TESTO Sorgente è stata la tua parola
don Angelo Casati Sulla soglia
III domenica dopo Pentecoste (Anno B) (13/06/2021)
Vangelo: Mc 10,1-12
1Partito di là, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. 2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Nell'orizzonte delle letture di questa Domenica vi proponiamo questa preghiera:
Alle donne e agli uomini della sorgente
Siamo ritornati a te, Signore.
Vediamo scorrere l'acqua del torrente.
E indugiamo a contemplare.
Ci ha dissetato in questi anni.
Ma come potremmo fermarci, stupirci all'acqua
e non andare con la mente e il cuore
alla sorgente lontana dei monti?
La sorgente sei tu,
e noi ora ritorniamo a te, a rendere grazie.
Sorgente è stata la tua parola.
Le Scritture sacre ci hanno insegnato
che l'amore di un uomo e di una donna
è abitato da te
e questo non finisce di commuoverci,
abitato da un tuo invito che è per ogni giorno.
Noi ti chiediamo la luce degli occhi e la trasparenza del cuore,
perché sappiamo riconoscerti ogni giorno
in questa nostra luminosa e faticosa avventura
di amarci e di amare.
Tu non sei, Signore, un Dio lontano:
la terra, la nostra terra, è il tuo paese;
la vita, la nostra vita concreta,
è lo spazio del tuo incessante venire,
il luogo del tuo passaggio in mezzo a noi.
Noi ti benediciamo per l'acqua e per il fuoco,
per il grano e per l'olio,
per il giorno e per la notte, per il cielo e per la terra.
Ma ancor più intensamente ti benediciamo
perché non ci hai creato solo uomo e solo donna.
E così non ci hai destinato alla solitudine,
ma alla comunione.
Noi ti benediciamo perché non ci hai creato
solo corpo o solo spirito:
ci doni l'intensità dei volti,
ci fai sperimentare il trasalire dei corpi,
semini in noi la tenerezza dei sentimenti
e la fortezza della fedeltà.
Ti benediciamo perché ci chiami
a condividere con te sorprendentemente
il dono di generare vita nel tempo.
Noi ti benediciamo per ogni uomo e ogni donna
che si amano sulla terra:
uomo e donna insieme sono per questa terra
l'icona più trasparente, la più luminosa
del tuo volto.
Noi ti benediciamo per l'acqua che ci ha dissetato
nelle ore di sabbia e di deserto dei nostri cammini.
Tu ci hai dato sensibilità e cuore
per ascoltare le implorazioni, i gridi, le ribellioni
di donne e uomini che ieri camminavano
e oggi camminano con noi.
Con loro abbiamo condiviso
la sete, le angosce e le speranze.
Abbiamo abbandonato le nostre ristrettezze di visione,
abbiamo aderito alla loro carovana,
alla loro sete di bene e di felicità.
Per l'amore che ci lega a loro ti chiediamo
di farci capaci di essere, dovunque siamo,
donne e uomini non delle cisterne d'acqua stagnante,
non donne e uomini di una religione asfittica,
arida e soffocante,
ma donne e uomini di una fede
libera e liberante, donne e uomini
dell'acqua che sgorga dalla roccia,
l'acqua "utile et humile et pretiosa et casta",
l'acqua
della notizia buona del tuo vangelo, Signore.
(tratta da: "Innamorarsi" Edizioni Qiqajon)