TESTO Con Gesù tutto è cambiato
don Giacomo Falco Brini Predicatelo sui tetti - blog personale
I Domenica di Quaresima (Anno B) (21/02/2021)
Vangelo: Mc 1,12-15
12E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Nella 1a domenica di quaresima Marco evangelista racconta alla sua maniera, cioè con poche e scarne parole, la volontaria sottoposizione del Signore Gesù alle tentazioni. Marco, a differenza degli altri sinottici, non si sofferma tanto sulla tipologia delle tentazioni descritte nella triade dialogica con satana (cfr. Mt 4 e Lc 4). Vuole sottolineare questa esperienza in un'altra prospettiva. Lo Spirito stesso spinse Gesù nel deserto (Mc 1,12a). Letteralmente, lo gettò fuori nel deserto. Cioè, dopo essere stato battezzato, Gesù entra nell'agone della vita, che sostanzialmente è un affrontare le tentazioni del diavolo. Il nostro battesimo, come il suo, non è un'assicurazione sulla vita, ma è piuttosto la miccia che accende una nuova vita, la quale cresce in noi se si misura con le tentazioni. Solo chi non ha scelto ancora Dio non patisce le tentazioni. Satana tenta chi non ha ancora nelle sue mani. C'è poi un voluto richiamo alla dura esperienza del popolo di Israele nel percorrere il cammino dall'Egitto alla terra promessa, e a quella del profeta Elia nel deserto: rimase per quaranta giorni (Mc 1,13). Quaranta è il numero che richiama un'intera generazione, dunque Marco ci vuole dire che tutta la vita di Gesù fu un deserto di lotta per superare le tentazioni.
Lo Spirito non è Colui che vorremmo, cioè il Dio che ci fa evitare oppure almeno bypassare le tentazioni. Sarebbe molto gradevole e comodo avere un Dio “onnipotente” (in senso umano) a cui affidarci, un Dio padrone di tutto che si presta a risolvere ogni problema spirituale e umano. Come è davvero allettante questo Dio muscoloso e aggiusta-tutto che cercano in tanti (anche nella chiesa), così è altrettanto poco allettante e impopolare seguire la via dell'amore e del servizio a oltranza scelta da Gesù. Dio solidale con il male dell'uomo e la sua fatica di superare le tentazioni, ma senza sottrarre l'uomo alla sua lotta, non è certo un Dio dai molti “followers”. Eppure è la sola via per raggiungere l'autentica libertà, cioè per liberarci dall'Egitto che è in noi. Come disse qualcuno, è stato molto più facile e rapido per Dio liberare il suo popolo dalla schiavitù dell'Egitto oppressore, che liberarlo dalla sua schiavitù interiore: non bastarno 40 anni nel deserto.
Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano (Mc 1,12b). Marco ci consegna un'immagine enigmatica e un tantino contraddittoria. Infatti le bestie richiamano la istintività del corpo materiale, mentre gli angeli le realtà spirituali del cielo. Due realtà apparentemente agli antipodi. Cosa ci ha voluto comunicare con questa affermazione? Che Gesù è l'uomo nuovo: in Lui si manifesta quell'armonia primordiale con il creato perduta da Adamo. Insomma, con Gesù è iniziata la nuova creazione ed è già segnata anticipatamente la sconfitta di satana. Oramai per il principe di questo mondo è cominciato il conto alla rovescia (cfr. Ap 12,12). Adamo prestò ascolto alla parola del serpente, fu cacciato dal paradiso e fece ritrovare l'intero genere umano nel deserto. Il nuovo Adamo, che vive sempre nell'ascolto della parola del Padre, viene “gettato” dallo Spirito nel deserto, riaprendo all'umanità la via al paradiso.
Per questo Gesù annunciava solennemente che il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino (Mc 1,14). Questa espressione sintetizza mirabilmente la sua predicazione e la svolta che imprime alla storia. Con Lui è iniziata per l'umanità un'epoca assolutamente nuova. E' cambiato tutto, non dobbiamo più attendere, il regno di Dio ora è qui, non dobbiamo cercarlo lontano da noi. Nel mondo umano si rivela il mondo di Dio, perché in Gesù Cristo il Figlio di Dio è anche Figlio dell'uomo. La natura divina e la natura umana sono unite per sempre. Bisogna dunque fare attenzione agli imperativi del Signore quando dice: convertitevi e credete al vangelo (Mc 1,15). Se davvero credo che Egli è con me, vicino a me, allora il tempo della mia vita è l'esperienza di un cambio di mentalità. Perché la conversione non è prima di tutto un cambiamento morale, ma un amoroso e - perché no? - anche curioso seguire Gesù che, piano piano, cambia il mio pensiero su Dio, sugli altri e su me stesso. Nella misura in cui mi fido di Lui, la mia vita cambia e la fede diventa fondamento di un nuovo modo di vivere. Il vangelo è la possibilità di quel che all'uomo è impossibile.