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TESTO Tutti alla festa!

don Marco Pratesi   Il grano e la zizzania

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/10/2005)

Vangelo: Mt 22,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

Forma breve: Mt 22,1-10

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

"Il regno dei cieli è come un re, il quale fece le nozze del suo figlio". Le nozze del Figlio, Cristo Gesù, con l'umanità. Questo è il progetto del Padre.

E invita tutti a queste nozze. Ma gli invitati rifiutano. Non è solo scortesia. Chi li invita è un re, il rifiuto è una dichiarazione d'indipendenza, una sfida nei suoi confronti: "siamo liberi, la tua festa non c'interessa; abbiamo i nostri affari, facciamo quello che vogliamo". A dimostrazione della loro autonomia, arrivano ad uccidere gli inviati del re, sfidando apertamente la sua autorità.

Sono coloro che, contemporanei a Gesù, rifiutano il suo annunzio. È l'Israele che, mentre Matteo scrive il suo vangelo, rifiuta di riconoscere in Gesù il Messia. È l'umanità di ogni tempo, quando vede in Dio un rivale da eliminare dalla storia e un tiranno da cui liberarsi per poter vivere.

Ogni volta che si fa questo, però, si sperimenta l'ira di Dio, nel senso che si costruisce la propria morte. Il re stermina i suoi oppositori e brucia le loro città. Non dobbiamo troppo rapidamente saltare questi "particolari": guardandoci attorno non si fatica a riconoscere i segni dell'ira di Dio, provocata dalla pretesa - violenta - di espellerlo dalla storia umana.

Il rifiuto dell'uomo, tuttavia, invece di bloccare il piano di Dio, gli dà nuovo impulso. Adesso sono invitati veramente tutti, le porte del Regno sono davvero spalancate: è sufficiente acconsentire all'invito. "Venite alla festa così come siete, buoni e cattivi". La sala adesso è piena.

C'è però una condizione: indossare l'abito della festa, il vestito adatto per le nozze. Partecipare alla festa senza l'abito è impossibile, perché significa partecipare alla festa senza esserne coinvolti, senza condividerne lo spirito e la gioia, senza una partecipazione cordiale, sentita. In questo caso si è espulsi: alla mancata partecipazione interiore corrisponde ben presto una mancata partecipazione esteriore: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre che sono fuori".

Il messaggio è chiaro. Il senso ultimo del progetto di Dio, e dunque della vita di ciascuno, è l'incontro tra lui e noi.

Accettiamo questo invito e non pretendiamo di realizzarci in altro modo.

Così come siamo entriamo nella sala del Regno, di cui la Chiesa è l'anticipazione; indossiamo l'abito della gioia di una salvezza che ci è offerta gratis nell'incontro sorprendente e immeritato con lo sposo, Cristo Signore.

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia partecipazione gioiosa alle nozze dell'Agnello, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

Chiediamo al Padre che venga il suo Regno, e possiamo tutti insieme partecipare al banchetto nuziale del suo figlio Gesù:

 

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