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TESTO Commento su Gn 1,12

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Lunedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/10/2005)

Brano biblico: Gn 1,12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,25-37

25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Dalla Parola del giorno

Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto a causa mia.

Come vivere questa Parola?

Giona, il protagonista di quel gioiello che è il libro che porta il suo nome, è un personaggio emblematico. Anch'io posso riconoscermi in lui. Tutte le volte che, chiamata dal Signore ad andare da una certa parte, secondo il suo progetto, scelgo un'altra direzione "lontana dal Signore", come dice l'odierno brano biblico. Ma "lontano dal Signore", fuori dalla sua volontà, non può che scatenarsi, presto o tardi, una bufera mortale. Quando questa bufera infuria contro la nave dove s'è imbarcato Giona per andare dalla parte opposta di dove lo chiamava Dio, i marinai indaga-no di chi sia la colpa per la quale il cielo è così adirato con loro. E Giona dichiara che lui ha peccato, lui ha disobbedito a Dio e a causa sua il mare è adirato con tutte le sue onde. Mi sembra che, tra le ricche provocazioni emergenti dalla nostra pericope, una è di bruciante attualità. Giona si riconosce peccatore e nello stesso tempo coglie lucidamente che "il mare si calmerà". Quel mare infuriato contro tutti, a causa del suo peccato, tornerà alla consueta bonaccia, se egli è tolto di mezzo con quello che di male ha fatto. Ecco: l'attualità è qui. Si tratta di renderci più desti e attenti a quanto le nostre scelte contro la volontà di Dio, il nostro andare "lontano dal Signore" è un disordine che non turba solo la nostra vita, ma scatena guai di portata cosmica. Un autore francese contemporaneo parla dell'urgenza di un'eco-spiritualità, cioè di una vita secondo lo Spirito e guidata dallo Spirito, che si renda responsabile dell'ecosistema, dell'armonia del cosmo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo al Signore di purificare il mio cuore e la mia vita da ogni sbagliato attaccamento: ai soldi, alle cose, ai miei punti di vista, alle persone. Gli chiedo inoltre di essere rispettoso del creato, di non farne una "pattumiera" dove – per mio comodo – getto qualsiasi cosa, incurante del degrado di fiori, piante, animali.

Signore Gesù, spesso a livello planetario, gli uomini soffrono a causa di enormi disastri causati dall'egoismo umano (come il buco nell'ozono). Fammene divenire consapevole e dammi di convertire il mio cuore a te, mio Amore fedele, mia vera e indefettibile ricchezza.

La voce della sapienza orientale

Il mondo è diventato più piccolo e i popoli della terra formano quasi una sola comunità. Ci uniscono i gravi problemi che abbiamo. Io credo che per affrontare queste sfide dei nostri tempi, gli esseri umani debbano sviluppare un maggior senso di responsabilità universale. Ognuno di noi deve imparare a lavorare non solo per se stesso, per la propria famiglia o per il proprio paese, ma per il beneficio di tutta l'umanità. La responsabilità universale è la vera chiave della sopravvivenza umana.
Il XIV° Dalai Lama

 

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