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TESTO Commento su Luca 2,1-14

padre Paul Devreux

Natale del Signore - Messa della Notte (25/12/2020)

Vangelo: Lc 2,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Grazie a queste informazioni storiche è stato calcolato che Gesù è nato circa sette anni prima dell'anno zero. Ma c'è anche un messaggio teologico: Ottaviano, detto Cesare Augusto, celebra la sua grandezza con un censimento. Cosa che tutti odiavano perché significava essere segnati per pagare le tasse e per essere arruolabili per la guerra. Dio invece usa il censimento per fare nascere provvidenzialmente Gesù nel posto giusto. A Nazareth, dove le profezie avevano detto che sarebbe nato. Cioè riesce ad usare un male a fin di bene. E io mi domando: cosa sta studiando oggi nostro Signore, per aiutarci in questa pandemia? Dove nasce Gesù oggi? Cosa viene a dirci questo bambino?

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.
Altre informazioni importanti e cariche di significati. Primo, Gesù nasce mentre si trovavano già in quel luogo. Quindi erano arrivati per tempo e si erano sistemati per bene, in attesa del grande evento. Poi dice che lo posero in una mangiatoia, primo segno della sua vocazione a farsi pane per l'umanità.
Il fatto che non c'era posto per loro significa che l'alloggio dove si erano sistemati, e dove vivevano in tanti, non era adatto per una partoriente, per cui fanno accomodare Maria nella grotta adiacente, per darle più intimità.
Fatto sta che il nostro Dio si fa bambino, e questo è il primo messaggio che ci dà, per rivelarci il suo volto. Il Dio di Gesù Cristo si presenta debole, vulnerabile e bisognoso delle nostre attenzioni. Se io gli do queste attenzioni potrà crescere.

Oggi siamo tutti condizionati da un virus, c'è una tendenza a metterci sulla difensiva, ma la prima cosa che l'angelo disse a Maria è: “Non avere paura”. Finché rimaniamo solo in difesa, non abbiamo nessuna possibilità di vincere. Da quando mondo è mondo, la miglior difesa è l'attacco, e l'unica cosa che può combattere la mortalità è la natalità, l'avere figli. Quindi ha questo è bello puntare. Il difenderci ci rende individualisti e soli. Invece il bello di un progetto, è che crea comunione. Ma per fare figli ci vogliono lavoro e salute e questo chiediamo al Signore. Ma chiedere significa anche collaborare alla realizzazione di ciò che chiedo, e questo possiamo farlo dandogli tempo e spazio nella nostra vita, affinché cresca in noi la capacità di essere sensibili non solo ai nostri bisogni, ma anche a quelli degli altri. Solidarietà è la parola d'ordine, la medicina contro i nostri mali. Perché una coppia abbia il coraggio oggi di mettere al mondo un figlio, ha bisogno di sentire tanta solidarietà intorno a se e da parte delle istituzioni.

Aiutiamo Gesù a crescere, per poter diventare sempre più umani e stare meglio.
Accogliamo Gesù. Buon Natale.

 

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