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TESTO Commento su Luca 2,41-52

don Michele Cerutti

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno B) (31/01/2021)

Vangelo: Lc 2,41-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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41I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Nazareth è il luogo del lungo silenzio di Dio. La Santa Famiglia torna dall'Egitto, su invito dell'angelo, dopo lo scampato pericolo provocato da Erode accecato dall'odio che voleva uccidere il bambino. La Scrittura non ci parla più di Gesù fino ai trent'anni, anche se il silenzio di Dio, apre una piccola parentesi nel brano che ci viene offerto questa domenica alla nostra attenzione.
La Scrittura ci aiuta qua e là a scoprire lo stile che caratterizza la Santa Famiglia di Nazareth. In questo brano, come in quello della Presentazione al Tempio, ci viene detto il rispetto di Giuseppe e di Maria alla tradizione. Come tutte le famiglie ebree si recano a Gerusalemme. Non si distinguono e non si contraddistinguono dagli altri solo perché hanno il dono di essere chiamati a essere genitori del Figlio di Dio. Si dimostrano umili, tanto che in segno, della loro piccolezza, portano due colombi al Tempio, come le famiglie povere.
Il silenzio di Nazareth ci parla di lavoro. Quando Gesù prende la parola nella Sinagoga, a trent'anni, gli abitanti di Nazareth si chiedono: ma non è il figlio del carpentiere? Con brevi pennellate Luca ci fa scoprire come Gesù è cresciuto.
Con il brano di questa domenica riusciamo a penetrare con più profondità nella relazione che si instaura nella Sacra Famiglia. Maria e Giuseppe ritornano da Gerusalemme e preoccupati, sulla strada del ritorno, non trovano il figlio e sono costretti a tornare nella città Santa.
Luca vuole indicare il cuore del suo lavoro ovvero condurre il discepolo sulla strada per Gerusalemme. Dal capitolo 9 in poi il Vangelo ci parlerà di questo cammino di Gesù verso quella città, dove si immolerà nella Pasqua. Maria e Giuseppe sono anche loro invitati a comprendere che la missione di Gesù ha un traguardo ben preciso. “Anche a te una spada trafiggerà l'anima” è la profezia di Simeone alla Vergine.
Gesù vuole aiutare i genitori a crescere in questa prospettiva. C'è quindi una sorta di reciprocità che dovrebbe caratterizzare lo stile delle famiglie. I genitori sono chiamati ad assolvere al loro compito educativo, i figli debbono crescere nella dimensione di acquisire una sana indipendenza. Non si può giustificare dicendo che erano altri tempi e oggi i ragazzi hanno una crescita più rallentata.
Nella storia dei Santi troviamo scelte coraggiose a tutte l'età.
Siamo soliti a rifarci ad esempi datati come Sant'Agnese, nei primi secoli del cristianesimo, che poco più che dodicenne va incontro al martirio pur di non cedere alle pretese del figlio del Prefetto.
Maria Goretti anche lei dodicenne non accetta le pretese dell'amico di famiglia che vuole abusarne.
Queste figure di Sante possono essere un poco storicizzate ci conforta la beatificazione di Carlo Acutis il giovane studente di Milano, morto per leucemia fulminante nel 2006, che ha vissuto una esistenza eroica anche in maniera controcorrente rispetto ai giovani della sua età. Ha vissuto nella dimensione di quella reciprocità aiutando a crescere nella fede anche la sua famiglia.
Ogni età è buona per crescere nella fede.
Maria, ci dice Luca che, “custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. Lei ci insegna lo stile di non farci scivolare le cose che ci stanno davanti e ci sollecitano nella nostra riflessione e quindi nella nostra crescita.
Gesù, termina il Vangelo cresceva in età, sapienza e grazia. Lo stile educativo ci viene fornito in questo versetto non è sufficiente l'età e la sapienza, occorre non eclissare la grazia. Sono e rimarranno i pilastri della crescita in ogni uomo e donna chiamati a vivere la libertà quella vera in pienezza.

 

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