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TESTO Commento su Rm 1,1.7

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (15/10/2001)

Brano biblico: Rm 1,1.7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,29-32

In quel tempo, 29mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. 30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 31Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 32Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

Dalla Parola del giorno

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunciare il vangelo di Dio [...] agli amati da Dio e santi per vocazione, augura grazia e pace.

Come vivere questa Parola?

Questa pericope che apre la lettera ai Romani è tratta da un brano più esteso, denso di dottrina, e solenne. Ciò che anzitutto Paolo comunica è il suo essere fiero di appartenere a Cristo: suo servo, suo apostolo. In effetti il cuore appassionato di Paolo è colmo dell'amore per Gesù. Il suo vivere e il suo morire sono in funzione di Lui. Niente –egli dice- potrà mai separarlo dal suo amore. E' questo avere per "baricentro" della sua esistenza Cristo Signore, che dà senso stabilità luce e una pace che supera ogni altro sentimento all'apostolo delle genti.. E, in qualche misura, anche per noi è così. Paolo in Cristo è "apostolo per chiamata divina" e noi, "amati da Dio", da sempre chiamati ad essere santi (cioè cristiani autentici!) dentro "l'obbedienza della fede". Che cosa significa se non che, fondati su Cristo, solamente su Lui e sull'onnipotenza che lo ha fatto risorgere dai morti, ci fidiamo pienamente e siamo così in grado di ricevere "grazia e pace" dalla sua pienezza divina?

Oggi, nel mio rientro al cuore, motiverò più a fondo la mia autenticità di cristiano dentro la gioia e la pace di percepirmi servo/a di Cristo per l'irradiazione del suo Vangelo che anzitutto vuol essere "grazia e pace" nel mio vivere. La domanda però da pormi è questa: sono lieto servo/a del Signore o del mio "ego"?

La voce di un maestro spirituale contemporaneo

"Mio Dio, ti ringrazio per la fede in cui hai custodito e fatto crescere me e il mio popolo: la confessione della mia lode non basterà a dirti la profondità della gratitudine per questo dono, l'unico necessario, l'unico veramente prezioso, rispetto al quale ti è lode il silenzio e l'offerta segreta del cuore."
Carlo Maria Martini

 

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