TESTO Le parole profonde di Gesù: Rimanete nel mio amore.
don Roberto Rossi Parrocchia Regina Pacis
V Domenica di Pasqua (Anno B) (02/05/2021)
Vangelo: Gv 15,1-8
1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Gesù ci dice parole molto toccanti. E' un invito quasi accorato: “Rimanete in me e Io in voi. Rimanete nel mio amore...” Usa l'immagine che era sotto gli occhi di tutti, l'immagine della vite dei tralci. “Il tralcio non può portare frutto stesso se non rimani alla vite”. .Gesù continua: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e Io in lui porta, molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla”. Ci può essere il rischio del tralcio che non porta frutto, viene gettato via, si secca, viene bruciato. Ma c'è soprattutto il tralcio che porta frutto: l'agricoltura lo taglia, lo pota, perché porti più frutto. Ci fa capire che non dobbiamo sorprenderci o scoraggiarci quando ci sono, nella vita cristiana, delle difficoltà, dei sacrifici, dei momenti anche duri... Tutto può essere per essere potato da tante cose terrene, non necessarie, anzi pericolose. Comprendiamo il grande valore dell'impegno, del sacrificio, dell'offerta di noi stessi e delle cose essenziali e fondamentali. Tutto ci può aiutare per portare più frutto, frutti abbondanti.
Gesù continua dicendo: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto”. La vita di unione profonda con Gesù è la certezza che noi possiamo chiedere che si realizzi la sua volontà, cioè il miglior bene per noi, le cose veramente importanti che impariamo a chiedere con fiducia e che il Signore ci dà in abbondanza secondo la ricchezza del suo amore, secondo la grandezza del suo cuore. E' Lui, il Signore, che ci dà la vita, ci dà la forza, fa crescere in noi i suoi frutti e ci rende capaci di portare frutti abbondanti di vita e di amore, davanti a Lui e per il bene di tutti i fratelli. “Senza di me non potete fare nulla”: così ci dice Gesù con amore e con chiarezza.
Possiamo avere la sensazione o la illusione di fare tante cose da soli, anche senza Cristo. Queste parole a noi potrebbero sembrare presuntuose. "Non potete fare nulla". Nulla? A noi può sembrare il contrario: chi non crede in Gesù fa soldi, carriera, successo... Ma dobbiamo fare attenzione: il vangelo non lo si può addomesticare o dimezzare. Gesù è molto chiaro e va preso sul serio, perché in Lui c'è la verità e non le illusioni. Senza di me non potete fare nulla. Con Cristo possiamo fare tanto, possiamo fare tutto. "Tutto posso in Colui che mi dà forza". "Nulla è impossibile a Dio". Abbiamo l'esempio di tanti Santi, i quali uniti a Cristo, hanno potuto fare cose grandi e hanno offerto alla Chiesa e all'umanità frutti prodigiosi di bene. La Parola ci aiuta a capire e a vivere il nostro rapporto con Dio: tralci uniti alla vite. Ci aiuta pure a capire e a vivere il nostro rapporto con gli altri, perché tutti facciamo parte dell'unica vigna del Signore, vigna curata dal Signore e dal suo Spirito che viene. S. Giovanni ci presenta la vita della comunità cristiana e ne sottolinea gli elementi più importanti. Ci invita ad amare non con parole, ma con i fatti e nella verità. “Questo è il comandamento: che crediamo nel nome del Figlio Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri”.
Credere in Gesù e amarci gli uni gli altri: questo è vivere il suo comandamento per dimorare in Dio.“Chi rimane unito a Me, porta molto frutto” Possiamo pensare ai cristiani che vivono e costruiscono le più varie forme di bene, nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle opere di carità, nel volontariato, negli impegni sociali. Pensiamo a tante persone straordinarie, i grandi santi e i santi della vita ordinaria. Mi colpiscono sempre le testimonianze di tante persone che, anche dopo esperienze molto dure, si riavvicinano al Signore e fanno tanto bene. Un esempio sono colore che vengono ricuperati da certe dipendenze e che poi diventano persone che si dedicano completamente a salvare altri. Sono i frutti buoni. Poi ci sono tante persone splendide, anime belle. Possiamo ricordare il giovane beato Carlo Acutis, il quale, nel suo amore grande a Gesù Eucarestia (in questo suo “rimane in Gesù”) e nel suo amore alla Vergine, diventa capace di frutti belli e abbondanti: amicizie, preghiera, amore ai poveri, impegno nel bene, sviluppo delle sue doti, anche nell'informatica, che sa mettere a servizio di tutti, per la fede di tutti.