tutti. E se noi preghiamo con sincerità, sentiamo che vuole coinvolgere anche noi in questa compassione, in questo amore alle persone che lo cercano, a volte anche inconsciamente, che hanno bisogno, ovunque si trovano, vicino o lontano.

È sempre significativo l'immagine biblica del pastore. Dio è il grande pastore dell'umanità: dice, attraverso il profeta: “Radunerò io stesso le mie pecore, le farò tornare ai loro pascoli, saranno feconde e si moltiplicheranno. Gesù è il buon pastore che insegna, che guida, che nutre, che salva. Possiamo pensare e chiederci: “Chi è il Signore per me? Chi è Gesù per me? Come, in tutta la mia vita, mi ha amato, guidato, nutrito, salvato?!” Lode, amore, gratitudine, esultanza per l'infinito suo amore per ciascuno di noi e per l'umanità intera. Vogliamo coltivare sempre questa fede, questo attaccamento a Lui: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla, in pascoli di erbe fresche mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce, anche se vado per una valle oscura non temerò alcun male...” Dice il Signore nella sua parola: “Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, non dovranno più temere, né spaventarsi...” Sì, Gesù stesso è il pastore, che dice: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono”. Il Signore sempre manda e costituisce pastori per i suoi figli, per il suo popolo, per le nostre comunità.

Possiamo pensare al S. Padre, il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i missionari, i genitori, gli educatori, qualunque persona che nella propria vita e nella propria professione si mette a servizio e cerca il bene degli altri, sentiti, amati e serviti come fratelli. Qui in Iraq, in questa piana di Ninive, a Qaraqosh, a Mosul, vedo, in questi giorni, tutto questo in maniera particolare. Era l'agosto del 2014 quando la forza distruttrice e persecutoria dell'Isis ha fatto fuggire intere popolazioni che si sono riversate, a piedi, con stenti. con indicibile sofferenza, in una terra di esilio. Prima si sono appoggiati sui prati, poi nelle chiese poi in tanti campi profughi... Si trattava di più di 50.000 persone. E lì, il vescovo, i sacerdoti, le suore, a portare in salvo i propri fratelli, a sostenerli, a incoraggiarli, a cercare di non far mancare a nessuno un minimo per vivere. Ho visto in quei tempi i pastori di Dio, fuggiti anch'essi dalle loro case, dalle loro parrocchie, senza potersi portare nulla, ma con un cuore grande, appassionato, alla ricerca continua di ciò che era necessario per la vita di quelle popolazioni stremate, compreso l'aiuto nella fede, nella preghiera, nella fortezza della testimonianza, nella speranza che il Signore sarebbe venuto un giorno a riportarli nella loro terra. Quanti esempi di bene, di donazione, di sacrificio, di amore sincero e gratuito, ovunque nel mondo! Sull'esempio di Gesù, pastore buono, con la testimonianza di tante anime belle e sante, anch'io posso imparare a vivere questo amore di pastore, questa compassione, questa tenerezza del cuore. Tutti noi, e ciascuno, possiamo vivere questo nelle nostre famiglie, come genitori e nonni, nelle nostre comunità, come educatori e guide, nella nostra professione, vissuta come amore, servizio, sostegno per il bene delle persone, nelle scelte positive del tempo libero, come il volontariato. Questo possiamo impararlo e alimentarlo nell'esperienza della riflessione sapiente, della preghiera, dell'intimità con Dio, per far sì che i pensieri di Dio siano i nostri pensieri, che i sentimenti di Gesù diventino i nostri: ‘abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù... pastore buono', che le nostre opere siano fede vissuta e concreta.

 

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