TESTO Commento su Luca 14,15-24
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Martedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (04/11/2003)
Vangelo: Lc 14,15-24
Il problema non è Dio, amici, siamo noi. Quanti di noi pensano – istintivamente – a Dio come a qualcuno che, pur avendo in mano la mia felicità, fa il prezioso e si fa pregare per poterlo conoscere? Sbagliato, amici, sbagliatissimo. Non è Dio l'assente, ma l'uomo. Il problema non è che Dio si trastulla tra le nuvole, ma che l'uomo è travolto dalle cose che ritiene fondamentali e che tali non sono. Il problema è che l'uomo, all'invito di Dio a partecipare la suo sogno, garbatamente risponde: vorrei ma... Quante volte mi sento dire: "Gran cosa l'interiorità, don Paolo, utile, fondamentale, me ne occuperò in vecchiaia"! Quando capiremo che la felicità è ora, è qui e che non c'è affare o preoccupazione o affetto che mi possa allontanare dal bisogno sostanziale di essere felice nella mia vita e che questo bisogno solo Dio lo può colmare e che incontrare Dio non è una noiosa e doverosa faccenda ma una splendida e riuscita cena. Noi, invitati alle nozze d'improvviso, assaporiamo lo stupore dell'essere chiamati pur essendo mendicanti!
Nulla, Signore, ci distragga dal rispondere al tuo invito, oggi. Nulla ci tenga lontani da te: che la nostra vita diventi invito a partecipare alla festa di Nozze dell'Agnello verso tutti i fratelli che metterai sulla nostra strada, amen.