TESTO Commento su Luca 13,10-17
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Lunedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (27/10/2003)
Vangelo: Lc 13,10-17
La folla esulta per tutte le meraviglie operate da Gesù mentre i suoi oppositori si vergognano. Si vergognano, e fanno bene, dopo la figura di avere contestato a Gesù il fatto di avere liberato una povera inferma in giorno di sabato. Gesù, letteralmente, l'ha "sciolta" dal suo dolore e si è potuta raddrizzare. Fratello che soffri, inchiodato dal tuo dolore, paralizzato dalla paura, il Signore viene e ti scioglie, ti permette di riacquistare dignità, di alzarti dritto e gurdare in avanti, non in terra. E voi amici sempre pronti a giudicare (santamente, sempre), voi che sapete bene cosa vuole Dio, cosa dice la Chiesa, cosa afferma il Papa e il più delle volte sono parole vostre nate dalle vostre fragili certezze, mascherate da devozioni che allontanano da Dio;, imparate dal Maestro a guardare il cuore e non la legge, imparate da lui l'arte del rispetto alla persona e la gioia del liberare. La legge è a servizio dell'amore, la regola serva del vangelo, la norma ancella della buona notizia. Esultiamo tutti, amici, con la folla, per tutte le liberazioni che Dio ha compiuto nel nostro cuore, liberazione da ogni severità, liberazione da una legge che opprime invece di dare le ali. Sia – oggi – la giornata dell'esultanza, ringraziamo Dio per le opere che compie in noi e nei fratelli e chiediamo la conversione del cuore perché non abbiamo a vergognarci per la nostra piccineria e ristrettezza che spacciamo per fervida devozione...
Tu sei immensamente libero, perché immensamente ami e l'amore crea e salva e libera. Quando siamo inchiodati dal dolore, ripiegati su noi stessi, stendi la tua mani Dio misericordioso e compi meraviglie.