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TESTO Commento Luca 12,13-21

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Lunedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (22/10/2001)

Vangelo: Lc 12,13-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,13-21

13Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. 20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Dalla Parola del giorno

Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni.

Come vivere questa Parola?

Nel Vangelo odierno c'è un tale che vorrebbe coinvolgere Gesù nel gorgo delle preoccupazioni materiali: . Gesù non solo ne resta assolutamente libero, ma trae l'occasione per un insegnamento tanto importante sempre, circa il nostro rapporto con l' "avere". Ciò che Gesù afferma, con un detto sapienziale che è una punta di diamante, ci provoca a fondo circa il mistero della nostra vita. Sì, proprio perché è "mistero" (e non un accadimento casuale!) la nostra vita, è la ricchezza dell' "essere" per di più "a immagine e somiglianza di Dio", dentro un rapporto personale con Lui che, per la Fede, ci rassicura circa una promessa di fondo: la nostra vita durerà per sempre. Noi inoltre verremo arricchendola, nutrendola, per così dire, di eternità, nella misura un cui, liberi dal bramare cose vane e dall'attaccarci a quello che ci serve per vivere, c'impegneremo ad amare. E' infatti l'unica cosa che conta e Dio stesso, in Gesù e col Suo Spirito ce ne dà la forza. Aggrapparci al resto? Vanità e stoltezza!

Oggi, nel mio rientro al cuore chiederò luce di Spirito Santo per vedere ciò che lo ingombra. Vedrò quali attaccamenti a cose o progetti vari, ostacolano il mio libero andare a Dio, nel servizio ai fratelli. Lascerò pure risuonare la parola di Gesù al ricco attaccato ai suoi averi: Stolto, questa notte morirai! E' segnato dalla pace il mio pensiero della morte?

La voce di un sapiente orientale

"Se vuoi vivere leggero e sereno, familiarizza col pensiero della morte. Non è la fine della vita, ma la nascita. La morte è una porta".
Dugpa Rimpoce

 

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